Finalmente Uniti di Eugenio Leopardi

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Editoriale del 30 agosto 2012 a cura di Dott. Eugenio Leopardi – Presidente Utifar

L’alta adesione allo sciopero dello scorso 26 luglio racchiude in sé un risultato di grande valore: la categoria, finalmente, ha reagito unita. Di questi tempi, ciò non era per nulla scontato. L’occasione dello sciopero, infatti, avrebbe potuto rappresentare un momento di rottura, il pretesto utilizzato da qualcuno per forzare, incautamente, una situazione di crescente malcontento della base. Fortunatamente, non è andata così e tutta la categoria ha dimostrato di comprendere la gravità del momento e l’importanza di rimanere uniti. Non credo che questo sia dovuto ad un rinato spirito sindacale. Credo piuttosto che l’esasperazione del momento e la gravità delle misure che il Governo proponeva abbiano portato a quello spirito di unità utile per presentarsi, almeno all’esterno, con la credibilità necessaria per intraprendere una trattiva. Dalle mediazioni con il Governo, sono scaturiti un ridimensionamento delle misure contestate e un’interessante presa di consapevolezza da parte di tutti circa la necessità di rivedere radicalmente l’attuale sistema di remunerazione. Non è possibile, infatti, che il fatturato di un’azienda si basi su prezzi che sono in costante discesa come, da diverso tempo, quelli dei farmaci. Già nell’ottobre del 2009, in un Convegno organizzato a Roma, Utifar aveva voluto porre all’attenzione della categoria e del Governo la necessità di un cambiamento ai criteri della remunerazione. Oggi, senza volere rivendicare nessuna primogenitura, ci tengo a ricordare l’importanza della questione e auspico che i termini temporali contenuti nel decreto siano rispettati alla lettera: ogni ulteriore slittamento rispetto ad una revisione dei margini è un danno per la farmacia. Occorre però che, oltre a rispettare i tempi previsti, il nuovo sistema di remunerazione sia calibrato alla perfezione per garantire il sostentamento economico delle farmacie. In caso contrario, il nuovo meccanismo rischierebbe di aggravare un sistema già in difficoltà e la situazione rischierebbe di divenire insostenibile. Di questi aspetti si parlerà anche a Farmadays, nelle giornate congressuali che si terranno a Verona dal 5 al 7 ottobre. Con l’ausilio di molti esperti del settore, affronteremo l’argomento da un punto di vista tecnico. Parleremo di conti, entrando nel merito della sostenibilità per le farmacie dei possibili modelli di remunerazione.

3 COMMENTS

  1. Mi permetto di evidenziare come il commento del Dott. Eugenio Leopardi sulla logica di gestione di impresa è pienamente condivisibile.I molti controsensi dei vari decreti non fanno altro che impoverire l’offerta al paziente sia da parte delle Farmacie che delle Parafarmacie .Se il “core business” dell'”azienda Farmacia ” si avvia ad un mercato maturo per quanto riguarda il farmaco etico e se la parte “concorrenziale” in momenti di recessione si avvia ad una logica di scontistica, sarebbe opportuno ridefinire un riposizionamento sia della Farmacia che della Parafarmacia.
    Sarebbe bello da parte di tutte e due le organizzazioni Federfarma e Forum delle Parafarmacie,aprire un dibattito su quali sono le linee strategiche di sviluppo sia della Farmacie che della Parafarmacia .
    Con stima
    Roberto Adrower

  2. è veramente bello leggere le incoraggianti parole del figliolo di colui che fu presidente della Fofi per oltre 30 anni, il regno più lungo della storia recente, il Dottor Eugenio Leopardi e gli fa onore occuparsi con tanta passione di farmacie pur non essendo farmacista,Suo padre riusci a scrivere per 30 anni la prima pagina del “giornale del Farmacista” senza nominare mai la parola “dipendente”, come se non esistesserero e per il figlio di certo non esistono i problemi di una categoria impedita a svolgere la professione da quelli come lui che però hanno a che fare tutti i giorni con le “remunerazioni”……e pur non avendo il milione di media a testa di farmaci rimborsabili continuano a lavorare con dignità.Auguro al Dott. Leopardi di riuscire a trattare con il governo per mantenere alta la ricchezza della categoria e del resto è facile quando si è in condizioni di farlo cadere quel governo se non si fa come dicono lor signori…..

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