Piemonte: a processo la sanità

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In Piemonte, cominciano a delinearsi i primi risultati del procedimento penale in corso per il grande scandalo sulla sanità. Sette dei quattordici imputati, hanno chiesto di patteggiare con una pena compresa tra otto mesi e un anno e mezzo di reclusione. Come è risaputo, nel nostro paese, non si va effettivamente in carcere fino alla maturazione dei due anni minimi di pena. Il patteggiamento spesso viene interpretato come una confessione, ma non tocca a noi dare giudizi in merito. I sette imputati che hanno chiesto di patteggiare sono: l’odontoiatra Marco Mozzati, l’imprenditore Pierfrancesco Camerlengo, Vito Plastino, ex commissario straordinario dell’Asl To5, Carmine Piccolo, socio di una società specializzata in servizi informatici, Vincenzo Vergano, socio in affari e fiduciario di Gambarino, Pasqualino Fico, collaboratore di Camerlengo, e Salvatore Taverna, curatore fallimentare che seguì il fallimento di una cooperativa. Gli altri sette, “capeggiati” dall’ex assessore Ferrero e dal suo braccio destro Gambarino, hanno chiesto il proscioglimento. Tra questi vanno ricordati: Luciano Platter, ex presidente regionale di Federfarma, Marco Cossolo, ex segretario torinese di Federfarma, Flavio Solavaggione, socio di una società di servizi, Franco Sampò, ex sindaco di Cavagnolo, e Renzo Secreto, ex commissario straordinario dell’Asl To4. A decidere sarà il Gup Francesco Moroni. La Regione Piemonte non si è costituita parte civile nell’udienza preliminare. Lo scandalo scoppiò oramai un anno fa, con l’accusa di turbativa d’asta e corruzione. I fatti contestati sono tantissimi ma il più noto, e forse il più grave, riguarda la revoca di un bando regionale per l’acquisto di presidi per l’incontinenza sul quale ci sarebbe stato un accordo, poi non concretizzato, per assegnare la prima fornitura, la più importante, a Federfarma, direttamente dalla Regione. Ci sono molti atti contestati: bancarotte, corruzioni ed altri reati. A Luglio ci sarà il secondo atto dell’udienza.

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