Era la fine del mese scorso quando ANPI, l’associazione nazionale delle parafarmacie italiane, si è schierata apertamente con Pierluigi Bersani. Abbiamo atteso a scriverne perché attendevamo ulteriori chiarimenti. Come è possibile che un’associazione di professionisti si schieri politicamente in maniera così aperta? Come potrà recarsi con la stessa serenità ai tavoli delle trattative con futuri governi non “bersaniani”? Gli associati che vorranno votare per Renzi alle primarie devono trovarsi un’altra associazione? E quelli che si sentono rappresentati dalla destra? Davvero è compito di Anpi occuparsi di politica e di fare campagne elettorali? Davvero Anpi può tutelare i diritti e le legittime aspettative degli operatori del settore commercio al minuto all’ingrosso sanitario, farmaceutico, parafarmaceutico, erboristico e similari, seppure qualche associato sia di idee politiche diverse da quelle della associazione? Per chi non ricordasse la presa di posizione Anpi, e si domandi se chi scrive non stia esagerando, riportiamo fedelmente parte del lungo comunicato stampa Anpi di fine Ottobre: “L’Associazione Nazionale delle Parafarmacie, in occasione delle primarie di coalizione del centro-sinistra, ha preso la decisione di sostenere il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani. Una iniziativa nata dalla consapevolezza che anche per le parafarmacie, in previsione delle elezioni politiche del 2013, sia giunto il tempo di fare una scelta di campo. Una competizione elettorale che si preannuncia difficile, per certi versi inedita, vista la crescente disaffezione che cittadini nutrono verso la politica rappresentativa. Uno stato d’animo che favorisce l’irrompere sulla scena politica di “nuovi soggetti”, ma anche di rivolgere la propria fiducia verso quelle forze politiche e quei politici che hanno dato dimostrazione di serietà e competenza, come nel caso di Bersani. Le parafarmacie sono consapevoli che solo con Bersani premier sarà possibile un cambiamento di rotta, rispetto alle incertezze e ai passi indietro del governo Monti, su temi innovativi come le liberalizzazioni, in grado di saldare, in un Paese bloccato dalle corporazioni, i valori di libertà con quelli di uguaglianza. Nei prossimi giorni il Comitato rappresenterà al Segretario Bersani, a sei anni dalle “lenzuolate” del 2006, cosa rappresenta oggi la parafarmacia nel mondo della distribuzione del farmaco. Un settore in continua espansione, che nonostante le difficoltà economiche del Paese, ha visto la nascita nel 2012 di 650 nuovi esercizi, 1.350 nuovi posti di lavoro e investimenti, senza alcun sostegno pubblico, per oltre 50 milioni di euro. Al punto che oggi la parafarmacia rappresenta il solo “polmone” occupazionale per i farmacisti. Dunque una realtà professionale e imprenditoriale che ha bisogno di consolidare la sua presenza nella distribuzione del farmaco attraverso il completamento della liberalizzazione dei farmaci di fascia C con obbligo di ricetta medica, per offrire ai cittadini un servizio capillare e prezzi più contenuti. Queste le nostre proposte per il programma di governo della coalizione di centro sinistra con premier Pier Luigi Bersani”. Come è possibile notare, non è una boutade o una dichiarazione poco attenta di un dirigente. Siamo di fronte ad una presa di posizione politica, con numeri, esortazioni e richiami a programmi e promesse elettorali. E’ un sistema che non funziona quello che vede una associazione di professionisti appoggiare apertamente una fazione politica, a nostro avviso. Si è stipulato un patto tra Bersani e i farmacisti di parafarmacia? Se lui governa farà tanti decreti pro-parafarmacie? In caso di vittoria, ci si aspetta che Bersani ignori le pressioni di Federfarma, Aifa, Utifar eccetera, e magari metta da parte le nuove remunerazioni e i decreti di nuovo conio, e che stravolga completamente il modo di concepire il sistema sanitario per aprire la strada alle parafarmacie? E se non vince? Come Anpi potrà trattare con Renzi o con il Pdl dopo questa discesa aperta in campo? Quindi un titolare di farmacia non può votare per Bersani? Perché dovrebbe? Citeremo a mo’ di monito qualche stralcio dello statuto di Anpi, perché quando si fonda un’associazione si hanno tante buone idee e tantissime buone intenzioni: L’ANPI ha per scopo sociale la difesa e la promozione professionale, economica e sociale delle imprese e dei farmacisti che vi operano, a riguardo promuove ed organizza tutte le attività volte al conseguimento di detti scopi. L’ANPI tutela in ogni campo gli interessi e le esigenze degli associati, promuove iniziative atte a favorire la loro crescita economica, imprenditoriale e professionale, assume la rappresentanza della categoria e ne dirige le iniziative; stipula accordi ed intese con il Governo e gli Organismi pubblici a carattere regionale, nazionale, comunitario e internazionale; firma i contratti e gli accordi nazionali di categoria.L’associazione persegue tali fini, facendo propri i valori ispiratori della legge istitutiva del SSN, che, applicando l’art. 32 della Costituzione, tutela la salute come benessere psico-fisico dell’individuo, nel prevalente interesse della collettività.
L’ANPI si propone inoltre di:
a. promuovere il dialogo tra tutte le Associazioni del settore e le ProfessioniSanitarie;promuovere studi, ricerche, indagini conoscitive, attività
pubblicistiche ed editoriali, in ambito nazionale ed internazionale, anche al fine di formulare proposte di natura politica, legislativa ed amministrativa;
b. promuovere iniziative per collaborare a livello internazionale, nazionale, regionale, locale e aziendale con gli altri organismi sindacali autonomi delle professioni sanitarie, nonché con altre associazioni del settore siano esse
sanitarie, tecniche, culturali o professionali, o per costituire patti d’intesa per obiettivi comuni con gli organismi e le associazioni innanzi dette;
c. realizzare per i propri iscritti un sistema integrato e polivalente di servizi ( assistenza legale, servizi previdenziali, fiscali, assicurativi, ecc.);
d. promuovere programmi scientifici, pubblicazioni e convegni riguardanti il settore del commercio sanitario e simili;e. Costituire, partecipare, ovvero acquisire, qualora l’Assemblea lo giudicasse utile e/o funzionale al raggiungimento degli scopi associativi, società o consorzi aventi finalità pertinenti con le attività delle imprese associate ad ANPI;
f. Promuovere i contatti con le ditte produttrice al fine di ottenere le migliori condizioni di acquisto per gli associati;
g. promuovere e svolgere attività culturali e di formazione, sia sul piano professionale che culturale, anche delegando o collaborando con organizzazioni esterne , al fine di specializzare la qualificazione professionale dei propri iscritti,
nonché l’arricchimento culturale, più generale, della collettività.
h. L’ANPI persegue gli scopi associativi, anche attraverso mezzi di comunicazione editoriali e informatici rivolte ai propri iscritti e più in generale a tutti gli operatori sanitari italiani, nel rispetto della normativa vigente in materia di
editoria e radiotelevisione.
Da nessuna parte s’intravede la dicitura “fare politica”. Non è questione di Bersani, Renzi o i corrispettivi del Pdl, o altri ancora, crediamo sia una questione legata al buon senso e alla professionalità di un’associazione e/o sindacato. Nelle intenzioni le associazioni, come i sindacati, dovrebbero fare, crediamo, gli interessi degli iscritti, con tutti i governi e tutte le condizioni politiche e sociali che si verranno a creare. Non tocca a loro stabilire preventivamente con chi trattare e con chi no, chi rendersi amico e chi nemico. Non è compito loro. La loro preoccupazione dovrebbe incentrarsi sull’ottenere le migliori condizioni possibili per gli associati. Sempre. Sappiamo che il nostro Paese ha una tradizione ben diversa in questo campo, ma forse è il momento di cambiare, d’invertire la tendenza. Anche in altri Paesi esiste l’endorsement, ma tutto è molto più morbido, più sfumato e pochi Stati hanno la nostra storia politica e il nostro clima d’odio tra fazioni politiche: qui non esiste il rispetto per l’avversario, o lo scontro-confronto franco tra idee. Nel Belpaese le ideologie esistono ancora e l’interesse di partito prevale su tutto. Anpi è tra le prime associazioni che chiede continui cambiamenti e migliorie: cominciamo a cambiare anche da qui.
Leggendo questo articolo ci si può collegare alla lettera scritta da Bersani ai rappresentanti delle coop avute le prime indiscrezioni sul decreto salvi Italia che liberalizzava i farmaci di fascia C, nella quale il segretario del p.d. enunciava grande vittoria epocale, cioè quella di dare in mano alla grande distribuzione anche il farmaco.Chissà perchè. Ovviamente il parlamento in commissione a ritenuto che questa approvazione avrebbe causato un danno su servizi, impresa farmacia ed anche agli stessi farmacisti. Molti esponenti del p.d. e della sinistra in genere non hanno appoggiato la liberalizzazione consapevoli delle conseguenze, per cui il sospetto è quello che solo Bersani vuole questo cambiamento forse dovuto al fallimento professionale della sua compagna Farmacista che non è riuscita a vincere nessun concorso a sedi e vuole entrare dalla finestra alla faccia di chi da anni studia e si aggiorna “a spese proprie”. Mi chiedo infine come mai REPORTER non approfondisce questa situazione per vedere quali sono i finanziamenti delle coop a bersani e quali altri interessi ci sono.
Il collegamento a quella lettera in effetti, Alessandro, viene abbastanza spontaneo. Qualche maligno potrebbe anche collegare la moglie di Bersani a questa storia. Ma sono solo “maligni”.
Giacomo Giannecchini
mandiamo a casa BERSANI;VOTIAMO RENZI,SALVIAMO LA PROFESSIONE
Parliamo di una associazione giovane. Ma ce ne sono di piu’ antiche e da sempre schierate dalla stessa parte politica. E’ giusta questa commistione tra politica e interessi privati? Per esempio c’è una associazione di professionisti da sempre schierata a destra. Alcuni appartenenti alla stesso enturage, sono anche politici e referenti in parlamento e nelle commissioni. Pare addirittura che una associazione sovvenzionasse la politica per non avere problemi dando anche sostegno elettorale (alla destra) tutte le volte che ce ne fosse stato bisogno. Meno male che poi gli iscritti, al di la dei ”consigli”, sono liberi poi di votare chi gli pare….o forse no?
Almeno nel caso delle parafarmacie e’ piu’ una scelta dettata dal buon senso, piu’ che una ”coercizione” comandata dall’alto…
Giusto quel che lei scrive, dottor Musumeci, il fatto di essere schierati è brutto, e anche fare commistioni al limite del lecito tra affari e politica, ma fare i comunicati stampa facendo propaganda politica è ancor più evidente. E’ brutto a destra e a sinistra. E’ brutto e sconveniente se lo fa Federfarma e/o se lo fa Anpi. E’ osceno quando lo fanno anche a livelli più alti. L’articolo riguarda Anpi, non per ragioni misteriose, ma perché fare la campagna politica con un comunicato stampa, nemmeno per le votazioni, ma appoggiando un candidato del partito nelle primarie, mi sembrava davvero eccessivo. Mi sembrava degradante per una giovane associazione come quella dell’Anpi: almeno questo dal mio punto di vista.
Cordialità,
Giacomo Giannecchini
mandiamo a casa lo schiavo della coop BERSANI;VOTIAMO RENZI,SALVIAMO LA PROFESSIONE
Non e’ degradante dichiararsi vicendevole amore come lo fanno le parafarmacie con Bersani. Lo e’ invece appoggiare un partito od una coalizione sottobanco, usando magari anche il denaro per soddisfare reciproci interessi.
Bersani non ha mai nascosto l’affetto verso gli esercizi di vicinato. Le parafarmacie sono una idea sua e sono nate grazie ad una sua legge. Tutto alla luce del sole, come anche le dimostrazioni di affetto di molti farmacisti all’indomani del varo della legge, che addirittura lo proponevano per la ”santificazione”.
Le parafarmacie e tutti gli esercizi di vicinato d’altronde non hanno mai nascosto la gratitudine e l’affetto verso Bersani, essendo anch’esse nate con le lenzuolate. Bersani e’ il ”papà” degli esercizi di vicinato e delle parafarmacie. Direi che si tratta di una naturale affinita’ tra queste due parti che non ha nulla di nascosto e di oscuro. Per di piu’ gli iscritti a questa associazione(come i non iscritti titolari di parafarmacia) hanno piena liberta’ di scelta e appoggiare Bersani e’ solo un indicazione di buon senso senza voler coercizzare nessuno.
Questo appoggio e’ solo la naturale espressione di un ”evidente” affetto reciproco che c’è sempre stato e che c’è in ogni ”figlio” riconoscente verso il ”papà”.
nel 2006 bersani poteva fare quello che ha fatto monti oggi,aumentare il numero delle farmacie cosi avremmo avuto un servizio più efficiente e non si sarebbero create tutte queste forme di anomalie nella distribuzione del farmaco. Questo sicuramente avrebbe portato ad una maggiore occupazione di farmacisti nel settore senza dare spazio a cooperative e persone che nulla hanno a che vedere con il farmaco. E’ quindi evidente che la creazione delle parafarmacie era orientata solamente a soddisfare le richieste di mercato delle coop alle quali bersani non poteva dire no. Andavano inoltre solecitate le regione ad espletare i concorsi per le zone carenti e questo non è stato mai fatto fatta eccezione di alcune regioni che puntualmente hanno bandito i relativi concorsi ed assegnato le sedi ai concorrenti vincitori. Sono un farmacista (figlio di minatore) che ho vinto una sede a concorso, il paese è di 700 abitanti nel quale oltre alla farmacia non esistono altre attività, il medico di base riveve 4 ore alla settimana quindi la farmacia capite bene che è un punto di riferimento molto importante. La mia soddisfazione è quella di andare incontro ai problemi della gente e di cercare di risolverli, di notte e di giorno, non quello puramente commerciali, di percentuali o di specialità.