Una farmacista di Trieste si rifiuta da docici anni di vendere nella sua farmacia i profilattici. Scelta insolita quella di Maria Teresa Cadore che ha scelto la linea, semplice e dura, dell’”obiezione di coscienza”: “I giovani aspettino”. La dottoressa non apprezza le mezze misure: se non si è pronti per un figlio, si può aspettare per fare sesso. Le critiche sono state molte e decise, spesso molto dure. Il presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Trieste, invece, si è limitato a sottolineare che la farmacista non ha nessun obbligo di vendere preservativi. E’ una scelta. Le parole della farmacista sono di quelle che feriscono le orecchie delle giovani generazioni, e anche di quelle non tanto più giovani: “A un giovane che non vuole avere bambini dico di avere pazienza, di aspettare. Gli animali lasciamoli nella stalla. L’atto sessuale e quello donativo vanno uniti. La creazione ha una regola: non cambiamola”. Inoltre la farmacista sostiene di non vendere preservativi anche per una ragione pratica: “…Diversi anni fa sono venuta a conoscenza di uno studio portato avanti da illustri medici. Un lavoro scomodo, ma in cui io credo e che prova come la struttura porosa del profilattico possa non ostacolare la trasmissione del virus”. Anche Federfarma regionale si è discostata dalle opinioni della farmacista, e diversi medici giudicano la scelta della farmacista, inappropriata. E’ una scelta che fa discutere, è una scelta potente, giusta o sbagliata che sia, taglia in due il campo. E’ una scelta fiera, ben diversa da chi decide di tenere i preservativi ma un po’ nascosti. I distributori notturni hanno un po’ allontanato la questione dal cuore della discussione: lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Ed ecco la dottoressa Cadore, che tira in faccia all’opinione pubblica la sua scelta controcorrente sospinta da parole che lasciano il segno. Non siamo in grado di dare giudizi morali, e non è nostro compito (non è il compito di nessuno), ma siamo in grado di capire che si sta preparando un attacco sistematico ad una farmacista, che è anche una persona. Se le sue idee siano giuste o sbagliate non importa, non crediamo sia questo il punto, ma le campagne di violenza psicologica che si stanno attivando, meritano di essere stigmatizzate immediatamente. Lo schema tipico, tutti contro uno, non da molto onore, ne grandi vittorie.