Mandelli, farmacista pedina nella lotta al dolore e nel risparmio delle risorse

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La lotta al dolore in Italia, soprattutto grazie alla legge 38/2010, ha iniziato sempre più a prendere piede, nonostante i tagli imposti alla sanità dalla crisi economica. Accanto agli operatori tradizionalmente preposti all’assistenza clinica un ruolo fondamentale lo rivestono anche i farmacisti, in grado di intercettare le problematiche del cittadino. Andrea Mandelli, presidente Fofi, che abbiamo intervistato in occasione del IV workshop Impact Proactive 2012, in cui ministero della Salute, Regioni, società scientifiche, associazioni di categoria hanno fatto il punto sull’applicazione della legge, ha cercato di spiegare in che maniera il farmacista può intervenire in questo processo e diventare una pedina importante in una logica di risparmio delle risorse.

Dottor Mandelli, quale ruolo ha il farmacista nella lotta al dolore?
Molto importante, visto che la farmacia è un primo accesso sul territorio per il cittadino e che il farmacista ha la possibilità di intercettare il bisogno dei pazienti e soprattutto di capire quando la sintomatologia richieda l’uso di un farmaco da banco o necessiti invece di un passaggio con il medico. Compito del farmacista poi è quello di assicurarsi che il cittadino abbia ben compreso la terapia e la segua fino in fondo, intercettare eventuali interazioni farmacologiche, di cui talvolta il paziente non parla al medico, raccogliere e segnalare reazioni avverse.

Un momento fondamentale in questo è allora la formazione?
Della formazione dei farmacisti la legge 38/2010 sembra essersi dimenticata, ma la Fofi no: nel Farmafad, che partirà a settembre e sarà accessibile gratuitamente attraverso la nostra piattaforma, una parte importante dell’offerta sarà dedicata alla lotta al dolore. Occorre considerare che in Italia è un concetto che solo recentemente è stato affrancato, forse anche per una certa cultura catartica che ci caratterizza, con la conseguenza che la lotta al dolore ha avuto da noi un andamento più rallentato. Ora punto chiave è l’informazione, anche ai cittadini.

Preoccupa la crisi? Quale parola d’ordine per non sacrificare il percorso fatto?
Se l’appropriatezza è senz’altro uno dei cardini di una logica di risparmio delle risorse, per il farmacista fondamentale è anche l’attenzione all’aderenza terapeutica. Il paziente infatti deve acquisire la capacità di seguire la terapia fino in fondo, senza interromperla perché si sente meglio, nei modi e tempi corretti, altrimenti il rischio è di far lievitare i costi.

Via Farmacista33

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