Cari Colleghi,
cambiare è sempre difficile e lo è ancora di più se si tratta di modificare una situazione consolidata negli anni. Machiavelli diceva che “non c’è niente di più difficile da prendere in mano, di più pericoloso da guidare e di più incerto successo che avviare un nuovo ordine di cose, perché l’innovazione ha nemici in tutti quelli che hanno operato bene nelle vecchie condizioni e soltanto tiepidi sostenitori in coloro che potranno essere avvantaggiati dal nuovo”.Queste considerazioni si attagliano perfettamente al tema della riforma della remunerazione che, proprio in queste settimane, è oggetto di grande dibattito all’interno della nostra categoria. Purtroppo il dibattito non è sempre costruttivo e orientato a favorire il superamento dei passaggi più difficili.
Riteniamo, quindi, utile raccontarvi come si è sviluppato il processo di riforma, per darvi modo di valutare nel modo più corretto la situazione, ma anche garantirvi l’impegno di Federfarma nel seguire con grandissima attenzione questo passaggio cruciale, con l’obiettivo di garantire alla farmacia un futuro più stabile.
La situazione
Ognuno di noi ha ben chiara la situazione economica della propria farmacia e si rende conto di come sia peggiorata nel tempo. Da anni ormai il prezzo medio dei medicinali concedibili SSN è in continua discesa a seguito della scadenza dei brevetti di moltissime molecole, dei tagli imposti ai prezzi e ai margini della farmacia e della distribuzione diretta dei medicinali più costosi da parte delle ASL. Un dato per tutti: il prezzo medio dei medicinali concedibili è passato da 13,06 euro del giugno 2007 a 10,43 euro del giugno 2012. E la tendenza continua, inarrestabile, giorno dopo giorno, mentre i costi di gestione aumentano e presto apriranno 3.500 nuove farmacie.
È evidente che di questo passo, tra non molto, la farmacia non sarà più in grado di garantire il servizio nella forma attuale.
Non possiamo restare a guardare mentre molti colleghi già oggi si trovano in difficoltà e la situazione di crisi è destinata ad estendersi e a peggiorare ulteriormente. Sappiamo che esiste il rischio concreto che le farmacie in maggiore difficoltà siano preda di speculatori di ogni genere che puntano a entrare pesantemente nel mondo della farmacia.
Per questo motivo ci siamo battuti perché nella legge n. 122 del 2010 fosse inserito il riconoscimento della necessità di cambiare il modello di remunerazione attraverso l’applicazione di una quota fissa per confezione e di una ridotta quota percentuale, sganciando il margine dal rapporto diretto con il prezzo del farmaco, come avvenuto in diversi altri Paesi europei (come Germania, Francia, Belgio e Svizzera). Poi con il decreto di quest’estate sulla spending review siamo riusciti a dare concretezza al progetto, individuando un percorso di riforma ben definito nei modi e nei tempi.
Tutti i passaggi di questo percorso sono stati discussi, condivisi e approvati dall’Assemblea nazionale che, nella riunione del 27 giugno scorso, a larghissima maggioranza aveva posto proprio la revisione della remunerazione come condizione essenziale per la sopravvivenza del servizio farmaceutico, dando al Consiglio di Presidenza un mandato perentorio in tal senso.
L’Assemblea, il 23 ottobre, quindi ha approvato con convinzione il nuovo modello di remunerazione, definito dall’accordo siglato il 16 ottobre da Federfarma, Assofarm, Federfarma Servizi e ADF con l’AIFA, come previsto dalla spending review. L’Assemblea ha condiviso l’idea che il nuovo sistema sia positivo per tutte le farmacie, perché argina fin da subito il drammatico calo di redditività ed è destinato a favorire il progressivo ritorno in farmacia dei medicinali distribuiti da ospedali e ASL.
L’Assemblea ha preso atto del fatto che la nuova remunerazione può apparire in prima battuta penalizzante per alcuni colleghi che basano il confronto sulla situazione attuale, senza considerare che una distribuzione diretta oggi limitata può essere rapidamente potenziata e un accordo per la per la distribuzione per conto può essere facilmente ricontrattato al ribasso. L’Assemblea, con grande coraggio, ha invece saputo guardare avanti e ha condiviso un progetto che, dopo anni di stasi, si preoccupa finalmente di garantire il futuro della farmacia italiana nel suo complesso.
Le prospettive
Su questo percorso si è presentato un ostacolo che tutti insieme dobbiamo affrontare e superare. I Ministeri dell’economia e della salute hanno avanzato una serie di rilievi sull’accordo siglato dalla filiera distributiva con l’AIFA, chiamata dalla legge a fare da garante della correttezza del nuovo modello e della sua rispondenza ai criteri stabiliti dalla legge. Ricordiamo che l’AIFA ha tra i propri compiti istitutivi quello di monitorare e tenere sotto controllo la spesa, quindi ha tutti gli strumenti per valutare se la nuova remunerazione garantisce, come dice la legge, l’invarianza dei costi.
Per noi e per tutti gli altri firmatari, quindi, l’accordo siglato il 16 ottobre con l’AIFA, nel rispetto delle condizioni poste dalla legge n. 122 del 2010 (quota fissa e ridotta quota percentuale) e della spending review (accordo dell’intera filiera e invarianza dei costi), è corretto e valido.
Faremo di tutto per difendere quell’accordo, confrontandoci con l’AIFA, ma soprattutto con i Ministeri della salute e dell’economia che in questa occasione hanno dimostrato di tenere in scarsa considerazione il ruolo di garanzia affidato dalla legge all’Agenzia del Farmaco. Siamo convinti della validità delle nostre ragioni e siamo pronti a sostenerle con tutte le iniziative opportune. Se la situazione non si sbloccherà potremo anche chiedere il vostro sostegno per una iniziativa sindacale a supporto delle nostre legittime istanze. Ovviamente, non appena disporremo di tutti gli elementi necessari per valutare la situazione, convocheremo l’Assemblea in modo da poter decidere ancora una volta insieme gli ulteriori passi da compiere a tutela delle nostre farmacie.
Abbiamo davanti ancora passaggi difficili, ma possiamo superarli solo se saremo uniti nell’individuare e portare avanti le soluzioni più efficaci e solo se sapremo mostrare all’esterno la compattezza della categoria nel difendere le proprie proposte.
Roma, 7 novembre 2012
6 risposte a “Il Coraggio di Cambiare, lettera aperta del consiglio nazionale Federfarma”
Leggo stamane la lettera aperta inviata dal Consiglio di Presidenza di Federfarma e vedo che con la mia lettera aperta di qualche settimana fa ho aperto un nuovo filone di comunicazione ….
Scherzi a parte, apprezzo moltissimo questa comunicazione con cui si informa tutta la base in modo chiaro dello stato dei fatti e si preannuncia la necessità di un probabile duro confronto con la controparte pubblica.
Spero davvero che l’invito all’unità formulato da Federfarma venga raccolto da tutta la categoria poiché non è il momento di divisioni o contrasti interni ma una compattezza assoluta è indispensabile per non essere sopraffatti.
Ho eseguito delle simulazioni sulla base della nuova proposta di accordo predisposta dall’Aifa nella seduta del 5/11 ed ho rilevato che gli effetti sarebbero così disastrosi sulle farmacie che ho preferito non pubblicare i risultati ottenuti per non creare un dannoso allarmismo.
Veramente si sta ora trattando della sopravvivenza di una consistente quota delle farmacie italiane, per cui non è il momento di ricercare colpevoli o colpe, ma occorre resistere contro chi vuole distruggere il sistema farmaceutico territoriale.
Il migliore sistema è senz’altro una comunicazione chiara e trasparente, come ho oggi apprezzato, ed una compattezza assoluta di tutta la categoria dei farmacisti, anche i non titolari perché la scomparsa dell’attuale sistema danneggerebbe anche loro.
Come Braveheart, che vedo stamani sul frontespizio di quellichelafarmacia, risvegliò la coscienza nazionale scozzese, è il momento di risvegliare la coscienza della categoria per questa lotta che vi assicuro, confortato dai numeri che ho elaborato, potrebbe essere quella decisiva.
Scusate ma associare la difenditrice esclusiva dei titolari di farmacia, una delle massime espressioni della caste italiane, al rivoluzionario scozzese William Wallace non è come mettere il simbolo della Mc Donald sul basco di Che Guevara?
marco ognuno ha il condottiero che si merita, loro hanno la racca noi bersani. vedremo presto chi avrà la meglio
ahahahahahahahhaah voi chi avete?bersani è il difensore della coop e della conad.vuole distruggere le farmacie,cosi come le piccole paraf.SVEGLIATEVI
Proprio perche’ ci siamo svegliati ci rendiamo conto come questi appelli arrivino troppo tardi e soprattutto non compatibili col DNA dei titolari ”di vecchio diritto”.
”…Il migliore sistema è senz’altro una comunicazione chiara e trasparente, come ho oggi apprezzato, ed una compattezza assoluta di tutta la categoria dei farmacisti, anche i non titolari perchè la scomparsa dell’attule sistema danneggerebbe anche loro…”
parole sante se fossero state pronunciate qualche anno fa e non soltanto a beneficio della platea della ”farmacia”(titolari e dipendenti).
Ma (anche qui ripeto)arrivano in ritardo.
I tempi dei ragionamenti, degli appelli (di pochi) e dei buoni propositi ormai lasciano il tempo che hanno trovato.
Caro Francesco, il farmacista non titolare è già trattato in farmacia come un commesso della Coop o della Conad sia nello stipendo che nella professionalità. L’unica differenza è che non ha un altro laureato a fargli mobbing o che lo sostitusce spesso e volentieri con un magazziniere con la terza media per risparmiare qualche euro. Senza dimenticare i distributori di farmaci con i quali la vostra paladina Racca vuole sostituire i laureati. I guadagni per i titolari di farmacia si sono ridotti drasticamente in pochi anni e quindi c’è poco da ridere per qualcuno. Il fatto che poi molti laureati abbiano rischiato i loro soldi investendo in un’attività che può disporre solo del 10 % dei farmaci, vale a dire le parafarmacie, (altro regalo della lobby del farmaco) pur di non fare i servetti a vita è una cosa che dovrebbe far riflette chi vede ancora la nostra professione come un titolo baronale da tramandare di padre in figlio o da ereditare col matrimonio. Ora ci sarà anche il problema di comprare nuovi parlamentari (prassi consolidata di Federfarma) visto che quelli del partito dello psiconano difficilmente saranno rivotati. Distinti saluti.