Farmindustria, in una nota molto dura e diretta, si è scagliata contro la situazione che si è venuta a creare in questo particolare momento storico, non felice dal punto di vista economico, accusando le Istituzioni di riferimento di immobilismo. “In un momento in cui e’ necessario intensificare, da parte di tutti, gli sforzi per rilanciare l’economia del paese e’ davvero inaccettabile che l’inerzia delle Istituzioni competenti impedisca all’Aifa di svolgere il suo ruolo”.
Questo il tenore della nota che diventa estremamente dura quando fa riferimento ai ritardi nelle nomine di Comissione: “E’ inspiegabile il perdurante ritardo nella nomina dei nuovi componenti della Commissione Tecnico Scientifica (CTS) e del Comitato Prezzi e Rimborsi (CPR) dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) da parte dei Ministeri dell’Economia e della Salute. Uno slittamento che comporta conseguenze gravissime sia per l’industria farmaceutica, sia per i pazienti. Da marzo, ossia da quasi 100 giorni, queste commissioni – il cui ruolo e’ fondamentale per le autorizzazioni all’immissione in commercio (AIC) e la rimborsabilita’ dei medicinali – sono decadute. Farmaci essenziali per la salute, quali ad esempio quelli oncologici o per altre importanti patologie, continuano cosi’ ad essere in attesa delle necessarie valutazioni e approvazioni. Chi lo spieghera’ a quanti aspettano cure gia’ disponibili in altri Paesi?”. La nota ha un tono molto preoccupato, e di conseguenza preoccupante. Farmindustria non lesina durezza nel rappresentare un prossimo futuro tutt’altro che roseo: “Una situazione che, se non modificata immediatamente, paralizzera’ non solo l’entrata in commercio di nuovi medicinali ma anche molte altre attivita’ delle aziende, visto che la sola CTS assume decisioni in materia di variazioni di AIC, di nuove indicazioni, di sperimentazioni cliniche e di farmacovigilanza. Chiediamo pertanto che si proceda al rinnovo di questi organismi dell’Aifa senza ulteriori ritardi. Perche’ imprese e pazienti non possono attendere un giorno di piu’. 100 sono gia’ sufficienti per mettere in ginocchio l’industria”.
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