L’accordo con l’Aifa sulla remunerazione di farmacie e grossisti passa l’esame dell’assemblea generale di Federfarma. A larga maggioranza: 147 voti a favore, 30 contro e 23 astenuti, cui vanno aggiunte le dichiarazioni di “non voto” di due delegati. Questo l’esito della seduta con cui oggi il parlamentino del sindacato ha ratificato l’intesa del 16 ottobre, che ora deve passare per l’esame del dicastero Economia e quindi dalla conferenza Stato-Regioni.
A tenere banco nell’assemblea sono state soprattutto cifre e tabelle: Gianni Petrosillo, amministratore delegato di Promofarma, ha infatti fornito una panoramica dettagliata di quello che accade alla marginalità della farmacia con la nuova remunerazione: «Chi dice che le farmacie ci perdono» ha osservato «dovrebbe tenere presente l’erosione che i margini subiscono da più di un anno: nel gennaio 2011 il valore medio per confezione era di 2,48 euro, un anno dopo è sceso a 2,27, a giugno – il mese preso a riferimento dall’Aifa per le sue stime sul nuovo sistema – è calato ancora a 2,21 euro e ad agosto ha toccato i 2,16 euro. Facile prevedere che a dicembre avremo un valore ancora più basso».
L’invito di Petrosillo a ragionare in prospettiva è indirizzato ai colleghi di quelle regioni che, se si passasse subito alla nuova remunerazione, perderebbero qualcosa rispetto al margine tradizionale: «Le uniche a rimetterci qualcosa» ha detto «sono Lombardia e Sicilia, 0,43 euro in meno sul valore per confezione la prima e 1,42 la seconda.
Ma la transizione al nuovo sistema scatterà solo a gennaio, quindi è probabile che per quella data l’erosione dei margini assorbirà la differenza». Le cifre non hanno convinto tutti (al momento del voto i delegati siciliani si sono divisi) ma il fatto che abbiano votato compatte a favore regioni non sempre “vicine” alla maggioranza come Toscana, Umbria e Marche è comunque significativo del consenso raccolto dall’intesa con l’Aifa. E nella mozione approvata, l’Assemblea ha invitato Federfarma a premere nelle sedi più opportune perché nel decreto che recepirà l’intesa vengano sancite anche l’indicizzazione della quota fissa (ai fini della sua rivalutazione) e opportune barriere al riconfezionamento (un eventuale aumento delle unità posologiche per pezzo toglierebbe fatturato alle farmacie). E ora? «Abbiamo fermato l’emorragia» ha detto in assemblea il segretario nazionale del sindacato, Alfonso Misasi «ora però dobbiamo far guarire il malato». In altri termini, si riconferma che l’accordo è solo il primo passo di un’operazione che deve riportare in farmacia gli innovativi e dare una remunerazione ai nuovi servizi. «Questo è l’obiettivo al quale incominceremo a lavorare già da domani» è il commento finale della presidente di Federfarma, Annarosa Racca «con l’accordo abbiamo tenuto fede al mandato trasmessoci dall’assemblea, che ringrazio per il voto di oggi. Ora barra avanti tutta sul rinnovo della Convenzione». (AS)
purtroppo i farmacisti hanno la memoria corta, diamo ancora fiducia a promofarma dopo quell’ultima genialata chiamata progetto zenith. ma vi rendete conto? e poi ci lamentiamo della politica italiana e dei politici che non vogliono lasciare le loro comode poltrone