Il 27 Ottobre, di Sabato, a Roma (per fortuna si è potuto evitare di scegliere il 28 che avrebbe scatenato subito terribili analogie con un altro 28 Ottobre romano), si terrà una grande manifestazione dei medici e dei farmacisti ospedalieri (tra gli altri) contro i tagli e le leggi che stanno manomettendo, secondo i promotori, la Sanità pubblica. Le sigle che hanno raccolto l’invito sono davvero molte, ne citiamo solo alcune: Fimmg, Sinafo, Anaao, Assomed, Cimo, Asmd, Aaroi,Emac, Fp Cgil Medici, Fvm, Fassid, Cisl Medici, Fesmed, Anpo… e tante tantissime altre. Nella lettera inviata ai colleghi si può leggere: “Il 27 ottobre sarà un giorno importante per la sanità pubblica e per il futuro del nostro lavoro. In questi anni manovre economiche, leggi finanziarie, decreti legge, nel combattere la grave crisi in cui versa il Paese, hanno duramente colpito la sanità pubblica, ridotto la nostra autonomia professionale ed il nostro diritto a curare, limitato il diritto alle cure di ogni cittadino. Le condizioni di lavoro sono progressivamente peggiorate: il blocco del turn-over riduce silenziosamentele dotazioni organiche e il blocco del rinnovo contrattuale ci condanna ad una perdita progressiva di potere d’acquisto che falcidia di fatto le nostre retribuzioni. Senza contare i colleghi mortificati da contratti precari, privati di diritti elementari, che pure condividono i nostri problemi, le nostre fatiche, senza neanche un possibile futuro all’orizzonte. In questi giorni il Parlamento è impegnato nella conversione in legge del decreto sanità che, dietro i buoni propositi del Governo dei tecnici, prepara altri colpi e mortificazioni per i medici e dirigenti sanitari del SSN ed un ulteriore regressione in tema di diritti del lavoro”. La manifestazione ha davvero un grande appoggio, l’indignazione delle categorie coinvolte è davvero enorme e non ci sorprenderemmo se l’appuntamento romano risultasse un successo notevole. In breve: i medici non ci stanno e scendono in piazza. Pioggia o non pioggia, le intenzioni sono chiare: “Il 27 ottobre vogliamo tornare ad essere Medici e Dirigenti, consapevoli del proprio ruolo, responsabili in autonomia delle proprie scelte professionali, tutelati da norme contrattuali inviolabili unilateralmente, e non un mero fattore produttivo chiamato a pagare da solo, e più degli altri, i costi della ristrutturazione, esposti in prima linea alla delegittimazione sociale e facilmente trasformabili in capro espiatorio”. La posizione sostenuta da chi aderirà a questa manifestazione, sommata alla forza di Farmindustria e affini che si sono dati un gran daffare in queste settimane, saranno in grado di far cambiare rotta al Governo Monti?