La spending review potrebbe costare tre punti di margine alle farmacie convenzionate. Questa almeno sarebbe l’ipotesi attualmente al vaglio del ministero delle Finanze, secondo fonti che in Federfarma si giudicano attendibili anche se per ora non risulta niente di scritto. L’idea, in ogni caso, nascerebbe dalla necessità di fare subito cassa visto che sulla centralizzazione degli acquisti, il nocciolo del programma messo a punto dal commissario Enrico Bondi (foto), rimarrebbero incertezze attorno ai tempi per vedere i primi risparmi.Le voci di un possibile intervento sui margini delle farmacie hanno cominciato a circolare diffusamente da ieri, ma è molto probabile che in Fede rfarma fossero arrivate avvisaglie già nei giorni precedenti. È da martedì, infatti, che sulla spending review il sindacato diffonde comunicati quotidiani dal significato obliquo ma dal tono palesemente preoccupato. L’ultimo ancora ieri, per ricordare che la rete delle farmacie è disponibile a distribuire i farmaci e i presidi acquistati centralmente dalle Asl garantendo un monitoraggio puntuale dei consumi (da cui ulteriore riduzione degli sprechi). E poi va messo in conto anche un incontro informale – l’altro ieri – tra il presidente Annarosa Racca e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà.
Si vedranno gli sviluppi ma è evidente che per le farmacie questo è un momento di grande incertezza. Ieri, il ddl con le integrazioni all’articolo 11 che rimuove la distanza, oggi la spending review, domani forse una “spuntatina” al tetto della spesa farmaceutica territoriale. E già, c’è an che questo: non va dimenticato, infatti, che da qualche settimana le Regioni stanno ragionando sulle contromisure con cui rimettere in carreggiata la spesa ospedaliera. E tra le ipotesi al vaglio, c’è quella di una “piallata” al tetto della territoriale, dal 13,3% al 12,4% o persino qualcosa di meno. Perché piove sempre sul bagnato e sulla farmacia.
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Via Farmacista33