Comincia il balletto delle cifre per la grande manifestazione di Sabato a Roma. Chi dice ventimila, chi trentamila, chi ancor meno di ventimila, chi ben più di trentamila… Il solito tam tam. Quello che possiamo dire con certezza è che erano tanti, davvero tanti, in piazza della Repubblica. Alle 13 davanti al Colosseo sono iniziati gli interventi dei sindacalisti, di qualche rappresentante e/o delegato, di qualche cittadino. Costantino Troise, vera anima della manifestazione, segretario dell’Anaao Assomed ha dichiarato: “Oggi dichiariamo la nostra intenzione a salvare il Servizio sanitario nazionale per farci carico della difesa di un sistema pubblico e nazionale, della sua funzione di coesione sociale e di garante della esigibilità del diritto alla salute, che è uno e indivisibile, e non può essere declinato in base al Codice di avviamento postale. Non so se questa manifestazione sarà in grado di cambiare il corso delle cose, ma so che certamente può cambiare noi stessi se smettiamo di rassegnarci: chi si rassegna perde ogni giorno. Oggi siamo qui insieme a tutti coloro che condividono il pensiero forte dell’articolo 32 della Costituzione per opporsi a chi vede nell’abbandono delle cure l’unica fonte di risparmio, a chi continua a legiferare frantumando la coesione sociale del Paese e restringendo il perimetro delle tutele. Da qui vogliamo ripartire per riscoprire il senso di identità professionale e di appartenenza. Non siamo palle da biliardo che si muovono sul tappeto assecondando i movimenti di chi ha in mano la stecca o, peggio ancora, operatori invisibili. Siamo una risorsa preziosa. Solo l’apertura di una nuova stagione da parte di tutte le forze che hanno a cuore il patrimonio e la sorte del Ssn potrà salvarlo. La sfida è per tutti: cittadini, istituzioni, partiti. Noi faremo la nostra parte”. Le parole di Troise sono state condivise rapidamente dalla folla, e, anche se non ispiratissime, hanno ottenuto un grande effetto. A sostenere la manifestazione c’era il rappresentante del Tribunale per i diritti del Malato – Cittadinanzattiva, Giuseppe Scaramuzza, che più ispirato che mai ha dichiarato: “Sono qui oggi a rappresentare i cittadini che quotidianamente usufruiscono dei servizi sanitari, o forse sarebbe meglio dire ciò che rimane del nostro Ssn di tipo universalistico. Un tempo ci battevamo e denunciavamo bagni e lenzuola sporche negli ospedali, oggi ci battiamo per il diritto a non aspettare 10 mesi per una risonanza magnetica o per fare la chemioterapia in modo dignitoso. Al Governo Monti e a tutti i Governi di turno i cittadini gridano ‘Non siamo un peso o un costo, ma una risorsa di questo Paese’. Siamo di fronte a una situazione paradossale: la sanità è diventata quasi un onere di cui liberarsi e non un fattore di sviluppo di un Paese moderno come richiesto dalla Ue per gli obiettivi di sostenibilità del 2020. Il Governo non può pensare di salvare i conti e i bilanci dell’Italia distruggendo gli italiani. Il Governo era partito con rigore, sviluppo ed equità. Oggi è rimasto il rigore, ma si è perso per strada lo sviluppo e, soprattutto, l’equità”. La manifestazione è stata un successo, questo si può dire con serenità, anche se attendiamo le prime reazioni importanti a questo grande evento che ha sfilato nella città eterna sotto l’insegna: “Diritto alla cura, Diritto a curare”.