Renato Balduzzi, Ministro della Salute del governo Monti, è intervenuto alla seconda giornata di Farmaday, l’evento, finora considerato un successo, di Utifar. Alcune frasi pronunciate dal Ministro, sul palco di Verona, sono particolarmente piaciute alla gremita platea: “Riconosco il ruolo di presidio sanitario e la figura importante per il territorio delle farmacie.Tuttavia in questo momento mi aspetto generosità dalla categoria del farmacisti.” Il riconoscimento è piacuto moltissimo alla platea, ma la responsabilità di essere generosi ha suscitato qualche sguardo sospettoso. Federfarma ha immediatamente risposto, attraverso la bocca di Marco Bacchini, presidente di Federfarma Veneto: “Non si può considerare il sistema delle farmacie come un bancomat e bisogna capire che cosa il ministro intende con generosità. Mi sembra evidente che ci sia una contraddizione: da un lato si chiede giustamente di più alle farmacie, perché aumentano i bisogni dei cittadini a causa delle riduzioni dei costi per le strutture ospedaliere. Dall’altro canto però ci deve essere data credibilità. La farmacia deve essere l’unica o comunque la struttura predominante per la distribuzione diretta dei farmaci. Il nostro sistema non è un bancomat per fare cassa ogni volta che c’è la necessità, come è avvenuto finora con la benzina e le tabaccherie”. Si potrà dire quel che meglio si crede di Marco Bacchini, ma non si può certo accusarlo di essere poco chiaro. La farmacia, secondo Federfarma, è pronta a svolgere il proprio ruolo centrale, è pronta a raccogliere le sfide del futuro, si sente assolutamente in grado di svolgere l’arduo compito che le viene chiesto, ma vuole qualcosa in cambio. Do ut des. La richiesta così come esposta da Bacchini, ci sembra assolutamente impossibile da raccogliere, significherebbe tornare indietro sui decreti del governo, ma potrebbe esserci spazio per altre trattative. Ci auguriamo che in queste possibili trattative ci sia realmente qualcosa di nuovo e non l’applicazione di un vecchio sistema della politica italiana, ovvero: promulgare leggi conflittuali con i decreti esistenti in modo da mantenere l’esistenza dei decreti ma di fatto rendendoli inutili. Cambiare tutto per non cambiare nulla, antica tattica che non ha mai dato risultati strategici interessanti ma che è sempre piaciuta molto ai politici in periodi prossimi alle elezioni. Applicare oggi questa tattica sarebbe pericoloso, poiché nel mondo farmaceutico c’è, oggi più che mai, il disperato bisogno di una visione strategica, che guardi agli anni futuri e non all’immediata convenienza.
“Un politico pensa alle prossime elezioni, uno statista alla prossima generazione” Alcide De Gasperi.