Finalmente si inizia a fare sul serio e dopo tante promesse e impegni cominciano a comparire anche date e numeri. Il termine per il recepimento della direttiva europea per i ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministazione è stato fissato la 16 Marzo 2013. Addirittura il nostro Governo vuole anticiparla! Scusate il punto esclamativo, ma ci troviamo un po’ a disagio nell’essere i primi della classe, non ci siamo abituati. Il governo vorrebbe renderla effettiva fin dal primo Gennaio 2013. Ma cosa sancisce questa direttiva? Semplice: pagamenti entro 30 giorni, per la sanità deroga ad un massimo di 60. Un sogno che si realizza. Chissà l’espressione di molti farmacisti che sono abituati ad aspettare anni nel leggere questa notizia! Non potranno credere ai loro occhi. Saranno molto dubbiosi. Onde evitare di contribuire ad alimentare speranze fasulle, useremo il condizionale di qui in avanti. Se questa direttiva viene applicata, in anticipo su tutti gli altri paesi europei, sarebbe un grande toccasana per le piccole e medie imprese che sono, usando un termine forte, “vittima” delle pubbliche amministrazioni spesso ritardatarie. La direttiva 2011/7/UE che il governo si appresta a recepire, anche in ottemperanza a quanto stabilito con l’articolo 10 della legge 180/2011, ovvero quella inerente allo statuto delle imprese, prometterebbe una vera e propria rivoluzione per chi ogni giorno si trova a doversi scontrare con le tempistiche assurde delle amministrazioni. I sessanta giorni sarebbero consentiti solo in casi eccezionali, in condizioni particolari e in presenza di giustificazioni circostanziate. Il decreto prevederebbe una maggiorazione del tasso degli interessi di mora dell’otto per cento contro l’attuale del sette, in più, ovviamente, al tasso fissato dalla BCE per le operazioni di finanziamento. Tutto questo, dovrebbe iniziare con i contratti conclusi dal primo Gennaio 2013, onde evitare troppa confusione. E’ incredibile ma sta succedendo davvero. Questo sarebbe un concreto e realissimo contributo alle piccole imprese, poiché, oggi più che ieri, le imprese non possono fare da ente creditizio allo Stato, seppure il sistema aveva i suoi vantaggi anni addietro, ad oggi non è più possibile mantenere questi standard che sono andati peggiorando con gli anni. Una boccata d’aria fresca.