Parafarmacia cavallo di Troia, a Bersani la parte di Ulisse. Frustrazioni di un FARMACISTA – Del dottor Stefano Italiano

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Ebbene si, lo ammetto, la frustrazione sta prendendo il sopravvento sull’ indignazione.
Questo comporta un abbassamento della guardia e prelude forse alla definitiva rassegnazione: la Farmacia Italiana è quasi morta.
Dibattere sulla questione con i moderatori televisivi o con i rappresentanti dell’ Italia da”GrandiFratelli delle Isole dei Patetici” è impresa impossibile. Come cercare di convincere un analfabeta che Pirandello ha scritto cose più interessanti di Moccia o che Pupo e i Pink Floyd non sono proprio la stessa cosa.
Ho capito che, al di là degli interessi personali, il modello di Farmacia (e di società) che i nostri burattinai stanno montando, non mi piace per niente.
Bersani e il suo codazzo se la fanno sotto perché Beppe Grillo sale nei sondaggi ma il danno irreparabile ormai è fatto.
Migliaia di colleghi dotati di micro-encefalo hanno decretato il successo di un’operazione (la Parafarmacia) che sarebbe fallita prima di cominciare senza il supporto di quelli che avrebbero dovuto osteggiarla. E’ difficile ammetterlo ma siamo riusciti a far passare Bersani per Ulisse portandoci in casa il cavallo di Troia (ah porca …..) della Farmacia Italiana.
Vi rendete conto, uno che al massimo potrebbe fare la comparsa in un film con Lino Banfi, gli facciamo fare Ulisse, l’eroe della mia adolescenza. E Achille chi lo fa?: Fassino?
Noi di sicuro faremo la fine degli improvvidi, sgozzati nel sonno, come gli omerici figli della Grande Troia e tutto questo per mano di Grandissimi figli di Buona Mamma.
Dr. Stefano Italiano
Benevento

1 COMMENT

  1. Mi vergogno profondamente per la redazione di questo giornale che ha diffuso questa lettera offensiva per tutti i professionisti laureati pagati ancora con contratto di commercio che hanno la “libertà” di svolgere totalmente la loro professione solo da dipendenti. Da titolari di parafarmacia diventano pericolosi avvelenatori offesi da politici prezzolati o in conflitto d’interessi. Gli stessi laureati sono però costretti a pagare l’ENPAF di un titolare di farmacia milionario. Doveri ma non diritti. E poi è sufficiente avere un calo di 3% di fatturati milionari per sentire parlare della “fine della farmacia italiana”.

  2. Caro collega,
    il titolare di Farmacia versa, oltre ai contributi di cui parli tu, anche l’1% sul fatturato (hai letto bene l’UNO PERCENTO)per garantire tutti i colleghi e la soppravvivenza dell’Ente. Se un titolare versasse ad un’assicurazione una cifra pari all’1% del fatturato, andrebbe in pensione con una discreta rendita. L’Enpaf, invece, ci garantirà 300-400 euro al mese. Oltretutto nessuno ci darà una buona uscita. Sapete vedere solo il fumo che vi vende la propaganda che vuole smantellare la professione.
    SE LA FIGURA DEL FARMACISTA VI FA TANTO SCHIFO, PERCHE’ AVETE SCELTO DI FARNE PARTE? Forse per poterla distruggere dall’interno?
    p.s.
    collega Falzaresi, un po’ di senso dell’umorismo…

  3. quello che scrive il dr Italiano tutti possono leggerlo;
    il dr Italiano firma come rappresentante ufficiale dei Titolari di Farmacia;
    punto!
    non c’è bisogno di aggiungere altro: anche per chi è dotato di microencefalo è facile trarre le naturali conclusioni.

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