Il “Siate generosi” del ministro Balduzzi merita una sola risposta: “BASTA”
A Verona siamo andati tutti con la speranza che finalmente si parlasse di farmacia vera e del suo futuro.
L’attesa dei farmacisti era concentrata anche sull’incontro, voluto dal Presidente dell’ UTIFAR , dott. Eugenio Leopardi, che , con molta sensibilità , ha voluto chiamare “ La parola ai farmacisti”. Ottima anche la collocazione: subito dopo l’intervento del Ministro della Salute, Balduzzi. L’occasione era ghiotta, soprattutto per coloro che, ormai abituati a pontificare sulle loro certezze assolute, avrebbero potuto sentire il polso vero della base vera e cioè quei farmacisti che magari vorrebbero esprimere, timidamente, molto timidamente, il proprio punto di vista.
Noi c’eravamo e abbiamo detto la nostra sulla situazione in cui versa ormai la farmacia.
Abbiamo anche contribuito con le nostre riflessioni perché qualsiasi decisione si voglia ancora prendere non continui ad arrecarci ulteriori danni.Finito il discorso del ministro, raggelante per noi, si è proceduto con gli applausi di rito e mentre questo accadeva il mio pensiero volava verso quell’immagine dei tassisti romani che dicevano a chiare lettere e facevano quanto la loro disperazione suggeriva per la difesa del loro posto di lavoro.
Tanti temi sono stati trattati ma il dominante, ancora è stato il tema della remunerazione di cui parliamo tanto, e tutti ne dissertano, ma di cui ben poco sappiamo.
Entrare nel merito dovrebbe essere compito di specialisti e mi riferisco ad economisti che con la dovuta cautela ed altrettanta chiarezza ci dicessero come stanno le cose.
Ma qualche riflessione, da farmacisti, si è comunque fatta. Ho detto e lo ribadisco che non intendo entrare nel merito delle scelte ormai effettuate dai “Nostri rappresentanti” anche se non del tutto condivise. Mi sono preso un paio di giorni di pausa per riflettere e chiedermi se sono io a vivere in uno stato confusionale, visto che attorno a me sento i ripetuti alleluja dei nostri rappresentanti, oppure c’è qualcosa ancora da chiedersi tentando di darsi qualche risposta. “Va tutto bene cari amici e colleghi, fidatevi di noi, siete in buone mani”.
Ci credo, siamo in buone mani !
Ma oggi, 10 agosto 10 ottobre, mi arriva, in faccia, l’ultima legge varata dal nostro Governo e leggo:
“ Legge di stabilità. Nuovi tagli alla sanità per 1,6 mld nel biennio 2013-2014. Colpiti beni e servizi. Abbassamento del tetto per i dispositivi medici. I tagli saranno distribuiti in 600 milioni nel 2013 e saliranno ad un miliardo l’anno successivo”. E ancora: “Le nuove misure di razionalizzazione della spesa pubblica si basano su un censimento di spesa “aggredibile” pari a circa 50 miliardi: 11 miliardi per l’acquisto di farmaci, 7 miliardi per i dispositivi medici e 32 miliardi di acquisti per gli investimenti. L’importo censito nelle due fasi della spending è di 110 miliardi, circa il 65% della spesa pubblica per l’acquisto di beni e servizi”. “La ratio di questa legge di stabilità per il 2013-2015 dovrebbe consentire il pareggio di bilancio in termini strutturali nel 2013”.
Lacrime e sangue ancora per tutti addolcite da finte manovre in aiuto ai poveri cristi: diminuirà l’IRPEF di un punto per i redditi più bassi, dal 2013, ma aumenterà l’IVA di un punto per tutti. E non bastando si introduce una franchigia di 250 euro per alcune deduzioni o detrazioni IRPEF e si fissa il tetto massimo delle detrazioni in 3.000,00 euro. Addirittura è previsto l’assoggettamento all’IRPEF delle pensioni di guerra e di invalidità.
In questo quadro di “ razionalizzazione” della spesa noi, con disinvolta baldanza , scendiamo in campo a contrattarci la nuova remunerazione. Non è necessario essere delle cassandre per intuire che qualcosa non quadra.
Mentre tutti vengono spellati vivi noi siamo fiduciosi di portare a casa un successo che ci consenta di risalire il baratro. Eppure il Ministro Balduzzi, che già sapeva quanto stava per accadere ce lo ha detto a Verona :” SIATE GENEROSI”.
Mi domando se il buon Monti, insieme ai cari amici Catricalà, Passera e Balduzzi, stiano mettendo mano ai portafogli degli italiani per poter favorire noi farmacisti e così, come sarebbe onestamente giusto, concederci una remunerazione decorosa.
Temo che non sarà così e non riesco ad immaginare che chi va a trattare per noi ci vada sicuro di portare a casa risultati positivi. Non esistono le condizioni per essere nemmeno sereni e lo spargere fiducia, attraverso le solite fonti sempre più spurie, aumenta l’ansia anziché darci serenità. Penso sia necessario abituarsi all’idea che la strada più agevole per noi sia disdire la convenzione. La nostra generosità s’è esaurita fungendo da finanziatori per un servizio reso ottimo dalle farmacie e trasformato in un disastro dalla parte pubblica. Ne abbiamo pagato il conto finora con esposizioni bancarie pazzesche e anche con nostre ed altrui finanziarie, ma ora bisogna avere il coraggio di dire “BASTA”. Quel “ BASTA” scritto nelle nostre T-shirt verdi esibite in un’ accaldata giornata di Luglio di fronte al Parlamento , a Roma. Ora è necessario non esibire magliette ma tirare fuori la forza che ancora ci rimane per arricchire il “BASTA” con qualcosa di concreto: Bisogna comunicare agli italiani tutti che l’assistenza farmaceutica dello Stato non c’è più perché la farmacia non c’è più. “BASTA”. Scriviamolo sui muri “BASTA” . Ma che valga per tutti perché il mio “BASTA” non è rivolto soltanto al Governo.
Dott. Pasquale Sechi
La Casa dei Farmacisti