Confronto, coerenza ed unità di Eugenio Leopardi

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Sarò il presidente di tutti». Con questa frase Giorgio Squinzi ha rassicurato la giunta di Confindustria dopo il successo dello scorso marzo per la designazione alla presidenza della rappresentanza degli industriali. Per quanto possa apparire una frase fatta, la dichiarazione di Squinzi assume un significato per nulla banale. Vinta al fotofinish la campagna elettorale interna contro Alberto Bombassei per 93 voti contro82, il presidente della Mapei e la sua squadra hanno ottenuto a fine maggio il 94%dei consensi dell’Assemblea privata di Confindustria. In soli due mesi il sindacato si è ricompattato. Dall’insediamento ufficiale ad oggi, sono passate solo poche settimane e, anche verso l’esterno, la politica di Confindustria appare chiara e forte: non lascia dubbi circa spaccature interne. Si rema tutti nella stessa direzione. Eppure, alla vigilia delle elezioni, la spaccatura era evidente. Giorgio Squinzi si candidava per la “continuità nel cambiamento”, in sintonia con Emma Marcegaglia. Dall’altra parte Alberto Bombassei, presidente di Brembo, aveva invece in centrato la propria candidatura su un programma di netta discontinuità. Ciò che questa vicenda può insegnare a noi farmacisti appare evidente. Dobbiamo cogliere l’esempio di chi, in un momento di estrema difficoltà e di scontro con il Governo sull’articolo 18 (questione di non poco conto per le industrie) ha saputo in pochi mesi mettere a confronto opinioni e programmi diversi, combattere al proprio interno una battaglia sui contenuti, ricompattarsi attorno al vincitore e dialogare con il Governo con voce ferma e sicura. Il paragone con Federfarma appare malinconico e fin troppo facile. Come possiamo essere credibili, sia all’interno, sia nei confronti del Governo, quando da anni abbiamo le stesse irrisolte beghe di corte, portate avanti dai soliti soggetti, senza idee nuove e persone nuove? È chiaro che la controparte avrà sempre buon gioco nel dire: «Se a qualcuno di Federfarma questa ipotesi non piace, ci sarà sempre qualcun altro pronto a valorizzarla per i propri giochi di potere interno». Il punto è questo: qual è il potere di un’Associazione di categoria? Quello che esercita verso le correnti dissidenti interne o quello che si percepisce come forza compatta all’esterno? Subito dopo le elezioni di Confindustria, l’ex presidente Luca Cordero di Montezemolo ha detto: «Ora bisogna remare tutti nella stessa direzione prendendo atto dei numeri emersi dal voto. Di fronte a una Confindustria che può sembrare dai numeri spaccata, si apre una grande possibilità e senso di responsabilità per guardare al futuro».Gli ha fatto eco l’altro ex presidente Emma Marcegaglia: «Al termine della Giunta c’era un clima molto bello, di grande volontà di compattezza e unità. Lo stesso Bombassei ha ammesso che Giorgio ha vinto e che ha messo nel suo programma una serie di punti dei quali credo Squinzi terrà conto».Nella nostra categoria invece non ho mai sentito affermazioni di questo tipo. Gli sforzi maggiori vengono adoperati non per difendere la farmacia,ma per creare difficoltà all’interno, guardandosi bene però dal proporre un ricambio reale. Mancano le voci rassicuranti degli ex presidenti. A dire il vero,mancano anche gli ex presidenti, a dimostrazione di una classe dirigente che non sa rinnovarsi. Nella nostra categoria le elezioni non si sono mai basate sui programmi,ma solo su promesse di poltrone e poltroncine. Forse queste logiche sono diffuse al punto tale da apparire “quasi normali”. Tuttavia, chi scrive è molto lontano dal comprenderle. Del resto, sono stato colui che ha inserito la non rieleggibilità del presidente quando ho fondato la Fenagifar. Non occorre arrivare a tanto,ma dobbiamo chiedere alle nostre rappresentanze un comportamento elementare in democrazia: chi ha vinto governa con l’appoggio di tutti; e a fine mandato renderà conto del suo operato. In questo momento di grave difficoltà, solo tutti uniti intorno a chi viene eletto sulla base di programmi specifici riusciremo a riaffermare il valore della nostra professione agli occhi di tutti.

Dott. Eugenio Leopardi

Presidente Utifar

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