In stato di agitazione da più di un mese, per la vendita delle due farmacie di proprietà di Farma.Cer. A preoccupare i lavoratori la possibilità di perdere il lavoro.
Serrande abbassate tutto il giorno per metà, lavoratori (quasi tutti) in sciopero e cittadini solidali con la loro protesta. Lunedì di agitazione quello andato in scena ieri per i dipendenti della Farma.Cer di Cernusco sul Naviglio. In stato di agitazione da più di un mese, dopo aver manifestato in consiglio comunale, hanno deciso di scendere per strada. E dichiudere le farmacie in segno di protesta. Solo una su due, quella di via Verdi, ieri mattina aveva le serrande alzate per la scelta di un lavoratore che non ha aderito alla protesta.Compatti, invece, tutti gli altri: tredici tra farmacisti, amministrativi e un magazziniere. Alla base dello sciopero c’è la questione ormai nota delle vendita da parte del Comune delle due farmacie oggi di proprietà dell’azienda a totale partecipazione comunale Farma.Cer. Dopo che ad aprile il bando era andato deserto, lo scorso 27 luglio il Comune ci ha riprovato. Con una diminuzione della base d’asta del 10% rispetto alla prima chiamata e una modifica delle condizioni per le assunzioni dei lavoratori.
Questo il nodo che ha portato i lavoratori a scioperare per tutta la giornata di ieri: «Ci erano stati assicurati tre anni di lavoro e il rispetto dell’articolo 18, mentre oggi ci ritroviamo con un bando che assicura solo sei mesi di contratto e in cui non vi è traccia dell’articolo 18», spiegano Antonella Protopapa e Gabriella Dearca, delegate Filcams-Cgil e Uiltucs-Uil -Uil che ieri si sono unite alla protesta dei farmacisti. «Il contratto nazionale delle farmacie speciali, in cui rientrano oggi quelle di Cernusco in quanto comunali, tutela i lavoratori con l’applicazione dell’articolo 18 anche se non si raggiungono i 15 dipendenti – spiegano le delegate -. Se le farmacie saranno privatizzate, questo non accadrà più». A preoccupare, prima che l’articolo 18, è però la possibilità concreta di perdere il lavoro.
«Sei mesi di obbligo d’assunzione sono decisamente pochi – spiega Claudio Corra, uno dei lavoratori della Farma.Cer -. Chiediamo al sindaco e al Comune di tornare sui propri passi e di non lasciarci soli in questa situazione». Per ora i cittadini sembrano essere dalla loro parte: in meno di un mese sono stati oltre mille i cernuschesi che hanno firmato la petizione e consegnata ieri al protocollo del Comune. Ora non resta che attendere la fine dell’estate e la risposta ufficiale del Comune.