In un Paese come il nostro dove si è inventato il diritto ma spesso non viene applicato,dove i sindacati svolgono solo un ruolo rappresentativo senza dare un serio contributo ai tanti cittadini onesti che lavorano e confidano nella giustizia sociale,ebbene in questo nostro bellissimo Paese c’è chi sta prendendo coscienza che si deve alzare fieramente la testa e dire noi ci siamo!!!Siamo qua,abbiamo una dignità e vogliamo che i nostri diritti vengano rispettati.
Il noi in questo caso sta per me e per tutti i miei colleghi farmacisti che dopo l’entrata in vigore del decreto Bersani abbiamo pensato davvero che forse per la nostra professione qualcosa stava cambiando.Le parafarmacie nonostante ciò che falsamente dice Federfarma sono state aperte da farmacisti uguali per titoli e competenze a chi opera in farmacia(la grande distribuzione c’entra poco davvero,credete a chi lavora nel settore..).Quegli stessi farmacisti che sono il vero motore della filiera del farmaco in Italia.Quei farmacisti che da dipendenti vengono ridicolizzati per quanto poco guadagnino in funzione a ciò che sono le loro reali responsabilità penali e soprattutto pochissimo per il ruolo sociale che svolgono quotidianamente.Quegli stessi farmacisti che se decidono di tentare la strada di aprire una parafarmacia vanno incontro a mille ostacoli e bastoni tra le ruote.
In altri Paesi durante una crisi come quella che stiamo vivendo oggi le attività concorrenziali come le nostre verrebbero premiate ed incentivate.Ma l’Italia si sa dell’Europa non va entusiasta.Siamo un popolo di provinciali,peraltro restii a cambiare.
Ora alcuni di questi professionisti hanno deciso di reagire ad anni di soprusi.Stanchi di venir ripetutamente illusi dalla maggior parte dei politici,ora ci siamo stancati ed abbiamo deciso di chiedere un risarcimento danni nelle opportune sedi giudiziarie.Se lo Stato ci fa aprire delle attività per poi farle morire allora è giusto che si assuma le sue responsabilità e che sappia che siamo in tantissimi ad aderire a questa iniziativa che non ha nulla di sindacale ma che vuole almeno riaffermare che in Italia le discriminazioni ci sono e continueranno ad esserci.Ma per fortuna ci sono tribunali anche in Europa!!!Ed in Italia abbiamo i migliori avvocati!!!Siamo sempre il Paese che ha dato i natali al diritto.
dott. Alfonso Albano
44 risposte a “Parafarmacie pronte a chiedere il Conto”
Sono d’accordo con il collega Alfonso Albano chiediamo i danni derivati da governi solo pronti a difendere i propri interessi a scapito dei cittadini.Senatori non indipendenti , presidenti di ordini non obbiettivi che difendono le loro lobby e’ un paese alla deriva anche per questo .
Non solo chiederemo i danni per la limitazione professionale,ma anche e soprattutto perchè abbiamo studiato con profitto senza potercene di fatto avvalere!!!Se non si ha il culo di nascere in una famiglia di titolari di farmacia allora la nostra laurea(secondo alcuni,ma solo per loro..)non serve a nulla!!!e qua casca l’asino.E l’asino in questione è Federfarma.
Siete tutti dei poveri illusi, credete ancora che ci sarà una liberalizzazione o passeranno la fascia C alle parafarmacie? Credete che il governo qualunque esso sia dopo l’apertura di 3000 nuove farmacie permetterà alle parafarmacie di continuare a sopravvivere?
Se non avete capito che il governo sta cercando di mettere la parola FINE al capitolo parafarmacia siete dei poveri illusi.
Le parafarmacie sono nate per fare concorrenza. Ma quale concorrenza possiamo fare vendendo solo il 10% dei prodotti che si vendono in farmacia? La concorrenza si fa su tutto! Oppure non si può sopravvivere.
Caro sig. DiGennaro,non è mia intenzione fare polemica,ma gli illusi in Italia sono quelli che vivono e pensano come lei. Se davvero crede che le farmacie come istituzioni siano in grado di garantire la salute pubblica su tutto il territorio nazionale e che l’apertura delle nuove 3000 (fantomatiche) sedi porti ad un vantaggio in termini economici per la gente è lei l’illuso. Mi rammarico, ma avreste duvuto (lei e quelli come lei)appoggiare la volontà e la lotta dei farmacisti liberi professionisti, che non hanno mai firmato compromessi con medici accondiscenti e con case farmaceutiche sleali…ma se lei è un farmacista titolare di farmacia convenzionata allora il discorso torna…e fà bene ad illudersi ancora che la sua sia un’ attività redditizzia!
Ovvio che non possiamo fare concorrenza con chi può vendere tutto. E’ come se avessi una concessionaria di auto che può vendere un solo modello e un solo colore. Mentre a 200 metri una concessionaria può vendere tutti i modelli e colori di auto!!!!
SICURAMENTE POVERI MA CON LA COSCIENZA A POSTO.NON ABBIAMO FATTO PATTI COL DIAVOLO PUR DI MANTENERE PRIVILEGI FEUDALI,NOI…QUANTO ALLE ILLUSIONI.ALMENO CI LASCI QUESTO.O AL MINISTRO BALDUZZI LO AVETE CONVINTO CHE I FARMACISTI NON TITOLARI DI FARMACIA NON HANNO DIRITTO A FARSI PIE ILLUSIONI?PIUTTOSTO UNA DOMANDA..MA A NOVI LIGURE TUTTO A POSTO??NORMALE ROUTINE??I CONTROLLI LI FANNO SEMPRE?MEGLIO COSI’…ALMENO LA TV COMMERCIALE DEL VOSTRO PADRONE BERLUSCONI NON SERVE SOLO PER LA CHAMPIONS LEAGUE..
Credete quello che volete ma le 3000 farmacie apriranno eccome, ed allora già il povero mercato delle parafarmacie finira con il prosciugarsi.
Nel futuro io vedo solo farmacie (Indipendenti o Associate) e grandi catene di parafarmacie (Esserebenessere e co) mentre sono più che convinto che le attuali parafarmacie sono destinate all’estinzione.
Basta piangere su questa storia della casta, se i farmacisti titolari lo fossero davvero non si sarebbero toccate molte cose che negli ultimi mesi sono invece state cambiate (Notai Docet).
nella prossima vita magari si reincarna in un notaio!!!
Le farmacie tra poco saranno libere come in tutti i Paesi civili del mondo. In Europa sono già libere in Gran Bretagna, Irlanda, Olanda, Belgio, Polonia, Svezia, Norvegia, Svizzera, Ungheria ecc.
Presto anche l’Italia si adeguerà. Quindi le parafarmacie si trasformeranno tutte in farmacie libere!
Sinceramente non capisco di quali diritti state parlando, con il famoso decreto bersani è stata liberata quella parte di farmaci che meritava di essere tale, non concepisco come si possa pretendere di poter liberalizzarli tutti.
Voi considerate questo un vostro diritto perfetto allora anche i titolari di farmacia, che per acquistarne UNA hanno dovuto investire milioni di € (di certo non trovati per caso ma frutto di lavoro e sacrifici), hanno il diritto di combattere questo sopruso, che a quanto pare è in loro favore.
Sono della convinzione che nella vita bisogna essere lungimiranti, se ci si vuole laureare in farmacia e non si hanno le disponibilità economiche per comprare un titolo, bisogna sapere che lo stipendio non è dei migliori e comporta sacrifici ma non autorizza nessuno a creare scompiglio e disagio ai titolari che non godono di molte fortune ultimamente.
Pensateci 10 volte e anche più prima di iscrivervi a questo corso di laurea.
Sono laureato in farmacia e non sono titolare, semplicemente rispetto quelli che hanno avuto l’occasione di aprirsi un varco in questo mondo.
scusi signor Gianni,una domanda ma secondo lei parla con grulli???noi vogliamo esercitare liberamente la professione per la quale abbiamo studiato(pagando le vostre stesse tasse…)Se la turba tanto la concorrenza libero di dire la sua.Ma almeno non offenda le nostre intelligenze.Io sono a favore del libero MERCATO.Se lo fosse stato anche lei,anzichè rifugiarsi nella sicura tana del lupo,forse a suo tempo avrebbe pagato meno la farmacia che con tanti sacrifici ha comperato!E poi un minimo di rispetto per chi crede in ciò che fa e non pensa come tanti suoi colleghi solo ai fatturati che calano.Ma alla fine cosa vi disturba così tanto?Non chiederemo un risarcimento a lei,ma allo Stato.Buona domenica,Gianni.
Anche in Germania le farmacie sono libere. Presto anche in Italia le farmacie saranno di libera apertura. Chi é farmacista sia ibero, se vuole, di aprire una farmacia.
Sig. Gianni…una canzone citava…”ne devi fare di strada…bimbo…” Aprite i cervelli e non offendete la nostra professione, che con la vostra mentalità state rovinando l’Italia da molti anni…ormai.
per quelli delle parafarmacie,è meglio che vi informate su cosa studiare per i concorsi…la furbata non vi è riuscita,potete vendere sop e otc nei negozi ,come giusto che sia,ma non altro.nel mondo non sempre la spuntano i furbi,ricordatevelo…
Beh, i concorsi adesso si fanno per ”titoli” e quindi non occorre ”studiare”. Se poi imparare i quiz a memoria sia….. ”studiare”, la dice tutta su certe ”opinioni” davvero autorevoli.
Noto che da 5000 farmacie che dovevano essere assegnate siamo passati a 3500. Gia’ una bella sforbiciatina di 1500 SEDI NON ASSEGNATE. Mica bruscolini…ma vedo che la tendenza al ribasso continua. Siamo a 3000 secondo alcuni, quindi altre ”500” che vanno via…Mi viene da scompisciarmi dalle risate. Ma voi davvero pensate di aver a che fare con gli aborigeni ed usare gli specchietti?
di cosa vuoi parlare collega?di farmacologia,o di tecnica farmaceutica?sempre pronto quando pensi di volerti confrontare sulla vera professionalità.poi nessuno di noi ha provato a fare una furbata.la vera ed unica furbata è che i farmacisti titolari di farmacia e di conseguenza di una licenza statale rivendono privatamente con coefficienti che vanno dall’1,5 sino a 5 volte il fatturato…questa non è una furbata ,ma una mascolzonata!!!
Ma quale “conto” volete chiedere?!?! Certo che siete ridicoli e con la faccia tosta!!!
Ma ve lo ha prescritto il dottore di aprire una parafarmacia ? oppure in seguito alla legge bersani vi siete illusi di poter usufruire di qualche sanatoria?
Ma dico io….quando avete aperto vi siete fatti bene i conti? avete letto bene il decreto bersani e le possibilità che dava?Beh…due sono le cose:
o siete dei furbi che volevano prendere la scorciatoia per aprire una farmacia;
o siete dei mediocri imprenditori se speravate che Otc e sop bastassero per poter portare avanti la vostra attività.
Sull ‘ equità o meno del sistema, beh, di quello se ne può parlare, se ne può discutere.
Ma che ora vi lamentiate che Otc e Sop non vi bastino per sopravvivere , mi sembra un po una presa per i fondelli.
E cmq…..ma davvero sperate e pregate per una completa liberalizzazione di questo settore?
Ma anche in questo caso le cose sono due:
o siete dei mediocri imprenditori e non avete messo in conto le conseguenze devastanti che ciò porterebbe;
oppure dietro chi scrive e porta avanti queste richieste si celano interessi delle grosse multinazionali e società di capitali.
Ma davvero pensate che farmacisti o parafarmacisti indipendenti potranno competere con questi colossi internazionali che inevitabilmente si fionderanno sul mercato italiano ?!?! Poveri illusi che siete….da dipendeti delle attuali farmacie private diventeremo tutti dipendenti della grande distribuzione.
Se è questo quello che volete!
Amen!
Si effettivamente dopo essermi reso conto del vuoto cosmico che hai nel cervello mi vien voglia di consegnare tutto a Salsi il tuo collega titolare di farmacie che si e’ inventato ”esserebenessere”. Un tuo simile che e’ stato piu’ furbetto di te. Una domanda: ma per comprare una farmacia occorre anche valutare il Q.I. dell’acquirente? Io glielo misurerei prima di affidargli una cosa così importante che incide così tanto sulla salute pubblica..
Il suo intervento mi sembra un tanto scomposto quanto confusionato! hauauhuauhauhauuaua
Ma ha letto bene quello che ho scritto?Cosa ho detto da meritare i suoi apprezzamenti? A me sembrano un tantino fuori luogo e per niete attineti alla mia osservazione.
Impari a leggere e sopratutto a comprendere! hauhuauhauhauhuauaua
Scusi le risate…..ma certi commenti mi fanno impazzire! huahauaaua
Non mi sorprende che (lei) non riesca a trovare l’attinenza in cio’ che le scrivo, infatti la sua risa fa’hauhauhauhau, anziche’ hahahaha. Dev’essere l’eco delle sue risate nel vuoto cosmico del suo cervello….chissa’ poi dove vanno a disperdersi le idee…
Sinceramente non ho tempo da perdere con un’inutilità come lei.
Ci si risente in un’altra vita….forse nella prossima lei sarà più fortunato e nascerà in un corpo più evoluto di quello attuale ( che su per giu dovrebbe corrispondere al massimo ad un australopitecus afarensis.)
Eviterei di parlare dei sistemi Esteri (tipo Ungheria, uk, Belgio) senza avere evidentemente cognizione di causa.
Qui si punta alla professione, alla possibilità di esercitare liberamente la propria professione. Evitate i classici commenti di rudimentale economia se potete. (anche se mi rendo conto che per voi è difficile). Dovessi io un giorno tornare ad essere dipendente lo farei molto volentieri per una catena di farmacie anzicchè per una società di famiglia di farmacisti…almeno avrei la possibilità di fare carriera, avrei l’orario di lavoro contribuito a regola e mi risulterebbero anche i servizi extra (tipo festivi e notturni) che nella mia busta paga risultavano come premio,quando risultavano…ma di cosa volete parlare!!!!!Se citroviamo in questa situazione la colpa è soprattutto vostra, titolari di farmacia privata aperta al pubblico, che per anni avete sfruttato con miseri stipendi e con orari di lavoro stressanti i vostri dipendenti pari titolo…E’ proprio vero…il lupo cambia il pelo ma non il vizio! Io non intervengo più…chi vivrà vedra!
mi permetto di osservare che in quanto a “mediocri imprenditori” nel mondo non ce se sono di uguali ai titolari di farmacie italiane.non c’è nessun bisogno di rispiegare che le migliori pappe scodellate si sono viste proprio in questo settore di “imprenditori” garantiti senza concorrenza… avete un altro esempio al mondo?
beh, in francia il quorum è stato alzato di recente a 4500, in uk il control of entry garantisce una farmacia ogni 5000 abitanti circa, in alcuni paesi scandinavi siamo attorno a quota 10’000…basta o continuo? comunque ribadisco una cosa che ho detto sempre: aspettiamo tutti con serenità le sentenze di corte costituzionale e ue, e nel frattempo cerchiamo di non spacciare le ns esperienze personali per paradigma del sistema, anche se concordo sulla maggiore possibilità di fare carriera in una chains (certo, se facessero e sopratutto avessero fatto i concorsi davvero…ma che ci posso fare io titolare se non li fanno?) .
la furbata è cercare di ottenere la fascia c,sapendo che quando si è aperto si potevano vendere solo integratori e sop.allora è facile ,facciamo tutti cosi.ci apriamo la parafarmacia,rigorosamente accanto l’ospedale o il poliambulatorio,e via…chi ha la farmacia in periferia,o aperto un mutuo per comprarla,la piglia in quel posto.ragazzi,ragazzi..il servizio farmaceutico deve essere un servizio capillare,non può essere un tale scempio come vogliono alcuni(invidiosi,rancorosi,chi più ne ha ne metta)o come vuole la GDO.le leggi sono chiare,io penso che andrà a finire come in francia,dove il quorum è tornato a 4.000 ab,e le parafarmacie potranno vendere solo OTC.
E dove era scritto che oltre a poter vendere OTC e SOP nel futuro non si sarebbe mai potuto vendere altro…
Qualche trafiletto a parte, una nota a margine? Forse era scritto con inchiostro simpatico e non riusciamo a leggerlo?
O se lo e’ inventato lei con i suoi colleghi portatori di interessi privati e privilegi mai meritati?
come ha detto il presidente dell’ordine,per garantire la sostenibilità delle farmacia italiana,è neccessario che tutti i farmaci tornino in farmacia.
diciamo che se finisse la distribuzione diretta si potrebbe parlare anche di più fascia C alle para, magari con una nuova classe (SOP-F) gestibile solo da parafarmacie facenti capo a un farmacista non titolare di farmacia, lasciando ai corner e al capitale solo gli attuali sop e otc; per questo spesso non capisco i titolari di para, in molti non hanno (a mio modestissimo avviso) idea di dove stanno andando e di dove gli converrebbe andare (tralasciando ciò che converrebbe al cittadino, discorso complesso): ad esempio nello sciopero di ques’estate contro il taglio dei margini alle farmacie del margine ssn avrebbero se fossi stato titolare di para avrei, nel mio interesse, le rivendicazioni dei titolari, invece di dargli addosso per posizione aprioristicamente politica.
Gentile dottore, credo che sia l’esatto contrario: sia per quanto riguarda la concessione a vendere la fascia c negli esercizi di vicinato e sia per quanto riguarda il sostegno all’ultima serrata estiva indetta da federfarma.
La prima lenzuolata bersaniana ha consentito l’apertura degli esercizi di vicinato tanto a soggetti laureati( noi farmacisti) che alla GDO con i corner e sia a soggetti imprenditori generici . Questi ultimi con l’obbligo di avere un farmacista al banco. Lei come altri sostiene che e’ stata una operazione studiata per favorire le Coop io invece dico che e’ stata perfettamente coerente con la filosofia che e’ insita nella parola ”liberalizzazione” come concetto di aumento della concorrenza in un comparto chiuso da decenni al monopolio.
Liberalizzare invece solo la professione del farmacista e’ tutt’altra cosa e secondo il mio parere Bersani non sarebbe riuscito a farla anche se ne avesse avuta l’intenzione. Sicuramente una apertura di tipo concorrenziale del mercato ha avuto successo nel 2006, ove senz’altro un tentativo di liberalizzare la professione di farmacista sarebbe fallita. Dopo la prima lenzuolata, che per il mio modesto parere e’ stata un grande successo per cio’ che si voleva prefiggere, i tempi sono maturi per far sì che la prima lenzuolata abbia anche un intento piu”’nobile”, se così vogliamo chiamarlo nel liberalizzare solo la professione del farmacista o restare la seconda fase di una liberalizzazione ”commerciale”. Noi delle parafarmacie( intendo i farmacisti) ci auspichiamo la prima opzione, ma per ottenerla ci vorrebbe una concertazione tra le parti che portasse alla farmacia non convenzionata con nuove aperture regolamentate da una distanza minima. Diversamente non restera’ per noi che appoggiare la seconda opzione ovvero quella della liberalizzazione di tipo commerciale che portera’ la fascia C, anche nelle depandance (o filiali se preferite) delle farmacie. Quegli esercizi che hanno aperto i titolari di farma per in campo avversario per rubare clientela. Non solo, la fascia C proseguirebbe la sua mercificazione andando anche nei corner della GDO, delle catene in franchising e nei negozi del vostro collega Salsi… Direi che e’ quanto basta per auspicarsi la liberalizzazione(molto contenuta in fin dei conti)della professione di farmacista, anziche’ quella ”generalizzata” che poco ha a che fare con la professionalita’. In ogni caso la farmacia non convenzionata ha ragione di esistere fintanto che c’è la pianta organica…altrimenti sarebbe inutile. E per questo che gran parte dei farmacisti delle para in realta’ non ha criticato la serrata e ha capito(come logico che sia) che la provocazione della dispensazione in DPC affidata alle parafarmacie era solo una provocazione a far riflettere.
Mi scuso per la lungaggine ma altrimenti non saprei dove dire queste cose. Buona serata a tutti
condivido pienamente.
scusate: “avrei SOSTENUTO” occorre rimuovere “avrebbero”
non concordo sulla valutazione dll’operato di bersani ma non mi sembra rilevante all’atto pratico; per il resto la vedo dura, in quanto non ritengo vi sia spazio per una concertazione tra titolari farmacisti di para e titolari di farmacia, che io stesso, pur non essendo certo un “falco”, non auspicherei (per motivi un po’ cpmlessi da spiegare in questa sede). attendiamo dunque serenamente le sentenze e filosoficamente le elezioni, e ci faremo un’idea. sempre con il max rispetto e stima per tutti i colleghi se professionali e preparati a prescindere dal luogo in cui operano. LN ps: solo una cortesia intellettuale: va anche bene parlare di chiusure del sistema, ma per favore non di “monopolio”, visto che il mercato farmaceutico italiano dell’etico è attualmente organizzato su oltre 17,000(!) operatori indipendenti.
E’ solo un inutile dettaglio se me lo consente visto che a quanto pare possiamo passar sopra ad argomenti piu’ produttivi (intellettualmente parlando). Un monopolio suddiviso in 17000 che operano come un tutt’uno in….monopolio a tutti gli effetti in pratica non ha bisogno di un’altro nome. Senza necessita’ di far finta che le cose importanti siano queste guardando il fiume che scorre davanti a noi e seduti sulla riva: possiamo anche chiamarlo monopolio per comodita’ senza far alcun errore concettuale.
Se poi ne va’ della sensibilita’ altrui son disposto a perderci anche pochi minuti per trovargli un’altro nome( al vostro monopolio)….vista comunque la cortesia che mostra a non chiamarci ”parafarmacisti”.
dr. Musumeci, premesso che si trastta solo di una questione semantica (ma pensandoci meglio anche concettuale), per amor di discussione intellettuale ribadisco che il concetto di monopolio è assurdo, perchè se 17,500 operatori indipendenti che non si conoscono personalmente, sparsi dalle alpi a lampedusa, operano (ammesso che sia così, e mi risulta molto sino a un certo punto)come “un tutt’uno”, tenderei a pensare che via sia qualche logica nel loro settore a spingerli in tal senso (il che è infatti senz’altro cero, basta riflettere sul perchè le farmacie hanno in pocho tempo adottato tutte politiche di sconto sugli otc mentre sugli etici “non si muove una foglia”) , dunque se questi operatori fossero,invece che 17,500, 23’000 0 25,000 probabilmente non cambierebbe molto. Quindi se le farmacie sono, come lei dice “un monopolio”, per onestà intellettuale occorrerebbe riconoscere chel’unica soluzione sarebbe inserire nel mercato farmaceutico soggetti strutturalmente diversi (gdo, chains, etc…).
No, perche’ noi( o meglio lei) partiamo dal presupposto che 17500 farmacie sono il massimo che possono aprire in base a determinati fattori. Quindi di fatto 17500 non possono diventare(secondo lei) 25000 o 30000. Quindi anche alle stesse farmacie viene impedito di proliferare oltre la pianta organica e quindi anche questi esercizi si vanno ad aggiungere a tutti gli altri ai quali viene impedita l’attivita’.I 17500 di fatto esercitano un unico ed uguale(nel contenuto e non nella forma) monopolio di vendita poiche’ da soli(complessivamente) in 17500, come un’unica entita’ vendono i medicinali rimborsabili(in fascia A)e non rimborsabili(fascia C)impedendo a qualsiasi altro soggetto commerciale( farmacie non assegnate da pianta organica comprese, parafarmacie, corner, bazar)di poterli vendere. Il concetto di monopolio e’ ancor piu’ pressante poi se lo valutiamo anche come limitazione della libera professione all’interno della stessa categoria verso la maggioranza dei NON titolari. Questo monopolio oltre ad essere di tipo economico-commerciale diventa anche concettuale impedendo ai farmacisti nello specifico, di esercitare lo stesso livello di professionalita’….si potrebbe definire doppio monopolio verso i non titolari. Detto questo semanticamente il termine monopolio puo’ essere anche ”improprio”, ma e’ anche quello piu’ azzeccato ed e’ la sostanza del suo significato che conta. D’altronde anche dire ”oligopolio” o ”multipolio” o qualsiasi altra sarebbe un grosso errore. Sarebbe ancora piu’ errato poi usare una parola che ci possa poi allontanare dal capire che di fatto si tratta di monopolio( che piu’ chiaro di così se more): se poi lei conosce la parola giusta ce la dica e vediamo poi se ha lo stesso significato o no?
Nell’attesa magari di approfondire argomenti piu’ ”stringenti” e ”pregnanti”…con stima, cordiali saluti. Dr.Rosario.
(alla parola concettuale sostituire con intellettuale)
citazione Dr.Nava:”per onestà intellettuale occorrerebbe riconoscere chel’unica soluzione sarebbe inserire nel mercato farmaceutico soggetti strutturalmente diversi (gdo, chains, etc…)”.
Questo poi e’ un’altro discorso che e’ successivo alla presa di coscienza del ”monopolio”. A questa domanda spero di aver risposto nel post un po’ piu’ sopra dove ho scritto della ”liberalizzazione”. In ogni caso possiamo (anzi dobbiamo) approfondire su questo argomento molto di piu’ degli altri…col contributo(costruttivo) di tutti. Un saluto.
dott, il problema è che lei, lo dico senza polemica, mi continua ad attribuire concetti che io non ho mai espresso, la cito:”perche’ noi( o meglio lei) partiamo dal presupposto che 17500 farmacie sono il massimo che possono aprire in base a determinati fattori”. io ho invece detto che esiste un limite oltre il quale assortimento e servizio decadono per i cittadini, oltre la sostenibilità economica per il titolare, ma ho più volte ripetuto che dove vadano messi “i paletti” non pretendo di essere io a dirlo (dipende da moltissimi fattori che non starò qui ad elencare anche perchè probabilmente neanche li conosco tutti, ad esempio se eliminassero la diretta sicuramente il paletto potrebbe essere più alto), anche perchè il “paletto”, anche conoscendo tutti i fattori, non è oggettivo: ad esempio i ns attuali standard di servizio in olanda o norvegia sarebbero risibili, ma loro sacrificano la capillarità. dalla decadenza della sua premessa decade la necessità di discutere sul resto (voglio dire: anche con una liberalizzazione completa potermmo essere tutti noi farmacisti tacciati di monopolio sulle farmacie, in fondo i medici non hanno il monopolio sulle cliniche, no? quindi basterebbe avere farmacisti a svolgere i compiti professionali ed ecco che si torna al fatto che se così è per rompere il monopolio occorre riconoscere la necessità di attori strutturalmente diversi dai farmacisti, ma guarda caso questi attori alla fine, chissà com’è finiscono sempre per creare loro stessi come minimo delle posizioni dominanti”. ps: scusi qualche rdondanza concettuale ma ho dovuto “comporre” a pezzi e non ho il tempo di rileggere
ps: con “completa liberalizzazione” intendevo decadenza di p.o. (de facto già decaduta) e del n.ro di farmacie fissato per legge, ma mantenendo l’assetto di proprietà al professionista; credo fosse chiaro seguendo il ragionamento ma effettivamente mi ero espresso in maniera non propria
pps: per farci due risate, e senza pretesa di verità (che non è mia peraltro), a proposito dei paletti le dico che secondo gli analisti finanziari di boots il limite per il mercato farmaceutico italiano, sic stantibus rebus a livello di diretta, dpc, fuori canale, margini, capacità di spesa media, etc…) è 15’000 max 16’000 farmacie. personalmente non concordo, ma mi sembrava interessante darle questo spunto. ancora un cordiale saluto.
Plausibile…questi hanno il vizio delle catene, se paradossalmente me le pappo tutte io le farma e ne riduco il numero in modo da limitare il piu’ possibile i movimenti intercatena e risparmiare la logistica…anche se la capillarita’ ne va a ramengo ma ”chissenefrega”……tanto ci risparmio? O sbaglio?
(intercatena e’ sbagliato: intendo tra punti vendita all’interno della stessa catena)
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