“Non ci sono modelli alternativi alla sperimentazione sugli animali se si vogliono testare nuovi farmaci e terapie”. Queste sono le parole di Pier Luigi Canonico, presidente della Società Italiana di Farmacologia (SIF). Sono parole che scuotono e che non mancheranno di generare polemiche e purtroppo non solo. Animalisti e ambientalisti nelle loro, spesso giuste, lotte hanno mostrato più volte di farsi accecare dalla rabbia, fino a sconfinare in atti non propriamente etici ma, anzi, vandalici e a volte violenti. La lotta contro Green Hill che sta animando questo 2012, è sempre forte e l’azienda che alleva animali destinati alla vivisezione, vive momenti molto tribolati. Un’inchiesta, qualche mese fa, della nota testata “Panorama” generò un putiferio mediatico incredibile: infatti, nell’articolo molti esperti definivano la sperimentazione come inevitabile e già ampiamente regolamentata. Adesso è Pier Luigi Canonico, durante la presentazione del nuovo centro di ricerca e sperimentazione di Eli Lilly nei pressi Londra, che ha affrontato questo argomento scottante: “Non ci sono alternative agli animali. Tra l’altro l’Unione europea ha stabilito delle norme molto restrittive in questo ambito, ponendo limitazioni e regole precise. Ma le integrazioni apportate dall’Italia sono ancora piu’ forti e le nuove regole in discussione in Parlamento pongono altre resitrizioni. Viene da chiedersi se cosi’ non si rischi una procedura di infrazione europea”. In caso le regole italiane blocchino di fatto l’utilizzo degli animali per la sperimentazione, l’uso continuerebbe acquistando all’estero. Le regole italiane potrebbero andare in contraddizione con quelle europee in materia: è un rischio serio. I settori in cui la ricerca e lo sviluppo nei farmaci è e sarà determinante negli anni avvenire sono: quello oncologico, delle malattie autoimmuni e dei farmaci orfani. A proposito di questo aspetto particolare il dottor Canonico ha dichiarato: “Si sta verificando, in quest’ultimo ambito (Farmaci orfani, Ndr), un fenomeno particolare. Stanno diventando cioe’ ‘orphan disease’ sottopatologie di una malattia che non e’ rara, anche per motivi di convenienza. Con i farmaci orfani la copertura brevettuale e’ piu’ lunga, servono meno persone per le sperimentazione e i tempi sono piu’ brevi. Il rischio e’ quindi che si usi questa strategia per far approvare il farmaco piu’ in fretta e poi allargarne le indicazioni terapeutiche anche a malattie non rare”. Anche le lotte degli animalisti possono essere strumentalizzate dalle aziende farmaceutiche per trarne profitto? Pare di si. Alcune domande mi fanno riflettere: se non ci sono alternative alla sperimentazione animale per lo sviluppo dei farmaci, e se questa posizione continuerà ad essere confermata e rafforzata da tutti gli esperti del settore, qual’è l’idea di fondo dei molti gruppi anti-vivisezione? Fermare la sperimentazione farmaceutica? Fermare il mondo? Davvero si pensa che il mondo si divida in “buoni e sensibili alle sofferenze animali” e “cattivi, amanti della tortura e del business sfrenato”? O alla fine di tutta la retorica c’è una semplice scelta di priorità? A volte il buono ed il giusto, non coincidono.
Le alternative in molti casi esistono e sono anche validate (mentre il modello animale non ha mai superato alcuna validazione formale).
La ricerca è troppo sbilanciata verso il modello animale (lo sostengono autorevoli esponenti del mondo scientifico) e noi cittadini stiamo pagando a caro prezzo questa scelta; non dimentichiamo che la percentuale di fallimenti del modello animale è pari al 92% (fonte FDA).
Vedere il seguente appello, fatto da 16 scienziati, a favore di alternative alla sperimentazione animale:
“Non-animal research needs more support”, The Guardian, 9/7/2012: http://bit.ly/MV7LmL
Dei circa 100 vaccini elaborati per curare la malattia delle scimmie simile all’Aids, nemmeno uno ha potuto essere applicato all’uomo, nonostante gli effetti riscontrati sulle scimmie.
Un articolo da leggere sull’argomento è “Why We’re Losing The War On Cancer”, dal quale si evince chiaramente come il modello animale sia profondamente inadeguato allo studio del tumore umano e abbia portato allo spreco di una enorme quantità di denaro:
“Why We’re Losing The War On Cancer” – Clifton Leaf – FORTUNE Magazine, March 22, 2004.
Ecco un passaggio:
Vishva Dixit, a vice president for research in molecular oncology at Genentech in South San Francisco, is even more horrified that 99% of investigators in industry and in academia use xenografts. Why is the mouse model so heavily used? Simple. “It is very convenient, easily manipulated,” Dixit explains. “You can assess tumor size just by looking at it.”
Although drug companies clearly recognize the problem, they haven’t fixed it. And they’d better, says Weinberg, “if for no other reason than [that] hundreds of millions of dollars are being wasted every year by drug companies using these models.”
Non è più accettabile che il progresso scientifico sia ostacolato da dogmi e interessi economici come quelli che ruotano intorno alla difesa del modello animale, è ora di cambiare paradigma e sono sempre più numerosi gli scienziati che lo dicono apertamente.
Gli animali possono piacere o meno ma qui SI DEVE PARLARE DI DIRITTO ALLA SALUTE U M A N A, ALLA RICERCA EFFICACE ED ALLE CURE.
Dico ciò sia da ex studentessa di veterinaria, che,soprattutto,da nipote di zio morto di cancro,da nipote di nonna mancata per sclerosi multipla, e cugina di un ragazzo down: sono contraria alla sperimentazione animale TUTTA… X GLI UMANI,non per far piacere agli animalisti!
Mi lascia perplessa che non si intervistino anche i MEDICI, RICERCATORI, SCIENZIATI ,CATTEDRATICI, NON ANIMALISTI che si sono SVINCOLATI DALL’ARCAICA (anche se comoda) pratica del “PASTICCIARE SUGLI ANIMALI”.
Approfondendo per conto mio,soprattutto dopo la morte di mio zio, ho letto tantissimi pareri: Prof.Sprovieri (Sorrento,1980) “la ricerca biomedica non ha bisogno di animali,è insensato e pericoloso continuare a seguire questa via tradizionale”. Prof. Croce P.ex primario dell’ospedale Sacco di Milano, dopo anni di ricerca sui modelli animali, umilmente e onestamente li riassumeva cosi: “errore metodologico”. Da “Nature” “… negli ultimi anni, in particolare per quanto riguarda le malattie neurodegenerative, i risultati ottenuti utilizzando il modello murino [cioè i topi, ndr] appaiono pressoché inutili”. Nel 2000 il National Cancer Institute americano ha eseguito un’analisi retrospettiva di 39 farmaci confrontando il risultato dei test eseguiti sugli xenoinnesti con quello della successiva sperimentazione clinica sull’uomo di Fase 2. Ebbene: solo il 45% dei composti che avevano avuto effetti antitumorali negli xenoinnesti si sono dimostrati efficaci anche nei test clinici. (ergo,matematicamente, il lancio di una moneta che arriva al 50%,avrebbe addirittura sovrastimato il risultato ricavato dalla vivisezione..peraltro risparmiando)
Dr.Irwin Bross, ex dir. Sloan-Kettering, grande istituto di ricerca sul cancro : “I contraddittori risultati della sperimentazione animale non solo hanno spesso ritardato e ipotecato il cammino della guerra al cancro, ma non hanno mai neppure determinato un solo tangibile avanzamento sul terreno della prevenzione o della cura del cancro umano”, Ricercatori di società farmaceutiche come Eli Lilly : “Se considerate i milioni di topi che siamo riusciti a curare, e poi li confrontate con ciò che siamo riusciti, o meglio, con ciò che non siamo riusciti a fare nella cura clinica delle metastasi, vi renderete conto che in quei modelli ci dev’essere qualcosa di sbagliato”;il cardiologo John Pippin, facoltà “Harvard Medical School”, analizzando gli articoli pubblicati dagli autori degli esperimenti, commenta: “E’ un insieme di articoli dai quali risulta in modo evidente l’uso strumentale di un esperimento per giustificare il successivo. In molti casi, una serie di domande prive di risposta – e generalmente non previste – emerse da uno studio sono state prese a pretesto per eseguire quello seguente. Più di una volta l’équipe invoca risultati errati o contraddittori di studi precedenti (spesso eseguiti da loro stessi) per giustificare un ulteriore esperimento. Questo lavoro esemplifica in modo straordinario una pratica diffusa: la manipolazione di modelli animali in base alle necessità e alla convenienza, indipendentemente dalla validità dei risultati che si ottengono.”, Dr. Benjamin Wolozin, docente di farmacologia dell’università di Boston: “Il problema sta nell’abisso esistente tra il lavoro sperimentale con gli animali e i test clinici con l’uomo.”, Dr. Marius Maxwell, neurochirurgo formatosi ad Oxford, Cambridge e Harvard, in merito all’irriproducibilità del Parkinson umano negli animali intossicati , dice: “non ci sono prove del fatto che la loro predittività per il trattamento del Parkinson nell’uomo possa superare il risultato probabilistico del 50/50, come nel lancio della classica monetina”. Dr.ssa Neancy Andreasen, psichiatra americana tra i massimi esperti mondiali sulla schizofrenia, dice “Non è possibile avere modelli animali per i disturbi del pensiero formale.Anche i modelli animali utilizzati dalle case farmaceutiche per testare l’efficacia terapeutica degli antipsicotici non sono validi.”, Prof. Rocca Rossetti Salvatore,ordinario di nefro-urologia e Direttore dell’Istituto di Urologia dell’Università di Torino dice: “nessun chirurgo è diventato tale perché ha imparato ad operare sull’animale,semmai sull’animale ha disimparato”;Prof. Veronesi Umberto: “All’istituto Europeo di Oncologia non si useranno per nulla animali da laboratorio.Lo spazio inizialmente previsto per gli stabulari è stato trasformato in laboratorio di colture cellulari”
.. E potrei continuare.. e possono tutti.. quindi mi chiedo: se l’informazione ha basi democratiche, perché queste voci sono censurate?La cosa non mi torna e credo non torni a molti.. Per la mia salute e per quella dei miei cari concordo con una frase in particolare, del Prof. Cagno, Dirigente Medico Ospedaliero,Psichiatria, “un metodo sbagliato non si corregge,si abolisce”,qualsiasi esso sia,aggiungo io..a prescindere dagli animali e da ogni componente emotiva.
Un’altra cosa che, per esperienza semi-diretta mi turba: sembra che troppi ricercatori debbano “galileamente” “abiurare” per non essere “marchiati”per non essere cacciati (ho 3 amiche in questa spiacevole situazione) che si sentono implicitamente costrette a “pasticciare” sui topi percependone silenziosamente l’inutilità.. mi hanno detto “inter nos”: “ altrimenti porte in faccia e niente soldi x il mutuo!”.
Mi sembra paradossale che nel 2012 si usino ancora metodi vecchi di secoli, per giunta mai validati, che sembrano tramandarsi per inerzia (quasi che siano stati incisi nelle tavole dei comandamenti): esempio “DL50” (datato 1927) basato su una procedura per cui agli animali vengono fatte assumere dosi crescenti della sostanza da testare fin quando metà degli animali muore intossicata:paradossalmente, usando solo la logica, senza scomodare le conoscenze scientifiche,anche il pane o l’acqua,con questo esperimento, potrebbero essere fatti sembrare tossici, soprattutto se commissionassi studi x vendere il vino invece dell’acqua!!!..secondo questo metodo non potrei ogni tanto abboffarmi della mia amatissima cioccolata,perché il DL 50 relativa ai cani è allucinante…
Un altro es. che mi sembra “schizofrenico”Drize Test,1944, mai validato che, ancora oggi si usa per lo studio dell’irritabilità oftalmica utilizza i conigli in quanto privi di ghiandole lacrimali (ma il problema del modello è proprio questo?!), nonostante già nel 1971 i ricercatori Weil e Scala, dimostrarono come differiscano i risultati da caso a caso e da laboratorio a laboratorio,e nonostante esista il TEST DI BETTERO per cui la sostanza “X” viene posta in contatto con la lacrima umana in vitro,dando esito sicuro, attendibile al 100%, veloce, pratico, economico ed addirittura personalizzabile (sulla mia lacrima!) per evitare le reazioni allergiche individuali,cosa viene usato?? Ebbene, dovendo pensare al mio occhio,alla mia salute, preferisco un risultato “PARZIALE UMANO” ATTENDIBILE, CHE NON MILLE COMPLETI “PASTICCIAMENTI”SU ALTRE SPECIE, INATTENDIBILI X NOI UMANI..parlando terra terra :a mio zio,mio cugino e mia nonna non frega nulla di sapere che la sostanza “X” fa questo o quello a un criceto o a un alieno xchè loro non sono criceti di 70 kg, elettrificati, avvelenati,o clambati o altro,ma sono esseri umani,che,vivendo normalmente,senza nessuno che gli pasticciasse sopra,si sono ammalati!
La verità è davanti agli occghi,ma ci vuole coraggio per vederla…come i foglietti illustrativi che tutti abbiamo in casa troviamo frasi come: “[…] negli studi sugli animali la somministrazione di “X” ha avuto un effetto dannoso sulla prole. Non è noto il potenziale rischio per la specie umana […]”. Ad ammissione finale degli stessi addetti ai lavori di quanto la ricerca sugli animale NON serva,se non, forse,solo x gabule legali/burocratiche/amministrative!
Soprattutto di questi tempi e’ comprensibile battersi per la poltrona,il lavoro,il finanziamento, ma non prendendo per i fondelli i malati e chi non ha basi scientifiche.
Del resto ,se si usa bene la propria libertà di pensiero,neanche servono le basi scientifiche per trovare nella vivisezione qualcosa che puzza…e tale concetto mi è stato sbattuto in faccia dalla mia cuginetta sedicenne con questa domanda su cui invito tutti a riflettere:
Se io, specie umana, vengo legata e mi si elettrifica parte del cervello fino a darmi una sintomatologia simile ad una crisi epilettica, sono un modello attendibile su cui sperimentare farmaci per l’epilessia?????
Beh,io ci ho riflettuto e nel tempo libero sono anche andata a curiosare su diversi siti che fanno ricerca con animali..rimanendo basita..
Dal sito …thon..ma ce ne sono alcuni da scompisciarsi dalle risate…
•Nella descrizione di una ricerca (da 141.040 € !) che dovrebbe riguardare generici studi neurologici di base,orientati alle malattie neuro-muscolari si legge l’incommentabile frase “ confidiamo che la varie tecniche genetiche da noi utilizzate negli animali sperimentali (roditori), possano anche aiutare nel creare modelli per approcci terapeutici nelle malattie neuromuscolari dell’uomo..” Ma come “anche”,ma l’obiettivo primario è solo quello numerico in parentesi?
In un altra descrizione di una ricerca (da 250.000 € ) che dovrebbe riguardare la SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA. “Sono già disponibili diversi farmaci inibitori di TNFa, p38MAPK e recettori AMPA ma è importante stabilire se essi siano efficaci nel migliorare la progressione della patologia nei modelli animali quando usati singolarmente e in associazione.”mmh..probabilmente a chi ha donato quei 250 mila euro interesserebbe sapere l’efficacia sui malati che li stanno GIA’ assumendo!!!
•Nella descrizione di una ricerca (da 180.000 € ) che dovrebbe riguardare il RITARDO MENTALE (umano) si dice: “L’approccio che noi abbiamo preso per identificarne alcuni si basa sia su nuove tecnologie di studio di pazienti che sull’analisi di un mutante di topo che presenta alcune interessanti caratteristiche che ne fanno secondo noi un buon modello per studiare almeno alcuni aspetti del RM.”.. (180.000 € S.Raffaele) ..e proprio quel “per noi” e “almeno alcuni aspetti” che mi preoccupa molto,oltre al fatto che, dai miei vaghi ricordi di veterinaria, non riesco a rievocare (forse perché semplicemente è impossibile) come gli animali possano esprimere un’ampissima gamma di sintomatologie UMANE tipiche di alcune malattie umane..e non mi riferisco solo al sintomo delle allucinazioni o del gioco compulsivo!
Beh,più approfondisco obiettivamente e per conto mio, più mi rendo conto della soggettività ed inadeguatezza degli esperimenti sugli animali!!
Chiedo solo una cosa :approfondite e ragionate da soli senza farvi manipolare mai, abbiate il coraggio di tenere a mente che la salute è e deve essere e deve rimanere un diritto universale x tutti,non un bene commerciabile (questa riflessione mi è venuta in mente leggendo il codice di federfarma..dove la parola “paziente o malato non si legge quasi mai..)
X quel che mi riguarda invito le PERSONE a cui tengo ad usare SOLO la propria testa, senza preconcetti e senza farsi manipolare, a diffidare da chi non ha il coraggio di usare parole appropriate alla realtà (vivisezione=sperimentazione animale dove gli animali vengono elettrificati, intubati, prodotte sfistole, amputati,ecc..perchè vergognarsene se serve??) ma soprattutto ad usare medicine,solo quando è inevitabile e quelle che sono sul mercato già da lungo tempo (in modo che le vere cavie umane abbiano già dato risultati attendibili sia nelle investigator’s brochure versione 1-2-3-4-5-6-7-8-9 e 10,sia nei primi periodi di commercializzazione) e faccio donazioni agli istituti di ricerca che non utilizzano il “pasticciamento vivisettorio animale”.
..sapete cosa sono le investigator’s Brochur vero?O credete ancora nella favoletta: sperimentiamo sui topi per non sperimentare sulle persone”