Una notizia molto bella, di questi tempi molto rare, ha attirato subito l’attenzione di chi vi scrive e mi ha spronato ad usare quella notizia come spunto per alcune riflessioni. Nella provincia di Cuneo, a Caraglio si è premiata una farmacia per il compimento del suo 313esimo anno di attività. Avete letto bene, nessun refuso, 313 anni. Di generazione in generazione la farmacia ha conservato lo stesso nome ed ora potrà fregiarsi del logo “Imprese che hanno fatto la storia d’Italia”. Giuseppe Cornelio, titolare della rinomata farmacia ha dichiarato: “Tutto è iniziato il 17 luglio 1699: una storia incredibile che ha visto generazioni di farmacisti alternarsi con lo stesso cognome. La mia emozione più grande? Quando nel 1970 sono diventato titolare…oggi mi godo tutti i cimeli della farmacia, una collezione, un museo. Adesso il testimone è passato a Pierluigi, Marialucia ed alla direttrice Elisabetta”. Una storia incredibile e bellissima che ricorda come la farmacia, come istituzione, abbia rappresentato un punto di riferimento per i cittadini, da sempre. Nel 1699 non è ancora nato l’eterno Mozart, in Italia imperversavano ancora le mirabolanti melodie di Monteverdi, non v’erano state ne Rivoluzione Francese ne tanto meno eserciti napoleonici, erano ancora i tempi delle “guerre del sale” in Piemonte, e già la farmacia di Caraglio aveva sede al civico 20 della piazza intitolata a Cavour, che per altro, Camillo Benso, al tempo non solo non era nato ma aspettò ancora 111 anni prima di farlo. Confrontandosi con una realtà simile viene da pensare che tutto questo è finito, proprio nei nostri giorni. Sarà mai ripetibile che una famiglia conservi una farmacia per 313 anni? Non sembra possibile. Anzi forse la famiglia che gestisce la farmacia a Caraglio dovrà prepararsi presto a cedere l’attività. Non sappiamo dire se questo è un bene o è un male, ma è qualcosa che finisce, quindi merita rispetto. Non esiste più, e non esisterà mai più, la farmacia come punto di riferimento di un’intera comunità. La farmacia è cambiata a velocità assurde, sopratutto negli ultimi anni, sia filosoficamente che tecnologicamente. E’ tutto diverso, rispetto ad una farmacia anche solo di venti o trenta anni fa. Probabilmente è un bene, e rimanere vincolati al passato è sempre deleterio, ma ogni tanto guardarsi indietro aiuta a capire la direzione che si è intrapresa. Sarà la direzione giusta?