PROGETTO ZENITH – Esclusiva intervista con Promofarma


PROGETTO ZENITH – Esclusiva intervista con Promofarma

Noi di Quellichelafarmacia, dopo aver condotto l’inchiesta sul Progetto Zenith, ci siamo sentiti in dovere, per una corretta informazione, di intervistare in merito proprio Promofarma , la società di servizi di Federfarma, che ha strutturato questo progetto in partnership con IMS. Promofarma si è prestata all’intervista volendo chiarire molti punti, e ci ha concesso una doppia intervista. Gli intervistati sono: l’AD di Promofarma, Presidente di Federfarma Bergamo e Segretario regionale in Lombardia Gianni Petrosillo ed il Direttore di Promofarma Daniele D’Angelo.

Gentili signori, è un piacere avervi a disposizione per questa intervista, e fin da subito vorrei consentirvi di fare un vostro ritratto del Progetto Zenith, progetto che alcuni media, anche il nostro giornale, ed il qui presente, hanno giudicato in maniera molto negativa.

Gianni Petrosillo: In realtà non sono “i media” ad aver trovato criticità nel progetto Zenith. Siete voi e MSFI. Soltanto per precisare. Siamo qui a rispondere in un’intervista proprio per chiarire alcuni punti, ma non ci sono “alcuni media” che ci criticano, solo Quellichelafarmacia e Movimento Spontaneo Farmacisti Italiani. Non ci sono critiche diffuse.

Daniele D’angelo: Abbiamo letto le vostre critiche e siamo qui non per convincervi ma per chiarire il progetto a tutti i vostri lettori.

Ammiriamo molto la vostra correttezza e il vostro rispetto per il nostro lavoro.

Gianni Petrosillo:  Le vostre critiche ci hanno portato a dover rivedere alcune carenze nelle informazioni che avevamo presentato. E siamo qui per illustrare e chiarire ogni dettaglio.  Forse abbiamo dato per scontato alcune cose, perchè la nostra informazione era diretta alle associazioni provinciali che erano già state informate nelle riunioni di Dicembre del progetto.

Daniele D’angelo: Ecco, mi piacerebbe ricordare due elementi di carattere istituzionale che ci terrei a precisare: Il progetto è stato approvato dall’ Assemblea Nazionale di Federfarma il 22 Novembre 2011. A Dicembre abbiamo riunito le forze necessarie e abbiamo cominciato a illustrare i dettagli tecnici del progetto.

Gianni Petrosillo:  Quindi, l’iniziativa è stata completamente condivisa all’interno degli organi istituzionali.

Bene signori, scendendo nel vivo, ora vi chiedo, cosa ricevono in cambio i farmacisti nella cessione dei dati? E sopratutto c’è proporzione tra quello che il farmacista da e quello che riceve in cambio?


Gianni Petrosillo:  Il finanziamento di questo progetto è proporzionato a quello che la farmacia dà. Intanto non bisogna dimenticare che i dati SSN, la farmacia già li cede, e che quindi noi stiamo parlando di tutto ciò che eccede l’SSN. Francamente i dati SSN, li avremo già, ma siamo preoccupati, che con l’avvento della ricetta elettronica, potremmo perderli e stiamo creando un nuovo canale anche per preservare questi dati. Nel progetto Zenith si chiede anche il dato di tutto ciò che è extra SSN, parafarmaco, Otc… In cambio la farmacia riceve da IMS un software che racchiude una banca dati che a sua volta contiene: prezzo medio ed i volumi della provincia di riferimento della farmacia. Al software si accede direttamente dal gestionale.

Il software è stato stimato attorno ai cento euro, è questo il valore di mercato dei dati extra SSN?

Gianni Petrosillo:  No. Un momento. Il software è effettivamente stato stimato attorno a quella cifra, ma il finanziamento non finisce assolutamente qua. Le associazioni provinciali fanno assistenza sul territorio proprio in fase di raccolta, e per questo ricevono un finanziamento per ogni farmacia aderente: la cifra stimata è di altre 90 euro, a farmacia all’anno.

Ma questi 90 euro non li ricevono le farmacie.

Gianni Petrosillo:  Vero, li riceve l’associazione, ma l’associazione poi fornisce servizi alla farmacia, e questo finanziamento fa in modo che l’associazione non chieda contributi alle farmacie per i servizi che eroga. Inoltre a questi soldi di cui beneficia direttamente l’associazione, ma indirettamente la farmacia, bisogna sommare gli euro che le farmacie prendono fin dal 1998 per il dato SSN. A tutto questo poi si deve aggiungere il valore della conoscenza di questi dati.

Cosa intende?
Gianni Petrosillo:  Con l’articolo 11 si stanno implementando i canali alternativi alla farmacia, quindi oggi è più importante conoscere i dati di tutto il mercato, in particolare di quello “alternativo”. Per conoscere i dati della fascia C, per esempio, dovremmo andare a comperarli da aziende specializzate nel settore e pagarli. Con questo progetto Zenith, riusciamo invece ad avere i dati direttamente all’interno. Ci saranno anche dei report mensili,  di analisi di tutto il mercato che ruota attorno alla farmacia, che saranno messi a disposizione delle associazioni.

Lei dottor D’Angelo vuole aggiungere qualcosa?

Daniele D’angelo: In riferimento a quello che poco fa si accennava, sulla questione della banca dati che verrà messa a disposizione della farmacia, noi, in questo momento, non abbiamo una rappresentatività del campione. Mi spiego meglio: ad oggi i dati che raccogliamo sono talmente “randomizzati”, talmente polverizzati, che non sono rappresentativi. Ci affidiamo a IMS che ha un panel, costruito su 2500 farmacie. Ma in un futuro, con il Progetto Zenith, saremo in grado di restituire un report alla farmacia maggiormente circostanziato e rappresentativo del territorio.

Benissimo. Questo è un po’ il quadro della situazione secondo la vostra visione. Ora vorrei farvi delle domande un po’ più precise e stringenti, ovvero: nella nostra inchiesta abbiamo sottolineato come nel contratto non sia citato in nessun rigo nè il corso Ecm, nè l’accesso alla banca dati. E’ riportato a chiare lettere nella documentazione promozionale, ma nel contratto non vi è traccia.

Daniele D’angelo: Io credo che lei sia al corrente delle dinamiche antitrust, e quindi saprà che questa attività, direttamente come associazione di categoria, non possiamo farla. La può fare IMS, infatti nella struttura giuridica questo viene rilegato al rapporto tra IMS e la farmacia.

Quindi ci sono in ballo due contratti?

Daniele D’angelo: Ci sono due rapporti distinti, ma il contratto è unico; però abbiamo una certa credibilità presso le farmacie e possiamo garantire che le farmacie che aderiranno avranno, “incidentalmente”, il report di IMS. Mi fa molto piacere che si parli del nostro contratto, poichè ho visto che è stato preso e sottoposto al setaccio nel vostro blog, punto per punto. Purtroppo questo trattamento non viene applicato a tutte le raccolte che vengono fatte in farmacia, che sono tante, e che mi piacerebbere venissero analizzate con la stessa cura.

Questo dottor D’Angelo è purtroppo un tasto dolente, bisognerebbe davvero poter analizzare ogni operazione legata al mondo della farmacia. Però è anche vero che voi siete un’emanazione di Federfarma, un sindacato che fa riferimento ad una categoria da 26 miliardi di euro annui. E’ ovvio che siate iper-analizzati, non crede?


Gianni Petrosillo:  E’ vero quel che lei dice, ma è anche vero il contrario, ovvero: bisognerebbe prestare più attenzione a chi non è costretto alla luce del sole.

Daniele D’angelo: Ho visto che collaborano al blog anche professionisti che conoscono bene Federfarma e vorrei specificare un punto: noi raccogliamo i dati da 12 anni, credo che in tutto questo tempo abbiamo dato una certa garanzia alle farmacie. In 12 anni di raccolta del dato SSN, che rappresentava all’epoca l’80 per cento del fatturato delle farmacie, non è mai fuoriuscito nemmeno un dato personale di qualunque farmacia. Questo varrà qualcosa? Un minimo di fiducia ce la siamo guadagnata.

Indubbiamente dottor D’Angelo la fiducia è importante, ma qui non stiamo parlando di rapporti umani, ma di rapporti contrattuali: Verba volant scripta manent…


Gianni Petrosillo:  Guardi, il problema dell’antitrust ci ha penalizzato in maniera determinante. Ci siamo trovati in una situazione in cui, avevamo del credito verso le farmacie, ma non potevamo dirlo. Non è un caso che nelle nostre prime informative la questione era posta nei termini di: tu mi dai i dati, noi ti diamo un Ecm. Avevamo da dare molto di più, ma non potevamo dirlo per prudenza: una prudenza che stiamo pagando caro.

Probabilmente, lo scotto che il vostro progetto sta pagando è anche figlio del fatto che Federfarma, negli ultimi mesi, non gode certamente della piena popolarità, dopo le asprezze del decreto sulle liberalizzazioni.

Daniele D’angelo: Beh, la crisi ha colpito un po’ tutti, ognuno lecca le proprie ferite. Il nostro settore, tutto sommato, ha avuto uno sviluppo per fortuna diverso da quello che si prospettava in Agosto dell’anno scorso. Abbiamo evitato le società di professionisti, le società di capitali con soci minoritari, poi il decreto di Ottobre… Ognuno fa le sue valutazioni su questo. Vorrei però tornare sul nostro contratto, di cui lei è oramai un esperto. Noi all’interno del contratto abbiamo voluto preservare il ruolo delle associazioni provinciali, tanto è vero che sia adesso che in un futuro, quando ci sarà la ricetta elettronica, il flusso delle informazioni transiteranno sempre attraverso le associazioni provinciali perchè noi abbiamo una considerazione speciale per il ruolo delle associazioni territoriali. Abbiamo un po’ sopravvalutato il lavoro che le associazioni territoriali avrebbero dovuto fare per portare una corretta informazione alla “base”. Perchè ricordiamolo, Federfarma è una piramide, ed è questo solitamente l’iter che un’informativa deve seguire per arrivare a tutti.

Francamente non credo di essere un esperto del vostro contratto: il problema è vostro, non c’è stata chiarezza, e nel vostro contratto mancano alcune informazioni, per problemi di antitrust o di altro non importa, mancano. Ed il nostro compito era di segnalarne la mancanza. Anche nell’esposizione fatta allo stand di Promofarma il 5 Maggio, avete parlato in prevalenza di dati del SSN, che sono già garantiti dall’articolo 50. Avete parlato pochissimo degli altri dati extra SSN, che poi sono quelli di maggior interesse per i competitor sul mercato, o no?


Gianni Petrosillo:  A Cosmofarma abbiamo citato la possibilità di estendere l’attenzione anche al mercato. Nello sviluppo dell’intervento è vero, abbiamo parlato maggiormente del dato SSN, ma per due semplici motivi: perchè è il dato che ci interessa di più e perchè è il dato su cui abbiamo la maggiore esperienza. Anche nel mio intervento ho fatto analisi su quel dato perchè noi attualmente abbiamo solo quel dato. Infatti, nell’intervento di IMS sono stati mostrati i dati della fascia C, poichè loro hanno quel panel di 2500 farmacie. Oggi è fondamentale avere quei dati extra SSN, e IMS li vende, ma bisogna pagarli. Con il progetto Zenith, noi avremo a disposizione i dati anche della fascia C senza doverli acquistare sul mercato.

Il problema non sussisterebbe se fosse un’operazione tra privati. Ma che necessità ha Promofarma, emanazione di un sindacato di categoria, centro studi di Federfarma, di creare partnership con aziende private, se il fatturato di Promofarma deriva direttamente da Federfarma, e quindi dalle iscrizioni?

Daniele D’angelo: Questo punto è delicato e merita fare un po’ di chiarezza. Promofarma è una società di capitali di cui Federfarma è l’unico socio.

Appunto. Non è Federfarma, ma poco ci manca.


Daniele D’angelo: E’ una società di Federfarma, ma è una società di capitali, quindi risponde ai requisiti di costi e ricavi. Da Federfarma non riceve assolutamente nulla e deve ricercare il proprio sostentamento sul mercato.

Abbiamo avuto modo di studiare i fatturati di Promofarma e direi che definire “assolutamente nulla”, circa 5 milioni di euro, mi sembra ingeneroso.


Daniele D’angelo: Promofarma svolge anche dei servizi per Federfarma, o meglio, vende dei servizi a Federfarma, ma rappresentano una parte molto limitata del proprio bilancio. Sono servizi quotati a costo di mercato, per esempio: la Lan, servizi per il web e altre cose.

Non volevo essere polemico, sottolineavo il fatto che nella nota integrativa che accompagna il vostro bilancio, i servizi forniti a Federfarma ammontano a 5 milioni di euro, che in periodo di crisi, non sono poi così pochi.


Daniele D’angelo: Ora non ho il bilancio sotto mano, ma se non ricordo male l’88 per cento dei ricavi proviene dalla cessione dei dati. Noi non viviamo di contributi: per Federfarma facciamo diversi servizi che ci vengono pagati e che rappresentano solo una piccola parte del nostro fatturato. Sono servizi costosi, per esempio: noi gestiamo una Lan di Federfarma che è costituita da 28 computer, con servers, devices vari… Sono servizi molto costosi ed è tutto molto trasparente poichè siamo vincolati, il codice civile lo prevede chiaramente, ad applicare le stesse condizioni di vendita che applichiamo ai clienti sul mercato anche al nostro socio unico.

Quindi perchè la partnership con IMS?


Daniele D’angelo: Noi abbiamo scelto Ims perchè era il soggetto pronto a pagare i dati, e di quello che noi prendiamo da Ims il novanta per cento viene devoluto alle associazioni provinciali. Quindi se andiamo a vedere con attenzione, siamo noi che diamo qualcosa all’organizzazione complessiva e non il contrario.

Sono costretto a ripetermi perchè non vorrei che il punto, a mio avviso centrale, si perda nella confusione: Promofarma, come società di capitali, sta facendo il proprio lavoro, Ims è una società leader nel suo ramo e non è assolutamente in discussione; il problema nasce dal fatto che il vostro socio unico è un sindacato. Non è una cosa da poco. Un sindacato ha un valore diverso da quello del libero mercato: è un terreno molto delicato. Il progetto può anche essere buono, le società coinvolte onestissime, la vostra cattiva informazione solo frutto di reticenze volte ad evitare imbarazzi… ma dietro a tutto questo c’è un sindacato. Ed infatti le reticenze sulle informazioni non ci sarebbero state se tutti i soggetti coinvolti fossero espressioni del libero mercato. Il nodo centrale è questo.


Gianni Petrosillo:  Federfarma dovrebbe essere la prima a conoscere i propri dati e le strade sono solo due, o li acquista sul mercato o se li procura internamente. Però non basta collegare un computer ad un server. Federfarma deve avere questi dati, ma non  per un utilizzo proprio ma per farli poi avere, come servizio, alle farmacie. Se questi dati dovessimo andarli a comperare sul mercato, noi dovremmo pagare profumatamente Ims, invece con questo sistema ci facciamo pagare da Ims. I dati di per sè non dicono nulla,  perchè il dato nudo e crudo non ha alcun valore: va pulito, va verificato, va gestito… E’ un lavoro che solo una società che si occupa specificatamente di questo può fare. Noi come Federfarma, non abbiamo le potenzialità per fare analisi del genere; per creare una struttura in grado di elaborare un volume talmente ampio di dati, si arriverebbero a spendere cifre assurde. E come potremmo rientrare da tali costi? Vendendo noi quei dati sul mercato o chiedendo contributi alle farmacie. Noi, quindi, con il Progetto Zenith, siamo riusciti ad avere quei dati già puliti, sistemati e organizzati, senza pagare nulla, ma anzi facendoci pagare. Il fatto che le associazioni possano far risparmiare alle farmacie 90 euro all’anno per i servizi che erogano, non è una questione da nulla. Tra l’altro questi dati già ci sono sul mercato, il panel di 2500 farmacie fornisce un dato che è attendibile e con cui Ims crea un prodotto che poi vende a 265 euro ad ogni farmacia o industria che lo richieda.

Daniele D’angelo: Io vorrei aggiungere un esempio di cosa significa mettere insieme un sistema di accoglienza dei dati. Sempre per chiarire. Se lei prende il comma 12 dell’articolo 50 della legge 326 troverà scritto che per fare quello che stiamo facendo noi a SOGEI sono stati dati 50 milioni all’anno, dal 2003 in poi. Poi hanno dovuto ridurre perchè era una mostruosità. Ma tutto questo è iniziato con il secondo comma dell’articolo 8 della legge 371 dove c’era una frase che abbiamo voluto noi come Federfarma, ovvero che le farmacie si impegnavano, per tramite di Federfarma, a dare alla parte pubblica per il tempestivo utilizzo il dato rilevato con penna ottica dalla fustella. Tutto parte da qui. Prima di questa norma le assicuro che le Asl e le Regioni, i dati li avevano, le industrie pure, Ims faceva già affari e vendeva benissimo i dati… Gli unici a non avere questi benedetti dati erano il Ministero della Salute e Federfarma.

Io credo che da questa intervista emerga un ritratto piuttosto preciso di quella che è la vostra concezione del Progetto Zenith. Spero che al lettore sia utile.


Gianni Petrosillo:  Noi speriamo davvero che questo progetto ottenga il successo che merita: è circa un anno e mezzo che ci lavoriamo, con attenzione, studiando il contratto con esperti per evitare di incappare nell’antitrust, e sarebbe un peccato che naufragasse per dei malintesi.

Beh gli esperti, vi hanno portato a forme molto criptiche. Insomma, qualche problema di comunicazione c’è stato.


Gianni Petrosillo: C’è stato. Indubbiamente. Ma già alla fiera abbiamo potuto dire qualcosa in più.

A proposito di Cosmofarma, come è andata?


Daniele D’angelo: Abbiamo letto che, secondo i dati degli organizzatori, c’è stato un incremento delle visite. Per quanto ci riguarda siamo molto soddisfatti, sia per come è andato il nostro convegno sia per il numero di contratti che abbiamo fatto.

Ho scritto di recente un articolo sulla lettura dei dati di Cosmofarma. C’erano si più persone, ma visitatori, universitari… turisti insomma. Molti riferiscono un’aria molto triste.


Daniele D’angelo: Io ho visto le fiere di Cosmofarma fin dai primissimi anni ottanta ed è sempre stato così. Tanti turisti. Probabilmente la sede romana è più dispersiva rispetto a quella bolognese, ed i costi sono in effetti piuttosto alti.

Gianni Petrosillo:  Molte aziende ci hanno detto che vanno a Cosmofarma, per obbligo; se mancano perdono in prestigio. Ma economicamente è una perdita.

Quanti contratti siete riusciti a far firmare finora?


Daniele D’angelo: Dove c’è stata una comunicazione corretta, le cose stanno marciando. Ma purtroppo la cosa è molto diversificata da zona a zona. Bisogna considerare che siamo partiti da circa un mese e in un periodo molto difficile.

Un dato non me lo da?


Daniele D’angelo: In forma privata glielo do ma nell’intervista possiamo dire soltanto che siamo sull’ordine delle centinaia.

E a Cosmofarma?

 

Daniele D’angelo: A Cosmofarma è andata benissimo, abbiamo fatto un centinaio di contratti.


Davvero?


Daniele D’angelo: Si certo.

Un’ultima curiosità: se il dottor Petrosillo è l’amministratore delegato, mi pare di capire che il consiglio di amministrazione di Promofarma  è nominato direttamente da Federfarma. E’ così?


Daniele D’angelo: Certamente. Il consiglio d’amministrazione è formato da tutti titolari di farmacia, ed è praticamente un organo di Federfarma. Tanto è vero che il Presidente del consiglio di Amministrazione è la dottoressa Racca.

Abbiamo potuto studiare la vostra struttura e pare che il vostro consiglio direttivo sia composto da 5 persone, tra cui la dottoressa Racca, e alla voce “compensi”, per queste cariche, si arrivi a circa centomila euro. Me lo confermate?


Daniele D’angelo: No. Nel bilancio, gli organi sociali sono tutti raggruppati, c’è anche il collegio sindacale che è composto da tre persone, il consiglio è formato da sei persone. Il collegio è composto da due avvocati e da un commercialista. Quindi nella voce di bilancio, sono tutti insieme, non cinque persone ma nove.

Gianni Petrosillo: Confermo, sono sei del consiglio più tre del collegio. Inoltre la ripartizione è diversa tra consigliere e collegio: hanno due valori diversi. Il professionista del collegio sindacale è tutta un’altra cosa rispetto al semplice consigliere che presenzia solo ai tre consigli d’amministrazione che si fanno ogni anno. Il collegio sindacale si occupa, oltre al proprio lavoro, anche del controllo di gestione. Sono su due piani diversi.

Noi vi ringraziamo per averci concesso questa intervista, e ci terrei a rimarcare il fatto che se vi siete sentiti attaccati dal nostro giornale, erano attacchi al Progetto non ad altro. Riusciamo ancora a distinguere tra progetti, persone e società. Credo che fosse corretto da parte nostra offrirvi lo spazio per replicare alle nostre osservazioni. Ora i nostri lettori hanno un punto di vista in più, per farsi un’idea del vostro progetto. Grazie.

Gianni Petrosillo: Siamo noi a ringraziare lei e il vostro giornale, perchè in qualche modo ci avete fatto pubblicità. “L’importante è che se ne parli” recita un vecchio adagio.

Beh, allora aspetto una strenna all’approssimarsi del Natale?

Gianni Petrosillo: Certo, per incosapevole collaborazione.

Arrivederci.

Daniele D’angelo: A presto.

Gianni Petrosillo: Arrivederci.

 


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