La vicenda della vendita della società comunale Farma.Cer è approdata nell’ultimo consiglio comunale e ha visto la protesta dei lavoratori.
Da una parte c’è l’Amministrazione guidata da Eugenio Comincini che deve fare i conti con un bilancio comunale bisognoso di nuovi «flussi di cassa» (tradotto: di incamerare soldi) per sostenere le spese. Dall’altra ci sono quattrodici tra farmacisti, commessi, amministrativi e un magazziniere che rischiano di perdere il posto di lavoro. In mezzo ci sono le due farmacie comunali le cui licenze sono state messe in vendita ma che nessuno, per il momento, vuole.La vicenda della vendita della società comunale Farma.Cer è approdata nell’ultimo consiglio comunale e ha visto la protesta dei lavoratori, con tanto di cartelli che ben hanno espresso il loro pensiero: «Fate cassa sulla pelle dei lavoratori». Una vendita necessaria, secondo il primo cittadino, sulla quale non ci può essere alcun passo indietro.
«Quella di mettere in vendita le licenze delle due farmacie comunali è stata per noi prima di tutto una decisione politica – spiega il sindaco di Cernusco -. Per mantenere i servizi, pagare le aziende che lavorano per il Comune e rispettare il Patto di stabilità abbiamo bisogno di vendere. Non c’è altra soluzione. Ci sta a cuore il futuro dei lavoratori ma anche quello del bilancio economico della città».
Il primo bando scaduto lo scorso aprile e poi prorogato fino a maggio, è andato deserto. Così il Comune ha deciso di cambiarne le caratteristiche, riducendo del 10% la base d’asta (2 milioni 321mila euro per la farmacia di via Verdi e 2 milioni 143mila per quella di via Visconti). Con tutta probabilità sarà anche eliminata la clausola di obbligo di assunzione per almeno tre anni di tutti i dipendenti. Troppi per i privati interessati ad acquistare. Il bando dovrebbe chiudersi a settembre.