Lo sciopero del 26 Luglio Spiegato a mia figlia

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Proviamo a spiegare, come abbiamo cercato di fare con i bambini a casa, quali sono i motivi di questo sciopero con una “favola”.
Il papà Stato ha due figlie : una si chiama spesa farmaceutica territoriale l’ altra spesa ospedaliera e come tutti i figli non hanno comportamenti uguali…
La  prima (farmaceutica) ogni mese presenta il conto di come spende la sua “paghetta”, documenta ogni spesa mandando addirittura  il conto al papà che può sapere in tempo reale dove vengono spesi i soldi e controllare tutto al centesimo .
L’ altra figlia (ospedaliera)  non riesce a stare nei conti e non sa mai dove e come ma finisce sempre i soldi.  Man mano che cresce la disponibilità ed il papà allarga i cordoni della borsa la spesa cresce.

Qualche dato da chi i farmaci li vende a tutte e due  le “figlie”.

La fonte è Farmindustria:
“La farmaceutica si presenta con i conti in ordine”, sottolineano a Farmindustria. La spesa territoriale nel 2011 è stata del 13,2% del Fondo Sanitario Nazionale, al di sotto del tetto (13,3%), nonostante sia calcolata al suo interno una parte cospicua della spesa sostenuta direttamente dai cittadini (1,3%). Quella ospedaliera, invece, è stata pari a 3,6%, superando il tetto del 2,4%. Considerando sia quella territoriale sia quella ospedaliera, la spesa pubblica per medicinali in Italia è:

•più bassa che nella media dei grandi Paesi Ue del 26% (271 euro rispetto ai 390 degli altri);
•cresciuta dal 2006 al 2011 del 2%, molto meno rispetto al totale della spesa sanitaria (+10%) e degli altri beni e servizi acquistati dal SSN (+17%);
•diminuita nel 2011 del 4% mentre quella per gli altri beni e servizi acquistati dal SSN è cresciuta dell’1,8% (comunque meno dell’inflazione);
•stabile all’1,1% del PIL dal 2006 e nello stesso periodo diminuita in termini procapite dell’1%.

Il 2011 è stato il decimo anno consecutivo di calo dei prezzi dei medicinali, a causa di scadenze brevettuali e misure di contenimento della spesa (negli ultimi 5 anni le imprese del farmaco hanno pagato 11 miliardi di euro). Dal 2001 i prezzi sono scesi complessivamente del 28% (ma del 38% in media considerando i medicinali rimborsabili), rispetto a un’inflazione  aumentata del 24%.”
Il bravo papà a questo punto prova a mettere le cose a posto in un modo strano:  al posto di controllare la spendacciona  toglie i soldi alla concreta, che sa cosa spende, e quindi la cifra disponibile la gira a quella che costa sempre di più e che non riesce a razionalizzare da tempo.

Oltre a questo decide di farsi lo “sconto” e non versare  ad ogni farmacia la cifra pattuita ma meno, non perchè il servizio fornito non funzioni  ma perchè ha deciso cosí .
Sicuramente in questo momento tutti danno un contributo per uscire dalla crisi  ma nessuno potrebbe sopportare che venisse prelevata dal proprio stipendio in maniera forzosa una cifra che non risolverebbe certo i problemi attuali a meno che non diventasse  una tassa una tantum ma applicata in maniera uniforme a tutti, farmacisti ovviamente compresi.
La rete delle  farmacie, che al contrario dell’ immaginario generale non sono sempre quella giganti e  sfavillanti  ma soprattutto quelle piccole, magari  rurali  in cui esiste un titolare che fa da confessore e consigliere e se proprio serve vende il farmaco, rischia di saltare per la somma delle decisioni prese negli ultimi mesi da un governo di tecnici che dimostra un accanimento poco comprensibile ai più per un settore marginale negli equilibri di spesa italiana.

La cancellazione della pianta organica che dava la garanzia ai cittadini di avere farmacie distribuite sul territorio con un criterio di utilità  comporta il rischio di  alzare indiscriminatamente il numero delle farmacie non valutando, come è sempre stato nelle possibilità dei comuni di aprire nuove sedi solo dove sia necessario. Il rischio di questa decisione è di  portare  un peggioramento del servizio  nelle zone più disagiate e meno commerciali penalizzando in particolare le persone che non hanno possibilità di spostamenti.
Per esempio:  la prima conseguenza pratica  delle decisioni prese in primavera riguardante gli orari è che le farmacie notturne in molte città potendo scegliere l’ orario e non avendo più  regolamentato l’ obbligo di copertura della notte intera  abbiano deciso, in maniera totalmente lecita, di coprire la parte della notte più redditizia fino all’1  lasciando quindi un servizio  peggiorato e non migliorato per l’utenza.
La nostra speranza è quindi che il farmaco sia  sempre disponibile dove serve ed è necessario e non dove rende  ma soprattutto che  le decisioni politiche riguardanti la rete delle farmacie  sul territorio non portino solo  un  indebolimento e sgretolamento. Generando  quindi una situazione che non  da’ ai cittadini  nessun vantaggio  finanziario ma un peggioramento di un servizio, sempre migliorabile,  ma  già ora cosi’ apprezzato quotidianamente .

Edoardo Schenardi
Farmacia Serra – Genova

5 COMMENTS

  1. :-)) bella la favola peccato sia realtà dura! Manca un personaggio tipo uomo nero, orco o per dirla in tempi moderni un parente troppo equvocamente interessato alla piccola virtuosa dai riccioli d’oro ;-! Si chiama FEDERFARMA.. ci ha venduto agli zingari della GDO!

  2. Il punto e’ che i farmaci ospedalieri costano molto di piu’ perche’ sono tutti farmaci di nuova generazione, molti sono biologici ecco perche’ la spesa e’ maggiore, ma questo non vuol dire di certo spreco.

  3. se avessi letto dei divari enormi tra i prezzi di acquisto di materiale vario (presidi medico chirurgici, protesi, bypass, etc etc) tra una ausl e l’altra non saresti di questa opinione. lo stesso prodotto della stessa marca pagato 2000 euro in più o in meno a seconda di chi acquista. Straordinari pagati al personale medico/paramedico per sopperire alle carenze d’organico che fa levitare molto di più i costi che se si fosse provveduto ad assumere nuovi lavoratori. imbrogli e mazzette all’italiana…
    Gli sprechi nella farmaceutica ospedaliera ci sono e come. E’ una voragine che ogni anno è più profonda. non è solo questione di farmaci più cari.

  4. Ci vorrebbe solo un centro di acquisto (piu’ asl comprano con la stessa gara al ribasso) per i farmaci ospedalieri, ma i farmaci ospedalieri costano molto di piu’ ( es.farmaci oncologici, biologici diverse migliaia di euro a fiala) rispetto al costo di un antibiotico venduto in farmacia al pubblico.E’ come misurare le patate con le zucchine…se il prezzo unitario del farmaco ospedaliero e’ molto piu’ alto di quello dispensato dalle farmacie private e’ normale che la spesa ospedaliera sia piu’ alta

  5. Cara Anna, in parte vere le tue affermazioni….. Ma solo in parte. Gli sprechi ci sono eccome; esempio che ti posso portare in quanto si verifica con notevole frequenza è quello che in distribuzione diretta vengono consegnati i farmaci per diversi mesi di terapia, anche più di tre, e il risultato è che spesso il tutto finisce nel cassonetto degli scaduti posizionato fuori della farmacia….. Certo è un buon sistema per avere il magazzino della farmacia ospedaliera sempre ottimizzato a quelli che sono gli acquisti, purtroppo però finchè non tracceremo tutto per bene gioco forza le cose resteranno così e da cittadino mi auguro che la spending Review arriva dove deve veramente servire. Ciao

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