Raramente ci capita di poterlo fare, quindi quando capita, gustiamocelo a fondo: l’Italia è uno dei tre paesi europei, tre su ventisette, ad aver risposto alla richiesta fatta da Tajani, Commissario all’industria, per l’anticipo del ricevimento della direttiva sui ritardi dei pagamenti, ben prima della scadenza naturale del termine fissato (Marzo 2013). Siamo, in questo, un paese virtuoso. Il sito di notizie dell’Unione Europea, Euractiv, che solo di recente ha inserito anche una verisone in lingua italiana, ne da notizia sottolineando il fatto che il nostro Paese dà rassicurazioni che la questione sarà risolta entro fine 2012. Nei 27 paesi ci sono circa 170 miliardi di crediti vantati da aziende private nei confronti della Pubblica Amministrazione. Circa la metà di tutto questo denaro è dovuta da un solo paese. Indovinate? Già, sempre l’Italia. Non siamo dunque un paese virtuoso, ma solo uno dei tre ad aver immediatamente risposto perchè siamo quelli messi peggio. L’Europa interviene in maniera netta, per risolvere questa fase di rallentamento (per non dire stallo), dei pagamenti che gli enti pubblici dovrebbero versare nelle casse dei propri fornitori. Si vuole evitare di ritrovarsi in situazioni tragiche come quella greca. Le buone intenzioni ci sono, la situazione è ancora sostenibile (a fatica), e se ognuno fa il suo dovere, usciremo in breve da questa situazione che comincia ad avere tratti preoccupanti.