“Non voterò la legge di stabilità all’esame alla Camera se il governo non dimostrerà con atti concreti di voler invertire tendenza sulle politiche sociali. Se non deciderà di superare la vergogna di un miserrimo e indegno stanziamento di 220 milioni di euro per l’insieme delle politiche sociali”. Parola di Livia Turco esponente di livello del PD e relatrice in Commissione Affari Sociali per il Decreto Balduzzi. La dottoressa Turco, già ministro della Salute con il secondo governo Prodi, dal 2006 al 2008, non tenta nemmeno di ammorbidire i toni, è decisa e ferma. “Ci saremmo attesi e ci attendiamo un rifinanziamento del Fondo delle politiche sociali, un progetto per la non autosufficienza e misure più incisive contro la povertà”. Queste le ragioni di tanta rabbia: l’ex ministro si aspettava che il governo se da una parte irrigidiva la regolamentazione, eliminava gli sprechi e stringeva un po’ i lacci della spesa, dall’altra aprisse una politica parallela di sostegno alla questione sociale. La furia pervade le parole della dottoressa Turco che definisce le misure intraprese dal governo come “misure ciniche e perverse introdotte nella legge di stabilità come l’aumento dell’Iva per le cooperative sociali, la tassazione delle pensioni degli invalidi di guerra che abbiano un reddito superiore a 15 mila Euro”. E rilancia, più battagliera che mai: “Non è più sopportabile la trascuratezza, la sottovalutazione politica e culturale che questo governo riserva al welfare ed in particolare alle politiche sociali”. In sostanza la cuneese Turco sposa la grande tematica popolare che chiede a gran voce più clemenza al governo che è certamente tecnico ma ultimamente risulta ai più anche un po’ snob, freddo e altero. L’ex ministro prepara la campagna politica del PD o davvero questi continui tagli e questa assenza di un’altra colonna parallela di politiche sociali, ha davvero stancato tutti? E’ curioso notare come le parti politiche che hanno diligentemente appoggiato il governo Monti fino a poche settimane fa, hanno, di recente, iniziato, mano a mano che si avvicinano le elezioni, a prendere le distanze da esso. Lo paventavamo come scenario plausibile mesi fa, e non sbagliammo. Tutti pronti: inizia la campagna elettorale.