Farmindustria continua il suo lavoro ai fianchi al Governo anche dal palco prestigioso dell’incontro organizzato a Siena tra Farmindustria appunto, Società Italiana di Farmacologia e Università degli studi di Siena. L’incontro è stato un modo per ribadire la necessità di una sempre più forte sinergia tra strutture pubbliche di ricerca e industria. In quest’ottica infatti era stato siglato l’accordo di inizio millennio tra SIF e Farmindustria che ha portato a creare i presupposti per incontri importantissimi in molte Università con i farmacologi di tutt’Italia. Lucia Aleotti, vicepresidente di Farmindustria ha dichiarato in proposito: “Senza riconoscimento del valore del marchio non c’è innovazione e senza innovazione non c’è ricerca. In Italia nuove terapie hanno permesso una significativa riduzione della mortalità per i tumori, per le malattie dell’apparato circolatorio e per altre importanti patologie. Dal 1951 ogni 4 mesi se ne è guadagnato uno di vita in più, un fenomeno dovuto per il 40% ai farmaci. Oggi nel nostro Paese operano 6.000 ricercatori e le imprese del farmaco investono 1.250 milioni di euro in R&S. Imprese che contano, in totale, 165 fabbriche, 65.000 dipendenti, il 90% dei quali laureati o diplomati ed esportano il 61% della produzione di 25 miliardi all’anno. Un vero e proprio patrimonio manifatturiero per il Paese (secondo solo a quello tedesco), fortemente penalizzato da 4 manovre (liberalizzazioni, spending review , decreto Salute e decreto stabilità) negli ultimi 8 mesi. In particolare la prescrizione con principio attivo colpisce al cuore un settore hi tech di fondamentale rilevanza per la crescita economica e sociale del Paese”. Le parole della dottoressa Aleotti escono fin da subito dal contesto, quasi gioioso, dell’importante incontro senese, e arrivano subito a punzecchiare laddove maggiormente duole la ferita. La verve polemica non manca e nessuna occasione viene tralasciata per rilanciare accuse. Proprio la Regione Toscana, che ha difeso a lungo Farmindustria e in generale tutta l’industria farmaceutica nella dura battaglia che la sta vedendo soccombere sotto i colpi dei generici, è stata la cornice di questo importante evento. In Toscana aziende come la Menarini hanno un impatto fondamentale per l’economia e non deve certo meravigliare la difesa a spada tratta che la Regione sta portando avanti nei confronti dell’industria farmaceutica. Per quanto riguarda il vero e proprio senso dell’evento che ha visto riunire a Siena le ricerche industriali e la ricerca accademica è stata davvero un’iniziativa ben riuscita che ha ottenuto grandi plausi: “Eventi come quello di Siena sottolineano l’indissolubile legame tra formazione, ricerca e sbocchi professionali. Sarà soltanto in una visione che tenga in considerazione l’interrelazione tra questi aspetti che ai giovani potrà essere offerta un’ottimistica prospettiva per un adeguato futuro lavorativo”. Queste le parole del professor Pier Luigi Canonico, Presidente della SIF. “Ricerca e sviluppo nel settore del farmaco hanno una valenza particolare qui a Siena e nella regione Toscana. L’evento di oggi, grazie a Farmindustria ed alla SIF, ha offerto agli studenti universitari e ai giovani ricercatori l’opportunità di incontrare accanto alla ricerca accademica, il mondo e i volti della ricerca farmaceutica industriale con il suo elevato contenuto tecnologico e di innovazione, e le sue competenze professionali”. Queste le parole di Marina Ziche, ordinario di Farmacologia della facoltà di Farmacia dell’Università di Siena.
Home Giovani Farmacisti Farmindustria, SIF e Università: investire nel futuro (e polemizzare con il presente)