Il Governo recepisce la direttiva europea in materia di pagamento delle Pubbliche Amministrazioni. I farmacisti in risposta danno il via ad una standing ovation. Da sempre le farmacie sono “ostaggio” dei ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione, tant’è che questo particolare punto è stato al centro delle forti critiche alla nuova remunerazione, che sembrava essere andata troppo leggera nel chiedere garanzie per il rispetto dei tempi di pagamento da parte di Regioni e co. Ricordiamoci che in Campania si era arrivati a 500 milioni di Euro insoluti, Lazio 400 milioni, Sicilia 100 milioni, Calabria 80 milioni, e non dimentichiamoci la situazione della Asl 1 di Napoli, su cui tanto abbiamo scritto, che a Luglio di quest’anno si è vista pagare le prestazioni di Dicembre 2010 e Dicembre 2011. I primi ad esultare sono i dirigenti di Federfarma, che attraverso la bocca di Alfonso Misasi, segretario nazionale della federazione dei farmacisti titolari ha dichiarato: “Le farmacie soffrono dei ritardi con cui le Asl pagano i fornitori esattamente quanto le altre piccole e medie imprese italiane quindi non può che farci piacere la decisione del Governo di dare rapida attuazione alla direttiva che riduce i tempi di pagamento degli enti pubblici. Almeno in linea di principio, perché dobbiamo ancora capire quanto ci sarà di aiuto: non varrà per i crediti pregressi, perché riguarderà soltanto i contratti stipulati dal primo gennaio del nuovo anno. E c’è da vedere se verrà confermato anche per il 2013 il blocco dei pignoramenti nelle Regioni sottoposte a Piano di rientro: sarebbe un provvedimento contraddittorio rispetto al recepimento della direttiva, perché i ritardi più consistenti li registriamo proprio con quelle amministrazioni che lamentano deficit nei conti della Sanità”. Insomma c’è allegria ma si guarda con attenzione, e un po’ di sospetto, all’evolvere della situazione anche perché non si è guadagnata molta fiducia la parte pubblica in questo genere di cose, visto che spesso ha creato indicazioni contraddittorie a scapito della chiarezza. L’idea è buona se viene messa in pratica così come la s’intende, ma si temono piccole modifiche, che ne stravolgano completamente il senso. Non sarebbe la prima volta.