“Basta con la decretazione d’urgenza, ora ci siederemo al tavolo a dialogare con i farmacisti”.
Lo ha dichiarato il Sottosegretario alla Salute Adelfio Elio Cardinale, intervenuto stamani a PharmEvolution, la convention regionale dei farmacisti, che si è svolta ieri e oggi all’hotel Splendid La Torre di Mondello.
L’impegno del Sottosegretario è arrivato alla vigilia dell’importante tavolo con l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), in programma domani a Roma per discutere della remunerazione delle farmacie.
In relazione al recente studio della Fondazione Cref (Centro ricerche economia e formazione), che sfata il mito della convenienza della distribuzione diretta tramite le Asl, Cardinale ha assicurato: “Terremo conto dei risultati di questa ricerca e valuteremo attentamente se non sia il caso di rivedere alcune posizioni”.
Proprio sulla distribuzione diretta, il presidente di Federfarma Nazionale Annarosa Racca domani, nell’incontro al Ministero, chiederà un netto dietrofront. “Non molleremo – ha detto Racca – la farmacia è ad un bivio: ci chiedono di essere moderni, innovativi, di fornire sempre nuovi servizi, ma dall’altro lato con il pretesto dei tagli ci tolgono la distribuzione dei farmaci, che è il dna delle farmacie. Domani presenterò al tavolo con l’Aifa lo studio del Cref, che è un organismo terzo super partes, e dimostra, numeri alla mano, che la distribuzione diretta di una singola confezione di farmaco costa all’Asl in media 20 euro, oltre al costo del medicinale stesso. In pratica il Servizio sanitario pubblico, in una regione virtuosa come il Friuli spende oltre il 30 per cento in più rispetto alle farmacie per sostenere i costi di personale, utenze, ammortamento di immobili e di attrezzature. Temiamo che la stessa indagine, effettuata in Regioni e Asl meno virtuose, possa rivelare spese anche maggiori a carico delle Asl. È ora che i farmaci tornino in farmacia, questo è il nostro punto di partenza per il dialogo”.
Un dibattito serrato sul futuro della farmacia, durante il quale sono stati affrontati anche i nodi della remunerazione, dei servizi e della liberalizzazione. In relazione al timore di una deregulation del settore, Cardinale ha garantito: “Non siamo per la nascita delle grandi catene farmaceutiche, perché costituirebbero un trust, con la conseguenza di disumanizzare la medicina e il rapporto operatore sanitario-paziente-farmacista. La vera battaglia per la liberalizzazione non è certo sul fronte delle farmacie, ma su altri settori. Per questo non favoriremo lo sviluppo delle grandi catene del farmaco”.
Gli impegni del Sottosegretario alla Salute sono stati accolti con entusiasmo dalla folta platea che ha partecipato a PharmEvolution. Alla due giorni sono intervenuti oltre 450 farmacisti da tutte le province della Sicilia.
“Le farmacie – ha concluso il vicepresidente di Federfarma Nazionale Gioacchino Nicolosi – stanno giocando un ruolo da protagonista nel passaggio da una sanità ospedaliera a una territoriale, con l’erogazione di servizi ai cittadini. Ma non può valere sempre e solo per noi il criterio della gratuità, questi servizi hanno un costo e devono trovare una remunerazione, come già avviene in altre regioni d’Italia, perché se collassano le farmacie salta un anello importante del sistema sanitario nazionale”.
Il presidente di Federfarma Sicilia Francesco Mangano ha concluso: “Abbiamo trattato due anni con l’Assessorato per tornare alla distribuzione per conto ed eliminare quella diretta tramite le Asl, ma alla fine abbiamo dovuto rifiutare l’accordo perché le condizioni proposte erano troppo penalizzanti. Adesso dovremo ripartire, ma contiamo sulle parole del Sottosegretario”.