A Napoli la situazione dei rimborsi delle Asl sta diventando davvero critica. I ritardi vanno dai sei ai 12 mesi di ritardo e costringono molti farmacisti a chiudere l’attività o perlomeno a prendere in considerazione seriamente l’ipotesi. I primi a rimetterci sono i farmacisti dipendenti che vengono licenziati proprio a causa dei mancati pagamenti da parte delle Asl, che costringono il farmacista titolare a ridimensionare il personale della propria attività. Il presidente di Federfarma Napoli Michele Iorio, in sintonia con il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Napoli Vincenzo Santagada ha deciso una forma di lotta molto dura, dalla nobilissima storia, e che, nelle intenzioni, vorrebbe essere una strada alternativa alle serrate che, di fatto, bloccherebbero l’erogazione dei farmaci, trasformandosi rapidamente in un vero disastro per i cittadini/pazienti. La forma di lotta scelta è quella dello sciopero della fame. La situazione di collasso della categoria si sta propagando rapidamente anche tra i giovani: basti pensare che quasi duecento studenti hanno appena completato l’esame di abilitazione, ma in una situazione territoriale dove i dipendenti vengono licenziati o si vedono ridurre il contratto da full time a part time, sarà difficile poter assorbire i nuovi colleghi. Lo sciopero della fame, scelto da Vincenzo Santagada e da Michele Iorio, è una modalità forte, estrema, che nelle intenzioni vorrebbe portare con forza sul proscenio nazionale la vicenda, ma senza pesare sulle fasce più deboli della cittadinanza e di fatto rendere la categoria ancora più invisa alla popolazione.
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Fa piacere vedere a quanti illuminati che solitamente scrivono poco gli interessi quando i colleghi versano in situazioni critiche.
Quando va bene vogliono di dividere tutto quando va male non se ne sente neanche l’odore.
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