In un anno non è cambiato niente. Era il maggio del 2011 quando a seguito della pressante richiesta dei farmacisti di Federfarma, era stato stipulato un protocollo d’intesa tra Federfarma, A.d.f. (Associazione Distributori Farmaceutici), Assofarm (Associazione farmacie Comunali), Farmindustria, Federfarma Servizi, Fofi (Federazione ordini farmacisti italiani), ovvero tutte le associazioni della filiera del farmaco, per trovare una soluzione alle carenze temporanee di medicinali (rotture di stock), cercando di arginare il fenomeno e comunque monitorare in tempo reale, il verificarsi di momentanee indisponibilità di medicinali nel circuito distributivo. A più di un anno di distanza l’appello dei farmacisti è ancora lo stesso.
La normativa italiana, anche di rango amministrativo, ha definito le procedure che una azienda farmaceutica deve attuare nel momento in cui, per i più disparati motivi, prevede di non essere in grado di garantire la regolare fornitura di un proprio farmaco sul territorio nazionale. In particolare, è previsto che l’azienda titolare dell’Aic (Autorizzazione all’immissione in commercio) debba comunicare con almeno sei mesi di anticipo la circostanza all’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) per l’adozione di eventuali interventi correttivi che possono arrivare sino alla autorizzazione straordinaria ad importare medicinali o alla ottimizzazione delle risorse disponibili. L’Aifa stessa ha dedicato una specifica sezione del proprio sito internet alla gestione di tali eventi.
Accanto a questo fenomeno di carattere più strutturale, si registrano ancora, tuttavia, carenze ovvero difficoltà nella distribuzione di medicinali, che hanno creato difficoltà, per le motivazioni più disparate (non ultimo legate alla esportazione di medicinali), nello svolgimento del servizio. Le singole farmacie hanno quindi in questo anno segnalato carenze che si sono ripetute e verificate su più fornitori.
«La nostra battaglia era partita esattamente il 18 gennaio 2011 quando denunciammo una situazione che i farmacisti definirono insostenibile per il grave disagio arrecato al paziente, ovvero la mancanza di reperibilità di numerosi e importanti medicinali nel normale ciclo distributivo provinciale e regionale – dice Marco Bacchini presidente di Federfarma Verona, l’Associazione dei titolari di farmacia» «Stiamo parlando», prosegue, «di farmaci utilizzati nella cura di patologie come ipertensione, morbo di Parkinson, depressione, micosi, ansia. Prima del protocollo d’intesa potevamo solo constatare che i farmacisti non potevano fare pressione sulle aziende produttrici e anche la rete distributiva si trovava in forte difficoltà a causa di questa situazione che non riusciva a soddisfare le continue richieste delle farmacie. Credevamo che il protocollo d’intesa elaborato nel maggio del 2011 e da noi fortemente voluto, avesse aperto una finestra di dialogo e di reale contatto tra le grandi aziende farmaceutiche e il paziente, che tramite il farmacista ha continuato a segnalare le sue esigenze al nuovo gruppo di lavoro».
Ma il problema, purtroppo persiste e ancora oggi sono oltre 500 i farmaci consegnati alle farmacie in maniera contingentata e quindi non sicuramente in grado di far fronte a tutte le richieste. «A questo punto chiediamo che si affronti nuovamente questa situazione a rischio e che si giunga finalmente alla soluzione di un gravissimo problema sanitario e sociale, che è sempre più diffuso anche a causa delle continue riduzioni del prezzo dei farmaci in Italia, che risulta quindi un mercato meno interessante rispetto agli altri Paesi Europei».
Via L’Arena.it