«Il prezzo dei farmaci è in costante calo, se non ci sganciamo dal margine le farmacie si vedranno sempre più in difficoltà». C’è anche Eugenio Leopardi (foto), presidente dell’Utifar, a dire sì alla riforma della remunerazione. Non potrebbe essere altrimenti, visto che il tema è da tempo oggetto di dibattito nella società scientifica dei titolari: «Per stimolare una riflessione approfondita nella categoria» ricorda Leopardi «avevamo anche organizzato un convegno a Roma, tempo addietro».
Per l’Utifar, in ogni caso, la riforma va calibrata con estrema attenzione: «Sappiamo che Federfarma ha fatto analisi approfondite, ci auguriamo soltanto che sia stato valutato con estrema attenzione l’impatto del nuovo sistema sull’impresa farmacia, perché la situazione è tale che di sbagli non se ne possono fare». Quanto poi alle scelte, l’auspicio dell’Utifar è di puntare su un modello che coniughi stabilità e professionalità. «L’orientamento di Federfarma sembra privilegiare il sistema misto» prosegue Leopardi «visto quello che sta accadendo ai margini la nostra idea è che si dovrebbe puntare su una proposta alla “tedesca”, con una quota fissa forte e una quota percentuale contenuta in modo da disinnescare la discesa dei prezzi. E poi, prevedere eventuali incrementi della parte fissa attraverso la remunerazione dei servizi in farmacia».
Spunti e riflessioni che l’Utifar riproporrà anche negli incontri di Farmadays, la kermesse congressuale che la società scientifica organizzerà a Verona dal 5 al 7 ottobre. «Venerdì è previsto un dibattito alla presenza di esperti e commercialisti della farmacia» conferma Leopardi «sabato invece daremo spazio alla base per consentire ai titolari di dire la loro sulla riforma e sui problemi del presente».