Assogenerici che negli ultimi mesi ha riempito le pagine dei giornali, anche il nostro, con un’aspra lotta a suon di dichiarazioni e d’insulti con Farmindustria non ha dubbi sulla crisi del Servizio sanitaro nazionale: “Le odierne dichiarazioni del presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, andrebbero rovesciate: è proprio perché ci si è occupati poco delle compatibilità economiche dell’assistenza sanitaria che oggi i cittadini italiani devono fare i conti con un razionamento delle prestazioni sanitarie allo stato dell’arte, a cominciare dal ritardo con cui i farmaci innovativi entrano nei prontuari regionali”. Le parole sono di Giorgio Foresti il presidente di AssoGenerici. Il riferimento a Scaccabarozzi, immancabile nelle dichiarazioni di Foresti nell’ultimo quadrimestre, è centrato sulle dichiarazioni del presidente di Farmindustria in cui sposava la tesi che vedrebbe gli italiani interessati ad essere curati con molta attenzione, più che ad essere informati su bellezza e malasanità. Le parole di Scaccabarozzi sono risultate polemiche: “Se vero che la salute è anche economia, politica, costi, burocrazia, bellezza e malasanità, quello che al cittadino interessa veramente quando si parla di salute è proprio la salute”. Ed ovviamente ha aggiunto un commento polemico sulla prescrizione per principio attivo accusandola, oltre di non generare risparmi, anche di aver confuso la cittadinanza. La mosca al naso è saltata molto rapidamente a Foresti che ha risposto con le dichiarazioni sopra riportate, ed ha infine aggiunto: “In pratica, per anni in Italia si è continuato a pagare un sovrapprezzo sulle classi di farmaci che in Gran Bretagna o in Germania erano disponibili come generico con costi per la collettività ben inferiori. Aver perso quell’occasione ha fatto sì che l’industria del generico non potesse contare su quel volume di vendite che avrebbe consentito di abbassare i prezzi al di sotto dell’attuale valore di riferimento. Ma se il Ministro della salute lo ritiene, siamo disposti a garantire fin da ora un risparmio per il Servizio sanitario in vista dello sviluppo dei volumi di vendita che ci attendiamo dalla nuova normativa”.