In caso di misure che “penalizzino ulteriormente le farmacie”, Federfarma Nazionale proclamerà una prima giornata di chiusura, cui seguiranno ulteriori chiusure e altre forme di manifestazioni di protesta, fino a che non saranno adottati “gli opportuni correttivi”.
Se non saranno chiusi i tavoli su remunerazione e rinnovo della Convenzione sarà disdetta la Convenzione Nazionale. Lo ha deciso l’Assemblea nazionale di Federfarma, convocata d’urgenza per esaminare i contenuti delle prossime misure del governo. I nuovi tagli, previsti nelle bozze di decreto-legge in circolazione in queste ore, spiega Federfarma, “gravano in modo particolare sulle farmacie, sono insostenibili economicamente e quindi inaccettabili. Sul fronte del contenimento della spesa, le farmacie in questi anni hanno già pagato un prezzo molto alto (oltre 7 miliardi di euro negli ultimi 10 anni) e stanno subendo le conseguenze pesantissime del decreto liberalizzazioni, che porterà presto all’apertura di 4.000 nuove farmacie, in un contesto economico di crisi. Le farmacie chiedono l’immediata apertura del tavolo per la revisione del sistema di remunerazione, secondo quanto previsto da una legge del 2010, tuttora inattuata. Il nuovo modello di remunerazione consentirebbe la distribuzione in farmacia dei medicinali oggi erogati dalle strutture pubbliche favorendo ulteriori risparmi. “Se il Governo non prenderà in considerazione le nostre proposte – spiegano i farmacisti – le farmacie, per puro spirito di sopravvivenza, saranno costrette ad adottare le iniziative di autotutela”. “Ulteriori tagli sono inaccettabili” dichiara Annarosa Racca, Presidente di Federfarma, cui l’Assemblea ha dato pieno mandato di adottare tutte le iniziative necessarie a difesa del servizio farmaceutico. “Proponiamo, in alternativa ai tagli, la riforma della remunerazione e il rinnovo della Convenzione farmaceutica. Si tratta di interventi strutturali che rientrano pienamente nella logica della spending review, in quanto permettono al SSN di utilizzare al meglio le risorse disponibili”. Secondo le dichiarazioni di Alfredo Orlandi, Presidente del Sunifar (Sindacato Farmacie Rurali), “nuovi tagli sarebbero un colpo mortale. La farmacia rurale, in particolare, ha già dato abbondantemente al Paese e non è più in condizione di poter sopportare nessun altro tipo di gravame”.