Per le Regioni c’è bisogno di un giro di vite sulla sostituzione in farmacia. Questa almeno è l’indicazione che arriva dal pacchetto di emendamenti al decreto Balduzzi messo a punto sabato dagli assessori alla Sanità e oggi all’esame della Conferenza dei governatori. Tra le proposte avanzate dal documento, infatti, c’è quella di inserire nel decreto un nuovo articolo (numerato 14bis) dedicato alla prescrizione degli equivalenti. Per quanto concerne il farmacista, il testo degli assessori riconferma l’obbligo di proporre al paziente il prodotto meno caro nel caso in cui il medico abbia indicato un farmaco dal prezzo superiore a quello di rimborso; quando invece non ci sono differenze di prezzo a carico del paziente, il farmacista deve dispensare il prodotto indicato dal medico (con il nome commerciale se branded, con quello del produttore se generico) e l’eventuale «sostituzione impropria comporta l’addebito d’ufficio del medicinale consegnato».Se oggi le Regioni dovessero decidere di confermare la proposta e il Governo poi l’accettasse, ne derivebbe un giro di vite alla sostituzione che per le farmacie rischia di rivelarsi oneroso. Non tanto per quello che i titolari perderebbero dal calo del copayment (ammonta a circa 800 milioni di euro la cifra che ogni anno gli italiani pagano per coprire la differenza tra quota di rimborso ed equivalente dispensato) quanto piuttosto per la crescita dei costi di magazzino determinata dalla necessità di disporre di tutte le marche in commercio. Ne deriverebbe un sacrificio che tra l’altro non porterebbe nulla in tasca alle Regioni, ma è anche vero che da tempo alcune di loro (due su tutte, Toscana ed Emilia Romagna) accusano i titolari di sostituire troppo e in modo troppo disinvolto. E forse sulla proposta pesano anche le pressioni dei medici, da anni all’attacco per limitare la sostituibilità in farmacia. Guarda caso, in materia di equivalenti l’emendamento proposto dalle Regioni pare venire incontro ai curanti anche sulla prescrizione per principio attivo, introdotta un mesetto fa dalla legge sulla spending review e contestata da gran parte dei medici.
Via Farmacista33