Anche le statine si fanno una seconda vita. Questi importanti farmaci anti colesterolo, secondo alcuni ricercatori svizzeri e statunitensi, sarebbero utilissimi per controllare la crescita delle cellule tumorali. Secondo gli studi, le statine sarebbero in grado di agire contro la crescita di nuovi vasi linfatici. Lo studio congiunto è formato dagli scenziati dell’Eidgenössische Technische Hochschule Zürich (l’Istituto Politecnico Federale di Zurigo) e dell’Università della California a Berkeley. Grazie ad alcuni test, basati su innovative colture cellulari, i ricercatori hanno potuto verificare la crescita dei vasi linfatici. La coltura, automatizzata in 3D, ha consentito al professor Michael Detmar e colleghi di riprodurre il processo di sviluppo e crescita di nuovi vasi linfatici. Sono stati quindi testati oltre mille piccoli composti chimici, per riscontrare gli effetti. Martin Schulz, principale protagonista dello studio ha dichiarato in proposito: “Siamo stati in grado di vagliare un numero così elevato di sostanze perché siamo riusciti ad automatizzare questo processo”. Per mezzo di un microscopio per lo screening automatizzato si è riuscito a raccogliere oltre centomila immagini ad alta risoluzione delle micro-perline che fanno da rivestimento alle cellule proprio alla nascita dei nuovi vasi linfatici. “Il nostro sistema offre in tal modo una maggiore prevedibilità” ha spiegato Michael Detmar, e Schulz ha voluto precisare: “E, a differenza degli esperimenti sugli animali, siamo in grado di valutare direttamente la risposta nelle cellule umane”. Infatti, questo sistema presenta due vantaggi formidabili: l’affidabilità e la riduzione drastica della sperimentazione su modello animale. Nessun test eseguito manualmente avrebbe permesso di provare tanti composti. E tra i composti testati sono state proprio le statine a distinguersi particolarmente. Michale Detmar ha concluso: “Al momento non ci sono trattamenti affidabili disponibili nelle cliniche. In futuro si potrebbe immaginare come un trattamento con le statine dei pazienti ad alto rischio di cancro per prevenire i tumori in via di sviluppo di metastasi, anche prima della diagnosi di cancro”.