Partirà da fine luglio CUP2 (Centro unico di prenotazione servizi sanitari privati), il nuovo servizio attivato da Federfarma Brescia che permette ai cittadini di prenotare direttamente nelle 333 farmacie bresciane servizi sanitari erogati in forma privata al domicilio. Grazie ad accordi stipulati con centri infermieristici iscritti all’IPASVI e laboratori di analisi, le farmacie saranno in grado di offrire ai cittadini di Brescia e provincia una serie di servizi a cui accedere a prezzi agevolati e in tempi brevissimi.
I primi servizi a partire dal 16 luglio sono legati all’assistenza domiciliare infermieristica: prelievi a domiclio; cicli iniettivi; cambio catetere; igiene della persona fragile; servizio di assistenza notturna e medicazioni. L’intenzione è quella però di implementare ulteriormente la piattaforma dei servizi offerti, mettendo in rete le farmacie con altre strutture sanitarie private presenti sul territorio.“Questo progetto saprà dare risposte concrete ai bisogni di assistenza del cittadini”, ha spiegato Clara Mottinelli, presidente di Federfarma Brescia, “ l’utente può finalmente recarsi in farmacia e prenotare direttamente tanti servizi legati all’assistenza domiciliare infermieristica. In questo modo la farmacia “sotto casa” diventa a tutti gli effetti un centro polifunzionale di servizi. Il vantaggio per i cittadini è evidente: avranno un punto di riferimento vicino, sempre aperto e facile da raggiungere a cui rivolgersi per dare risposta alle più diverse esigenze di salute. Sono certa che il servizio sarà apprezzato specialmente in questo periodo estivo dalle famiglie che hanno in carico anziani e persone fragili: finalmente potranno recarsi in farmacia non soltanto per un farmaco o per un consiglio professionale, ma anche per prenotare un servizio di assistenza domiciliare».
Nel frattempo però si apre per Federfarma il fronte della lotta contro la spending review. Alla serrata del 26 parteciperanno anche le farmacie bresciane. Se la Spending review non sarà modificata in Parlamento, nel settore delle farmacie private si calcola che perderanno il lavoro circa 20 mila persone, in media poco più di una persona per esercizio farmaceutico.
A preoccupare in particolare la situazione economica delle farmacie. “La norma sull’aumento dello “sconto” (fissato al 3,85%) obbligatorio da fare al Servizio sanitario nazionale contenuto nel decreto sulla revisione della spesa costerà alle farmacie 220 milioni di euro l’anno”, ha illustrato Clara Mottinelli, “a questo ovviamente dobbiamo aggiungere i 600 milioni di euro che dovremo pagare se ci sarà lo sforamento della spesa territoriale. È chiaro a tutti che le farmacie ormai sono in ginocchio e che in queste condizioni diventa difficile andare avanti, considerato che si lavorerà in perdita.
Fino ad oggi le farmacie hanno fatto di tutto per non licenziare i propri dipendenti, ma presto saremo obbligati ad imboccare anche questa strada. In questi anni la farmacia non ha licenziato non perché non vi fosse la necessità, ma perché licenziare un collaboratore in una microimpresa è diverso che licenziare 1.000/10.000 operai delle grandi imprese o multinazionali.
Per noi titolari i nostri collaboratori hanno una faccia e un nome, sono persone con cui condividiamo la giornata, mentre nella grande azienda i dipendenti sono solo una voce di costo come tante altre. Il governo con interventi miopi sta facendo saltare uno dei sistemi più efficienti al mondo sia per quanto riguarda il servizio al cittadino nell’erogare prodotti, consigli e farmaci, sia per la sua funzione di “luogo” socialmente utile per la comunità di appartenenza“.