Dopo avere tanto decantato i grandi risultati dell’industria farmaceutica italiana, ci troviamo costretti a parlare di una frase esteremamente preoccupante del presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi: “Non so se riusciremo a portare nuovi farmaci in Italia”. E’ veramente un paese ben strano il nostro: nelle stesse ore in cui è uscita tra le notizie questa frase terribile di Scaccabarozzi, uscivano splendidi peana sulla solidità e la floridezza dell’industria farmaceutica italiana, ispirati ai dati forniti proprio da Farmindustria. ”Non costringeteci a chiedere lo stato di crisi del settore. Lo scorso anno abbiamo perso il 9% del mercato e questo si aggiunge ai 10 mila posti di lavoro sfumati…il rischio e’ che alla fine si creeranno due fasce di cittadini quelli che andranno in Svizzera a comprare i nuovi farmaci e quelli che non li potranno avere”. Queste le parole di Scaccabarozzi. Si stenta a credere ai propri occhi. Lo stesso ente, guidato dallo stesso presidente, da una parte fa conferenze e lancia agenzie di stampa per rimarcare, continuamente, i grandi risultati dell’industria farmaceutica italiana, i grandi investimenti che questo ramo industriale mette in campo nella ricerca e nello sviluppo, gli incredibili numeri da grande protagonista in Europa, addirittura inaugura pubblicazioni sulla storia dell’industria farmaceutica italiana, il tutto in pompa magna; dall’altra parte, ma nello stesso tempo, dichiara di aver perso il 9% del mercato e che probabilmente il prossimo anno dovremo andarci a comperare le ultime novità farmaceutiche in Svizzera. Sono costretto a citare nuovamente Woody Allen: “Con la schizofrenia, non si è mai da soli”.