Molteplici fattori, interni ed esterni all’impresa, spesso concomitanti, possono causare difficoltà, compromettendone l’equilibrio economico-finanziario. Talvolta, tali fattori, se non individuati per tempo, possono minacciare la stessa sopravvivenza dell’impresa.
Generalmente, il farmacista comincia a rendersi conto delle difficoltà quando:
aumenta l’indebitamento;
diminuisce la liquidità;
l’azienda non dà utili o genera perdite;
il volume dei ricavi non cresce quanto crescono i costi;
diminuisce la quota di mercato.E questi sono i “sintomi “ di una possibile crisi aziendale, ma nulla dicono delle “cause” della crisi stessa. Pertanto, a nulla valgono i tentativi di spiegazione quali: “il mercato è in crisi”…
… in realtà, in ogni settore ci sono aziende che guadagnano e prosperano.
“l’azienda è impegnata in investimenti importanti destinati a dare i propri frutti in futuro”…
… e se lo scenario dovesse mutare? Se i frutti dovessero tardare a venire?
La farmacia col decreto liberalizzazioni deve affrontare tutti i possibili problemi di un’azienda sull’orlo di una possibile crisi doppiamente insidiosa cagionata dalla diminuzione dei margini di profitto e dalla svalutazione del valore aziendale. In più una modifica della legislazione in materia successoria insidiosissima accolta con sorprendente indifferenza.
Non bisogna fermarsi a quei sintomi… Il primo passo indispensabile per una comune azienda, per il superamento di un momento di difficoltà o di una vera e propria crisi, è quello di una corretta diagnosi, con opportune e specifiche metodologie di analisi, attraverso le quali si possono prevenire le vere cause delle difficoltà.
Una diagnosi corretta che individui i veri punti deboli dell’azienda, è il puntodi partenza per prevenire la crisi e può suggerire, addirittura, opportunità di cambiamento per un più solido sviluppo.
Ma e’ anche così per la farmacia? Leggo che l’Antitrust ha inviato ieri a Governo e Parlamento una segnalazione in cui esamina vari settori di attività. Secondo l’Antitrust, sulle liberalizzazioni è stato fatto molto, ma altrettanto resta da fare in svariati settori, dai trasporti alle infrastrutture energetiche, dalle poste alla sanità, dai servizi pubblici locali alle professioni e alle banche fino alla pubblica amministrazione. Per quanto riguarda il settore farmaceutico, l’Antitrust riconosce che la recente attività legislativa del Governo – in particolare, l’incremento del rapporto farmacie/ abitanti, l’ampliamento della gamma di farmaci vendibili nelle parafarmacie (senza ricetta e veterinari), la norma sulla prescrizione del principio attivo – “sono da considerarsi importanti passi in avanti”. Per incentivare la vendita dei farmaci meno costosi, l’Antitrust propone che nell’ambito della “modifica del sistema di remunerazione della filiera distributiva del farmaco” si preveda che “il nuovo sistema sia basato su una retribuzione a forfait per ogni servizio di vendita di ciascun medicinale, indipendentemente dal suo prezzo”.
Secondo l’Antitrust, inoltre, “non è detto che l’aumento del numero delle farmacie si traduca direttamente in un incremento della concorrenza di prezzo e/o di qualità”: tale risultato potrebbe essere raggiunto, continua la relazione, “superando i limiti normativi attualmente esistenti” e prevedendo “la possibilità che un unico soggetto possa assumere la titolarità di più licenze”, oltre al limite delle quattro attuali. Ancora, sui farmaci generici l’Antitrust propone “l’abrogazione della disposizione di legge che subordina l’inserimento dei medicinali equivalenti nel Prontuario farmaceutico nazionale alla data di scadenza del brevetto o del certificato di protezione complementare della specialità di riferimento, e che inserisce in tal modo una chiara forma di patent linkage”.
Tra le altre osservazioni contenute nella segnalazione, l’Antitrust sottolinea la necessità di “evitare passi indietro” nei servizi professionali regolamentati e suggerisce, tra l’altro, di “rivedere i criteri per la determinazione della pianta organica dei notai, svincolandoli dall’obiettivo di garantire un reddito minimo ai professionisti”. Nel settore sanitario l’Autorità auspica una “maggiore libertà di accesso per gli operatori privati nell’erogazione di prestazioni sanitarie che non gravano sull’erario pubblico”.
Da para leguleio (nel senso di noioso e pedante giurista ma onesto) al di là di quella che sarà la nuova convenzione che dal poco che so nulla promette di buono, ritengo che il futuro della farmacia italiana si debba giocare contrastando quello che l’antitrust afferma.
Accantono i numeri perché di quelli ho già fin troppo parlato e scritto e tanti sono i pareri convergenti, ma ritengo che chi ne abbia il dovere, noi consulenti pure si debba intervenire anche per correggere le storture di una legge iniqua.
Quello che vorrei:
Equa distribuzione sul territorio anche delle parafarmacie, con similari criteri di distanza. ma che senso ha che la farmacia debba sottostare ad un principio di territorialità e la parafarmacia no?)
Intervento urgente sulla norma successoria: l’articolo sette della Legge 362/1991 afferma che gli aventi causa che non abbiamo il requisito dell’idoneità’ devono cedere la loro partecipazione entro sei mesi dalla presentazione della denuncia di successione. Ciò significa che il farmacista che ha investito per una vita nella sua azienda sacrifici e denari non può trasmettere agli eredi la farmacia a meno che nel momento della sua chiamata al Creatore abbia già un erede abilitato, e si badi non e’ sufficiente che sia laureato in farmacia, l’erede deve avere l’idoneità’ ex lege 475/1968 (famoso biennio di pratica professionale). Ho tre casi nel mio studio di
decesso di titolare con eredi al 4 anno di farmacia o ad un passo dalla laurea e la farmacia va persa in quanto il tempo manca e vendere oggi con poco più di anno di tempo miei cari signori è impossibile.
La farmacia e’ un’azienda non e’ un’attività’ professionale e viene trattata come tale dal nostro legislatore, ad essa si applicano le norme di diritto privato. Potrei avere nostalgia della vecchia norma che concedeva 10 anni di tempo, ma trovare un giusto equilibrio non sarebbe disonesto da parte del legislatore. Chi può conferisca la farmacia in società fin tanto che l’operazione è fiscalmente neutrale a qualcosa ciò giova.
Interazione costruttiva col legislatore fiscale: lo Studio di Settore per la farmacia richiede ancora per una congruità di bilancio un ricarico superiore all’1,35. Ciò non è più accettabile, la diminuzione del prezzo per ricetta di 7/8 euro, gli sconti al SSN e quelli oramai d’obbligo alla clientela rendono codesto valore inverosimile e ciò soprattutto per le farmacie che attendono mesi per i ritardi dei pagamenti regionali (altra vergogna trascurata.) Affidamento di servizi a grande valenza sanitaria al farmacista quale professionista nel campo salutare e a servizio della collettività con interventi di compiti di affidamento della prevenzione di comuni patologie che possono nel futuro migliorare la spesa pubblica in codesto ambito.
Rivedere urgentemente alcune norme concorsuali: quale l’aberrante divieto del farmacista rurale sussidiato che ha conferito la farmacia in società prima del trascorrere del decennio di legge, di partecipare al concorso straordinario.
Potrei aggiungere altro, ma per ora mi fermo, confidando che qualcosa cambi, lo dico da professionista che segue da oltre 25 anni farmacie, lo dico da assiduo frequentatore di farmacie ( un po’ per età , un po’ per ipocondria diffusa), lo dico quindi con la voce di chi come tanti, riteneva che nel nostro paese non fosse assolutamente necessario peggiorare le cose in codesto settore, ma questi sono i guai del legislatore che legifera con le orecchie tappate e con gli occhi chiusi.
M.Mascheroni
Mi trovo nella situazione che narra il dottore. Erede da tre mesi di una farmacia e iscritto al 3 anno di farmacia. Ma c’ e’ qualche soluzione a questo problema? La farmacia oggi nessuno la cimprerebbbe e mio padre ci ha speso una vita.
Vorrei che il dottore Mascheroni che solleva spesso questo problema dia voce a tanti che si trovano nella mia situazione e che si cerchi una soluzione per non cadere in disperazione. Sono preoccupatissimo.
Grazie
L.S