Le parafarmacie vogliono di più

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La Associazione Nazionale Parfarmacie Italiane, guarda dalla finestra, mentre Federfarma si prepara a sedersi al tavolo delle trattative con il governo, industriali e tutta la filiera della distribuzione del farmaco. Tutti, tranne loro: Anpi. In un comunicato, Anpi fa un’attenta analisi della situazione e, tra l’altro, riassume: “Ancora una volta la farmacia è nell’occhio del ciclone mentre Federfarma annaspa, disorientata alla ricerca di una soluzione che non riesce a trovare. Il fatto è che il rapporto di “fiducia” con certa parte della politica, non è più sufficiente per rimediare agli errori commessi dai titolari di farmacia negli ultimi anni. Una resistenza strenua per il mantenimento di privilegi storici, oggi vissuti dall’opinione pubblica come inconcepibili, specie quando il Governo ai cittadini chiede sacrifici come mai accaduto in passato”.  Secondo Anpi, anche il PDL ha abbandonato la causa dei titolari di farmacia, e sarebbe proprio questo accordo silente, tra PD, PDL, Regioni e Ministero che ha fatto tanto infuriare Federfarma. Un’analisi dura che non mancherà di suscitare qualche polemica. Quando Federfarma ha subodorato il “patto segreto” tra le parti, ha minacciato la serrata, di fatto confermando la posizione assurda e fuori dal tempo dei titolari di farmacia: questa, in sintesi, l’opinione della associazione dei farmacisti di parafarmacia in merito alla tensione delle ultime settimane a causa dei tagli alla spesa sanitaria. Ma anche sui numeri della Spending Review, Anpi dice la sua: “In merito ai tagli previsti sulla spesa farmaceutica noi pensiamo che il Governo abbia commesso in questo caso un grave errore di analisi. Riteniamo infatti che la spesa farmaceutica in Italia, con l’1,7% del PIL è ampiamente nella media europea, semmai diversa rispetto agli Paesi è la composizione della spesa: 0,8% spesa pubblica e 0,9% spesa privata. Una spesa quella pubblica molto al di sotto di quanto prevedono Paesi come Germania e Francia (1,3%), mentre anomala, perché molto alta, è la nostra spesa privata. Dunque non si comprende come sia possibile prevedere tagli sul comparto pubblico mentre nulla si prevede per introdurre elementi di concorrenza nella spesa farmaceutica privata. Questa si offrirebbe sicuri vantaggi per i nostri concittadini e determinare nuove occasioni di impresa e occupazione”. Non può mancare, come è ovvio, un momento di nostalgia per le mancate liberalizzazioni che questo governo aveva promesso: “Non è un mistero che le liberalizzazioni previste da questo Governo nel settore farmaceutico sono state un bluff. Prima la marcia indietro sui farmaci di fascia C, poi la previsione di un concorso per l’apertura di nuove farmacie destinate a far parte del circuito monopolista”. In ultimo, ma non certo per importanza, troviamo nel comunicato stampa alcune frasi che non nascondono gli ardori di guerra. Infatti Anpi, rivendica il suo ruolo da interolocutore nello scontro tra Federfarma e Governo, ma non come conciliatore, ma candidandosi a prendere grosse fette di distribuzione per conto del SSN: “In questo quadro non ci si deve meravigliare se, legittimamente, la parafarmacia si pone al centro dello scontro tra Governo e Federfarma, proponendosi come interlocutore qualificato per la dispensazione dei farmaci per conto del SSN”. Seppure non seduti al tavolo delle trattative, l’associazione delle parafarmacie italiane non accetta ruoli di secondo piano e guarda avanti. I toni si sono più contenuti rispetto  a qualche mese fa, ma l’idea di fondo permane.

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