La crisi è entrata in farmacia?

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Dopo un mese di aprile disastroso anche maggio conferma il trend negativo, ma il ritmo della flessione appare rallentato. Iniziamo con New Line il monitoraggio dell’andamento mensile del canale.

Il periodo non è dei migliori. Non lo è per l’intera Nazione, non lo è per la Farmacia, che sembra essere diventato il capro espiatorio di tutti i mali. E così, dopo tutto quanto abbiamo visto negli ultimi mesi, dalle cosiddette liberalizzazioni fino alla classe C, passando per il limite dei 65 anni, oggi ci si mette anche il mercato a dare serie preoccupazioni al settore.

La chiusura del 2011 aveva evidenziato una perdita complessiva del giro d’affari in farmacia intorno al 1%. Un dato tutto sommato fisiologico, considerata la minore propensione di spesa del consumatore, l’abbassamento di valore dell’etico provocata dalla diffusione del generici, una maggiore attenzione al prezzo, sia nelle scelte del consumatore che nelle strategie delle aziende e delle farmacie che hanno rivisto il pricing di numerosi prodotti e cercato di incentivare il sell out con una maggiore pressione promozionale. Il dato, peraltro, va letto anche all’interno di un quadro generale dei consumi nel nostro Paese che vede la consumer electronics registrare flessioni a due cifre, il mercato dell’automobile che ha chiuso il primo trimestre a -20% con picchi superiori al -26%, per non parlare dell’immobiliare. Si è sempre parlato dell’anelasticità della domanda in alcuni settori, come quello del farmaco, mentre nel food già da tempo si registrano segnali di contrazione: nei primi 4 mesi del 2012 Nielsen rileva, nel Mass Market, una flessione  dei volumi dei prodotti alimentari pari a -1,1%. Se, quindi il dato di fine anno non era ancora così preoccupante, nei mesi successivi abbiamo assistito ad un drastico peggioramento.Secondo i dati rilevati per PharmaRetail da New Line su un panel di 3.000 farmacie rappresentative del totale nazionale, i mesi di aprile e maggio hanno fatto registrare flessioni molto più nette.

Per questo motivo, in collaborazione con New Line, abbiamo deciso di monitorare costantemente l’andamento mensile del canale con una rilevazione che, senza entrare nel merito dei singoli comparti, fornisce un dato generale di andamento del mercato.

“I dati del mese di aprile – spiega Elena Folpini, responsabile della divisione ricerche di mercato di New Line – sono quelli più pesanti. Abbiamo infatti rilevato un decremento del 9,5% del fatturato globale e un -6,2% nel numero di confezioni vendute rispetto all’aprile 2011. In maggio c’è invece una leggera ripresa, con una flessione a valore del 3,5% a fronte, però, di volumi costanti. Va detto che sul mese di aprile 2012 abbiamo misurato un giorno e mezzo di apertura in meno rispetto all’aprile 2011 e questo ovviamente incide per qualche punto percentuale sul risultato.”

“La flessione – prosegue Folpini – riguarda trasversalmente tutte le categorie, ma a soffrire particolarmente è l’area dell’etico di marca che perde in aprile il 12% a valore e il 7% a volume, mentre in maggio i danni sono più limitati, con una flessione del 6% del giro d’affari a fronte di volumi stabili. Il tutto a vantaggio del generico che, unica eccezione del mercato, cresce del 9,8% in aprile e del 18% in maggio”.

Il risultato è frutto di una sempre maggiore sensibilizzazione di medici, farmacisti e pazienti sull’utilizzo del farmaco equivalente, ma anche di un aumento delle molecole unbranded disponibili. Il trend positivo del generico è ormai continuo e in questi mesi c’è anche da considerare il riflesso della scadenza di alcuni brevetti importanti, uno per tutti il Torvast che appartiene al primo ATC del mercato; le referenze branded a base di Atorvastatina, infatti, pur mantenendo le quote di mercato principali, abbattono drasticamente il prezzo al pubblico (per esempio le confezioni da 30 cpr 20 mg passano da 37,37 a 12,50 euro).

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