Come in una categoria aprioristica (e trascendentale), di kantiana memoria, i farmacisti sono oramai per “il grande pubblico” dei loschi figuri ricchi, malvagi e polverosi che, chiusi in una fortezza inespugnabile, gettano olio caldo sulle nuove generazioni che assaltano le loro certezze. Di questa percezione, molte colpe sono dei farmacisti stessi che per anni non hanno fatto nulla per cambiare la terribile immagine che si stava creando. Un errore madornale. Se oggi tante misure d’emergenza stanno sconvolgendo la vita dei farmacisti è anche perché per anni i farmacisti non hanno saputo rinnovarsi, non hanno saputo fare delle piccole rinunce e non hanno, infine, saputo dare una versione più realistica della propria immagine. Si ritrovano così oggi ad essere una delle categorie più odiate e più invidiate del Paese, percepiti come vecchi avari, pieni di privilegi, che cercano di fermare il tempo. Qualche giorno fa nel suo intervento a Farmadays, il Ministro della salute, Renato Balduzzi, ha chiesto “generosità” ai farmacisti. La cosa stava per passare sotto silenzio, ma Andrea Mandelli, presidente della Fofi ha prontamente risposto al Ministro: “L’invito ai farmacisti ad essere generosi lanciato dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, nel suo intervento a Farmadays ci lascia molto perplessi. In primo luogo perché ancora pare riferirsi a un cliché ormai privo di fondamento: quello del farmacista “ricco” che grazie alla farmacia si permette “la fuoriserie e la casa al mare” tanto per restare tra gli stereotipi. Oggi, in particolare per i giovani, la titolarità della farmacia non è certo un buon affare, come si suol dire, e la situazione sicuramente non migliorerà con l’arrivo di 4500 nuove farmacie e con la costante discesa del prezzo dei farmaci. Una congiuntura negativa che ha pesanti effetti anche sui livelli occupazionali dei farmacisti non titolari, per i quali la Federazione è fortemente preoccupata”. Finalmente una presa di posizione forte contro frasi e frasette che contribuiscono a dare un’immagine falsata di tutto il mondo della farmacia. Per prima cosa è bene ricordare che la ricchezza ed il successo negli affari, non sono un crimine, ne una discriminante, ne tanto meno attributi negativi. Ma come se non bastasse, ad oggi non si fanno buoni affari con le farmacie, quindi anche l’associazione mentale “farmacia- soldi” è da rivedere. C’è da ricordare anche che la categoria è composita e diversificata, proprio come tutte le altre categorie. Ci sono farmacisti e farmacisti. Prima di essere farmacisti si è persone: fare i farmacisti è un’attività non uno stato dell’anima. Il presidente della Fofi che, ricordiamolo, è il presidente della federazione di tutti i laureati in farmacia, dipendenti e titolari, impiegati in farmacia, in para-farmacia, in ospedale, in clinica, o nei supermercati, è stato molto preciso nel fare il proprio dovere: “Sembra si ignori che in molte parti d’Italia, oltretutto le meno floride economicamente, il farmacista continua a svolgere il suo servizio, direi generosamente, anche di fronte a fortissimi ritardi nei pagamenti da parte delle ASL. Peraltro, le prospettive future che la professione indica per il servizio farmaceutico vanno piuttosto nella direzione di un maggior impegno del farmacista nel processo di assistenza e cura, verso il cittadino, e nell’organizzazione territoriale dei servizi”. Si, sembrano dimenticarselo in molti questo aspetto. I farmacisti avranno i loro difetti, non lo si può negare, ma il ruolo che ricopre all’interno del Sistema Sanitario Nazionale è davvero centrale, e non mi pare che lo Stato possa lamentarsi. Anzi, forse chi si dovrebbe lamentare sono proprio i farmacisti, che spesso si vedono risarciti dopo anni da quello Stato rappresentato dal Ministro che chiede “generosità”. Ancora Mandelli: “Siamo lontani, quindi, da una chiusura egoistica a difesa del “particulare”, c’è semmai, e non da oggi, la generosa consapevolezza che o il sistema mette al centro il cittadino o è destinato a collassare. E per collaborare a questo cambiamento fondamentale la rappresentanza della professione si è attivata da tempo: con analisi e ricerche, con la costruzione del consenso attorno a un progetto di rinnovamento e, infine, con la sperimentazione di nuove forme di intervento a supporto delle cure al cittadino. In questa fase, nella quale il Governo ha posto l’accento sul rigore e l’equità, della seconda si è persa ogni traccia, e non è ai farmacisti che si deve chiedere maggiore generosità”. Comunque la si pensi, bisogna riconoscere che Mandelli ha iniziato a fare il lavoro che gli compete, ma che non competerebbe solo a lui, e che bisognava fare tanto tempo fa, in maniera tosta e convinta. Speriamo non sia un fuoco di paglia.
- Associazioni di Categoria
- Governo e Parlamento
- Liberalizzazione
- News
- Notizie e Cronaca
- Ordine dei Farmacisti
- Pagamenti SSN
- Quale futuro?
- Sanità News
- Spesa Sanitaria
Con tutto il dovuto rispetto queste ultime dichiarazioni di Mandelli rendono ancora più imbarazzante la situazione attuale. Il “presidente della federazione di tutti i laureati in farmacia” si è comportato in questi anni semplicemente come il più valente dipendente di Federfarma,la stessa che definiva “profumieri” e “pizzaioli” i laureati che tentano, tra mille difficoltà, la libera professione che si trovano ancora nella demenziale situazione di non poter dispensare tutti i farmaci semplicemente per non togliere l’esclusiva ad altri colleghi che hanno semplicemente ereditato una concessione per via dinastica. Non ho mai sentito una parola di difesa a riguardo del “presidente” Mandelli nei confronti della presidente di Federfarma. In questi giorni le associazioni di titolari hanno comprato le pagine dei giornali per difendere l’indifendibile, parlando di “parafarmacisti”. I farmacisti dipendenti poi, pagati con contratti commerciali, sono tirati fuori dal cappello di Mandelli solo nel momento in cui possono essere usati come “minaccia” contro il Governo Monti. Quando la situazione andava bene non si è pensato minimamente a dare un contratto sanitario ai farmacisti mentre ora si pensa solo a licenziare. E non dimentichiamoci poi delle campagne elettorali in favore dei parlamentari titolari di farmacia, quasi tutti del PDL, condotta anche sulle riviste della FOFI pagate da tutti gli iscritti all’Ordine. Distinti saluti.
Cari colleghi,
come sempre mi piace scrivere quando leggo una notizia ghiotta come quella appena letta su “Quelli che la Farmacia….” per cercare il confronto e mettere in risalto punti di vista differenti nel variegato mondo dei farmacisti iscritti all’Ordine.
Lo spunto mi è dato, anche stavolta, dalle parole del Presidente Mandelli. Come in altre occasioni mi è capitato di commentare pubblicamente sui interventi, ma mai mi è stato risposto, neanche pubblicamente, alcunché. Di certo non merito la sua attenzione, nonostante sia una “collega” regolarmente iscritta all’Ordine che egli rappresenta in tutta la Nazione.
La premessa d’obbligo, per onestà intellettuale, è che nutro molta stima per il Presidente Mandelli: è’ fuor di dubbio che si tratta di una persona di spessore, grande conoscitore della categoria, di professionalità ineccepibile, e di grande e coinvolgente personalità. Quando ho seguito il corso FAD, nel quale lo stesso ha tenuto la lezione sulla Farmacia dei Servizi, realtà da Lui fortemente voluta, sono rimasta affascinata dalla sua chiarezza, dalla sua determinazione e dalla sua grande preparazione.
Torniamo all’articolo in questione dal titolo :”I Farmacisti non sono mostri.”
Il giornalista che ha scritto l’articolo, Giacomo Giannecchini, riporta le parole del Presidente Mandelli in risposta all’intervento del Ministro Balduzzi al Farmadays e ne commenta positivamente il significato facendo chiarezza sui vecchi cliché che vedono esclusivamente “il farmacista ricco con la fuoriserie e la casa al mare”. Indubbiamente il Presidente Mandelli ed il giornalista hanno ragione quando dicono questo, ed ha ancora più ragione il giornalista quando dice “c’è farmacista e farmacista”. Ma…….è qua lo preciso io, il Presidente Mandelli è “ il presidente della FOFI che, ricordiamolo, è il presidente della federazione di tutti i laureati in farmacia, dipendenti e titolari, impiegati in farmacia, in para-farmacia, in ospedale, in clinica, o nei supermercati”, ovvero deve difendere gli interessi di tutti i farmacisti in qualunque condizione di lavoro essi si trovino, e non solo i titolari di farmacia, tra i quali la maggior parte “sono veramente ricchi ed hanno la fuoriserie e la casa al mare”, ed altri (la minor parte) no! Mentre sul fronte dei non titolari ( sempre rappresentati dallo stesso) quasi tutti non hanno la fuoriserie e la casa al mare, e pur avendo gli stessi diritti lavorativi dei titolari, a causa di leggi feudali e anacronistiche, non possono svolgere la professione che li vede ugualmente laureati ed abilitati. A tal proposito si possono tirare in ballo i numeri per controbattere sollevando un problema di sostenibilità del sistema, e ci sarebbe tanto da discutere, facendo però anche paragoni con le altre Nazioni della Comunità Europea dove vigono regole liberiste ed i sistemi non sono collassati come confermano articoli di alcune riviste di categoria che non ho scritto io http://www.puntoeffe.it/rivista/2011/17/8-9-10%20parliamone.pdf ( per favore non tiriamo in ballo la Grecia le cui problematiche non sono legate ai problemi esclusivi della Sanità bensì ad un collasso del sistema democratico-affaristico-economico di più ampio significato!!!).
Per quanto attiene all’intervento del Presidente al Farmadays, e specificamente al ruolo del farmacista S.S.N. è indiscutibile che il farmacista titolare abbia un ruolo centrale all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, e che con generosità (soprattutto il titolare rurale) svolga un servizio a favore del cittadino di elevata professionalità e spesso con sacrificio, e che in questi momenti di forte crisi economica globale stia contribuendo in maniera significativa ai doveri che il momento richiede, questo è quello che i farmacisti titolari si aspettano dalla propria classe dirigente, dal proprio sindacato.
Ma il Presidente Mandelli (la cui onorevole opinione è pertinente essendo egli stesso titolare di Farmacia) non rappresenta in maniera esclusiva i titolari di farmacia, lui non è il Presidente di FEDERFARMA, lui non è il sindacalista dei farmacisti titolari. Lui è il Presidente della FOFI, ”, deve iniziare o continuare (se mai abbia iniziato) a farsi carico dei problemi di tutta la categoria e a cercare di mediare tra i diversi professionisti che la compongono per dare dignità ad ogni ruolo ad ognuno, nei modi “ non lontani da una chiusura egoistica a difesa del “particolare”, cosa che ancora una volta ha dimostrato con il suo intervento a difesa di una parte della categoria. Dott. Francesca Di Prima
Gentilissimi Alex e Dottoressa di Prima, innanzitutto vorrei ringraziarvi per aver contribuito, con i vostri commenti, a completare l’informazione del nostro giornale; in seconda analisi, in merito alla questione da voi sollevata, ci terrei a sottolineare che non posso darvi torto. Nell’articolo ho evitato di fare polemica a questo riguardo, e ho lanciato solo un piccolo sasso che evidenziava che quelle parole di Mandelli erano un po’ fuori tempo, e che sarebbe stata un’azione da iniziare molto prima. La dottoressa Di Prima ha ragione in pieno: “Lui è il Presidente della FOFI, ”, deve iniziare o continuare (se mai abbia iniziato) a farsi carico dei problemi di tutta la categoria e a cercare di mediare tra i diversi professionisti che la compongono per dare dignità ad ogni ruolo ad ognuno, nei modi “ non lontani da una chiusura egoistica a difesa del “particolare”, cosa che ancora una volta ha dimostrato con il suo intervento a difesa di una parte della categoria”. Io, visto che sono un inguaribile ottimista, spero che questo sia un inizio, un ritorno al proprio ruolo di Mandelli e di tutta la Fofi. Speriamo che la crisi economica nel nostro paese serva a questo: a rimettere al posto giusto le persone giuste, a ri-assegnare i ruoli di competenza, a ri-assegnare i compiti.
Cordialità,
Giacomo Giannecchini
Gentile Giacomo Giannecchini, se un minimo di concessioni non si sono ottenute nel periodo di macche grasse è improbabile che queste avvengano ora che la situazione non è florida per nessuno. Lo dimostra il fatto che alcune associazioni di farmacisti si siano dovute rivolgere alla giustizia ordinaria (ai Tar regionali) per ottenere quello che in altre nazioni europee è un diritto riconosciuto per tutti i professionisti. Così, come spesso accade a chi non ha voluto concedere niente per avaria, ora si trova nella situazione di contenere i danni alla meno peggio. Per non avere voluto concedere niente ai colleghi che Mandelli dice di difendere ora c’è il rischio che tutta la farmacia italiana finisca in mano alla GDO delle multinazionali. Nell’ultima “liberalizzazione” sono stati inseriti per le parafarmacie solo pochi farmaci poco conosciuti eliminando opportunamente altri, come la Tachipirina da 1g, solo perchè ha un’alta rotazione di magazzino. E poi parlano anche di “preservare la salute del cittadino”. Posso solo consigliare al Presidente Mandelli di replicare direttamente i comunicati della dott. essa Racca di Federfarma. Almeno ci sarebbe una minore ipocrisia. Distinti saluti.
“se un minimo di concessioni non si sono ottenute nel periodo di vacche grasse è improbabile che queste avvengano ora che la situazione non è florida per nessuno”.
Speriamo che lei si sbagli dottore, ma purtroppo…
Io non ho mai letto ne sentito in alcuna intervista una sola parola in favore dei farmacisti che lavorano in parafarmacia o piu’ in generale negli esercizi di vicinato a partire dal 2006 ad oggi.
Il mio ordine provinciale come la federazione tutta non ha mai speso una parola di consiglio, di solidarieta’ per non parlare del sostegno…..ma neanche hanno mai chiesto spiegazioni della mia scelta. Quali sono state le ragioni per smettere di essere dipendente di farmacia per intraprendere una vera e propria avventura nell’ignoto…non interessa a nessuno. E cosa spinge un farmacista laureato ed abilitato tal quale il titolare di una farmacia a lavorare in un supermercato?..Questo non interessa ad un presidente FOFI che e’ titolare di farmacia, come a qualsiasi altro titolare di farmacia.
Quando era in discussione la famigerata ”863”,Gasparri-Tomassini che avrebbe riportato i ”senza ricetta” in farmacia e buttato per strada i ”farmacisti” che avevano aperto un esercizio di vicinato, il dr.Mandelli si spese per far sapere al sen.Lettieri ed alla commissione tutta che la FOFI appoggiava la legge…
Io mi domando: ma ha mai chiesto in quella occasione il parere dei farmacisti degli esercizi di vicinato che pure sono iscritti agli ordini ed ai farmacisti tutti, cosa pensassero del suo ”aderire” alla 863?
Eppure siamo farmacisti anche noi….mica mostri?
Gentile Musumeci,
trovo le sue considerazioni molto ponderate e interessanti. La devo però avvertire che la sua riflessione mi ha stimolato a fare alcune ipotesi che mi hanno rapito per qualche minuto. Sono considerazioni di pura fantasia, ci tengo a precisarlo. Ho immaginato cosa accadrebbe se Fofi ridefinisse completamente il suo ruolo, dando l’impostazione che dovrebbe avere: quella di difendere ogni laureato in farmacia e non una categoria in particolare.
Fofi non è un sindacato di una categoria, non lo può essere, poiché rappresenta troppe realtà diverse e in competizione tra loro. Probabilmente Fofi, immaginandola in una versione assolutamente equidistante dalle categorie professionali, non appartenendo a nessuno, ma rappresentando tutti, diverrebbe un Ente quasi spirituale, molto trasparente, senza consistenza. Una specie di simbolica federazione (federazione tra persone che si bastonano nella quotidianità a colpi di concorrenza serratissima). Al di sotto di essa, ci sarebbero i sindacati di categoria a fare il bello e il cattivo tempo, mentre Fofi, piano piano diventerebbe uno di quegli Enti inutili e senza voce. Mi sbaglio? La mia fantasia è fervida, e questo è solo un gioco, ma possiamo davvero escludere che Fofi se cominciasse a difendere tutti i laureati in farmacia e a non prendere posizione per rimanere sempre equidistante, morirebbe?
Torno a ripetere che è solo una speculazione, un gioco. Con questo non voglio certamente alludere a nulla, o contestare le parole serie e puntuali che abbiamo scambiato in questi commenti. Nemmeno vorrei che i punti focali e seri della discussione si perdessero, ma credo che una riflessione di questo tipo possa essere fatta. Che ne pensa?
Cordialità
Giacomo Giannecchini
Egregio Giacomo, la FOFI e’ la federazione degli ordini di una categoria di professionisti che basa tutta la propria esperienza e conoscenza sulla ”scienza”….detta genericamente”farmacia”. Questo tipo di ordine che nasce per conservare e cautelare il farmacista con la sua conoscenza acquisita nel corso di laurea e nella sua applicazione professionale e si attiene a leggi e regole molto reali e che non hanno a che vedere con qualcosa di aleatorio o di spirituale tipo una nuova religione come ”Scientology”.
Le battaglie a difesa della professione verso l’esterno della categoria sono un ”dovere” per chi siede sulla poltrona di un ordine professionale. Ma deve essere ancor piu’ un dovere tutelare gli interessi di tutte le anime, all’interno della categoria mettendoci la stessa energia con i piu’ deboli(la maggioranza) di quanta se ne usa per i piu’ forti.
Gli ordini dei farmacisti spendono le loro energie per redimere le beghe che nascono ogni giorno tra titolari di farmacia. Hanno voce moooolto attiva per accontentare qualsiasi desiderio, problema e contenzioso tra ”TITOLARI DI FARMACIA”. Verso questa minoranza di farmacisti si utilizza tutta ”l’energia”e la capacita’ difensiva che un ordine possa esprimere. Sia a livello politico che istituzionale. Le battaglie degli ordini e della FOFI accanto alla sorella FEDERFARMA per cautelare la professione della ”FARMACIA”(intesa come quattro mura e non dei farmacisti) sono note a tutti. Sono azioni molto reali e concrete e non c’è niente di ”mistico”. Verso il resto della categoria (la maggioranza) questa energia viene del tutto smorzata per i collaboratori o altre figure professionali, per sparire del tutto quando si tratta dei farmacisti degli esercizi di vicinato. Emblematico il fatto che la FOFI abbia appoggiato incondizionatamente Federfarma per agire contro le parafarmacie e che non abbia mai preso alcuna iniziativa per trovare soluzioni ai contrasti interni che sempre di piu’ aumentano. D’altronde chi ha un interesse diretto come titolare di farmacia, non puo’ tutelare le esigenze professionali di un collaboratore che ”dipende” da lui o le esigenze di un farmacista che gli fa concorrenza con la parafarmacia. Direi che non esiste ente piu’ inutile di quello che puo’ rappresentare una ”sorella scema” di Federfarma. Allora FOFI si faccia garante della professione tutta, spendendo le energie a favore di tutti e non dei pochi potenti e traendone anche forza da questo ”pluralismo” ponendosi come protagonista anziche’ ”gregaria”. Un saluto.
Voglio fare un esempio concreto di come dovrebbe operare un ordine professionale:1) Appoggiando concretamente l’introduzione della cosiddetta fascia ”C” nelle parafarmacie dove c’è per titolare un farmacista laureato e che non sia gia’ titolare o socio di farmacia. Esclusivamente in questo tipo di esercizi (non esclusivamente commerciali), ma non per ”liberalizzare” una categoria di farmaci e farne sconti allo spasimo, bensì per difendere doverosamente la liberta’ di professione dei farmacisti non titolari che nelle parafarmacie tutti i giorni cercano di attuare la loro professionalita’ come hanno studiato sui libri( gli stessi dei titolari di Farmacia e dei loro figli).
E questo senza intaccare la professionalita’ del resto della categoria. (Ed e’ la professionalita’ su cui deve operare un ordine , piu’ che l’ interesse economico degli iscritti).
Un’altro esempio puo’ essere il prendere posizione affinche’ le sedi farmaceutiche assegnate dal concorsone non siano quelle trovate dai comuni come oasi nel deserto, ma sedi che possono rappresentare davvero un presidio( come ad esempio quelle nei centri citta’ di proprieta’ dei baroni).
Ma questi sono solo alcune delle tante e tante cose che un ordine ed una federazione tutta potrebbero fare, attivandosi a tutti i livelli per salvaguardare la professione di tutti e non dei soliti…Un cordiale saluto.
Gentilissimo Giacomo,
la chiamo per nome per la simpatia che mi trasmette.
Rispondo al suo commento che mi appare limpido e veramente trattato da un punto di vista non ideologico.Nel mio commento ho tralasciato di parlare di altri aspetti della categoria che sono anche più importanti di quelli che ho trattato, di cui la Fofi e il Presidente Mandelli dovrebbe seriamente mettere tra le priorità delle proprie competenze. E mi riferisco agli stipendi dei collaboratori, alla mancata presenza del farmacista nelle Case di Cura, al ruolo del farmacista nell’insegnamento di quelle materie di sua pertinenza nelle scuole, etc. Non può il Presidente della Fofi lasciare che siano altre associazioni, come MNLF, a raccogliere firme per ” 20.000 firme per Farmacista cambia contratto” dovrebbe essere egli stesso a proporre un contratto sanitario e non commerciale per i farmacisti collaboratori e battersi per ottenere una più equa renumerazione. Non può un Presidente della Fofi non sapere che molte delle farmacie del concorso straordinario saranno cattedrali nel deserto, e non può non riprendere i presidenti degli ordini che ne sono gli artefici ( i comuni per la maggior parte hanno indicato le zone suggerite dagli Ordini, non mettiamoci le mani sugli occhi……. Non può non sapere il Presidente della Fofi che solo pochi ordini provinciali hanno dato la Pec gratuita ai loro iscritti, e che pochi ordini provinciali danno informazioni ai colleghi che chiedono notizie sul concorso straordinario, (lode al Prof. Ranaudo, che svolge un servizio eccellente e chiarificatore per tutti). Anche io sono un inguaribile ottimista, spero che da queste critiche costruttive parta davvero una nuova era, un ritorno al proprio ruolo di Mandelli e di tutta la Fofi. E spero vivamente che le lotte fratricide terminino con la collaborazione di tutti e che tutti sentano finalmente che la FOFI è la casa di TUTTI i FARMACISTI. Caro Giacomo mi consenta di lanciare un messaggio al Presidente.
Presidente Mandelli mi faccia capire che non sono un’illusa. Ci sorprenda tutti!
Con profonda stima
Francesca Di Prima
Gentile Francesca,
la ringrazio per le parole gentili e vorrei che lei sapesse che la percezione della simpatia è reciproca. Vorrei invitarla ad essere intervistata sugli argomenti che abbiamo trattato in questi commenti, e tanti altri argomenti. Se lei fosse disponibile ad essere intervistata da me, la prego di scrivermi alla mia mail per metterci d’accordo per tempi, modalità e quant’altro. La mia mail, che per inciso è a disposizione di chiunque voglia scrivermi, è la seguente: giacomo.giannecchini@wdaily.eu
Spero davvero di avere il piacere di intervistarla, per poter dare l’opportunità a certe tematiche di uscire allo scoperto. A volte non si riesce a raccontare tutto quello che avviene in un mondo così sfaccettato come quello della “farmacia”. Le notizie sono tante, e le notizie “importanti”, di “primo piano” a volte rubano spazio a tante tematiche che meriterebbero spazi maggiori.
Cordialità,
Giacomo Giannecchini