Scandalo Sanità piemontese: forse tutto da rivedere


Colpo di scena: Dark Side forse è da rivedere. Non stiamo parlando del famoso album dei Pink Floyd “The Dark Side of the Moon”, ma della operazione della guardia di Finanza che decapitò di fatto i vertici della Sanità piemontese poco più di un anno fa. L’impianto accusatorio si ridimensiona, il terreno comincia un poco a franare. L’inchiesta, nel filone principale, si occupava della gara per la fornitura dei “pannoloni” e vedeva come accusati di primo piano l’allora assessore regionale Caterina Ferrero, Piero Gambarino suo assistente, e il presidente di Federfarma Piemonte Luciano Platteri per un accordo illecito che avrebbe arricchito i tre a discapito della Regione. Tutto è partito da una delazione. L’informazione è partita dall’interno degli uffici dell’assessorato di corso Regina Margherita. Insomma, la questione è interna all’assessorato, dunque politica. La possibilità che ci sia stata una concertazione politica è tutt’altro che remota, e gli inquirenti ne stanno prendendo atto. L’impianto accusatorio ne esce molto ridimensionato, anche grazie ad intecettazioni. Sembrerebbe che in alcune intercettazioni si chiarisca che non c’è nessuna complicità tra assessore e Federfarma per la distribuzione per conto. Eviteremo di riportare stralci di telefonate, seppure sia possibile leggerle qua e là nel web. La situazione è molto complicata e si è sviluppata in diversi tempi, e in diverse modalità. Molto si regge su dichiarazioni, confessioni e intercettazioni. Ma la novità risiede nel nuovo orizzonte che si è aperto, e che mostra come le prime denunce, i primi “delatori”, siano mossi non dall’assicurare la convenienza dell’accordo, ma dal delegittimare l’assessore. Non c’è da dimenticare che l’assessore dopo questo scandalo viene sostituito da Paolo Monferino, ex manager Iveco. Chi è costui? E’ un manager che nel momento delle trattative tra regione e Federfarma presenta una proposta che aveva raccolto l’interesse di Federfarma. Al sindacato piemontese sembrava che la proposta Monferino fosse più vantaggiosa per la categoria. L’assessore Ferrero, si mette di traverso a questa trattativa e pochi mesi dopo lo scandalo, l’assessore viene “fatto fuori” e al suo posto c’è proprio Monferino. Tutta la situazione, in questa ipotesi, viene rovesciata poichè, nel caso in cui queste ipotesi trovassero conferma, l’assessore Ferrero sarebbe responsabile di aver scelto la proposta più conveniente per la Regione, ma la meno conveniente per i farmacisti. Questa la sua unica colpa, per il filone centrale dell’indagine. Rovesciamento completo delle posizioni. Il condizionale è d’obbligo. Una situazione molto intricata, bisogna camminare sulle uova. Non smetteremo certamente di seguire questo importante caso.


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