Eugenio Leopardi presidente Utifar scrive al Premier Mario Monti

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Illustre Signor Presidente,

in qualità di Presidente di UTIFAR, Unione Tecnica Italiana Farmacisti, mi corre l’obbligo di segnalarLe quanto segue: questa associazione, dal 1957 si occupa dello studio della situazione sociale e sanitaria nella quale opera il farmacista e del suo aggiornamento professionale al fine di rendere il servizio sempre più adatto alle sopravvenute esigenze dei cittadini.
Negli ultimi anni UTIFAR, anche con l’ausilio di esperti del settore, ha analizzato la situazione economica della farmacia italiana. E’ risultato che, negli ultimi anni, il reddito della farmacia si è notevolmente ridotto, in particolare nella dispensazione di farmaci per conto del Servizio Sanitario Nazionale. Se a questo aggiungiamo il ricorso al credito al quale il titolare di farmacia è costretto a fronte del debito con i fornitori in relazione ai ritardi di pagamento di molte Regioni, la situazione in molti casi diventa veramente preoccupante e si stanno verificando i primi casi di fallimento.I nostri studi hanno stimato che circa il 20 per cento delle farmacie è in forte difficoltà economica. Dal canto suo, i recenti provvedimenti del Governo prevedono, tra l’altro, l’apertura di altre migliaia di farmacie, con ovvia riduzione dei proventi per ogni singola farmacia. Per contro, la recente previsione di implementare la “farmacia dei servizi”, di grande utilità per il cittadino anche grazie alla diffusione capillare sul territorio delle farmacie, richiede nuovi investimenti nell’azienda.
Per questi motivi, tenuto conto anche delle istanze della Banca d’Italia, mi permetto di richiedere il Suo autorevole intervento nei confronti degli Istituti Bancari, affinché immettano sul mercato parte della liquidità economica ottenuta dalla BCE a tassi agevolati, facilitando così l’accesso al credito ad aziende ancora per lo più sane, come sono le farmacie italiane, per consentirne la prosecuzione dell’attività e favorirne lo sviluppo e l’ammodernamento. Pur essendo consapevoli che i circa 200 miliardi di euro che gli Istituti Bancari Italiani hanno ottenuto al tasso dell’uno per cento devono servire anche a sostenere le aste dei titoli di Stato, non vorremmo che questo fosse l’unico utilizzo che ne venga fatto, penalizzando aziende sane, che si trovano in un momento di crisi di liquidità,
dovuto oltre che alla crisi internazionale, anche ai motivi citati.
Con la stima più sincera per il complicato lavoro che è stato chiamato a svolgere, Le invio i più cordiali saluti da parte mia personale e di tutti i nostri iscritti.

IL PRESIDENTE
Dr. Eugenio Leopardi

UTIFAR

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