L’articolo 1 del decreto viene modificato, sopratutto nella parte che riguarda le norme sull’assistenza territoriale e siamo oggi in grado di fornire le anticipazioni venute a conoscenza della stampa a poche ore dall’ingresso in Commissione Affari Sociali delle Camera dei Deputati. Le Regioni, secondo quanto riscritto, hanno il compito di definire l’organizzazione dei servizi territoriali di assistenza primaria. Con studi mono-professionali o multi-professionali (di preferenza), che condividono obiettivi e percorsi assistenziali, strumenti di valutazione della qualità assistenziale, linee guida e audit. Sono sempre le Regioni che disciplineranno le unità complesse di cure primarie e del sociale e il tutto deve essere efficiente tutti i giorni della settimana per tutto l’arco della giornata anche per merito di una rete di poli-ambulatori territoriali dotati di strumentazioni di base e in collegamento telematico con le strutture ospedaliere. I medici invece saranno obbligati ad aderire al sistema informativo nazionale e a partecipare all’implementazione della ricetta elettronica. Le scadenze per la sostituzione della ricetta cartacea le abbiamo presentate in un altro articolo. I lavoratori delle aggregazioni territoriali rimarranno convenzionati con l’SSN, ma ancora una volta sono le Regioni che possono stabilire la presenza nelle strutture territoriali di personale dipendente con un ruolo direttivo: “ove il soggetto pubblico incaricato dell’assistenza territoriale sia diverso dalla struttura di appartenenza”. Gli Mmg avranno il ruolo unico come da disciplina dalla convenzione nazionale. Insomma la trattativa con le Regioni si è conclusa, e se tutto questo sarà confermato, possiamo dire che il tutto si è concluso con una bella fetta di concessioni alle Regioni. Regioni che vengono responsabilizzate. Ma le analisi sono ancora premature. Lasciamo che il decreto venga alla luce poi faremo valutazioni ed analisi. Altro elemento di una certa importanza, sempre in ottica “Regioni”, è l’aggiunta della possibilità per le aziende sanitarie di creare accordi direttamente per alcune attività assistenziali per i malati cronici secondo modalità definite sempre a livello regionale. Il decreto ha già subito una bella trasformazione, ma si continua a lavorare, e le parti sociali e tutti gli organismi coinvolti continuano le trattative. Confidiamo in un iter piuttosto rapido, che ci consenta di avere certezze e poter fare valutazioni non su voci di corridoio o su brogliacci ma su un testo ufficiale, unico.