su quanto ho di più caro, che per me è incomprensibile come gli oltre 16 mila Titolari di Farmacia, possano ancora restare quieti e tranquilli dopo le batoste prese negli ultimi anni dalla Farmacia e ancor più dopo l’ultimo accordo del 16 ottobre che sancisce la riduzione del Farmaco a bene commerciale (per cui si trattano i compensi della filiera di distribuzione), i Farmacisti a semplici commessi che prendono la famosa “scatoletta” e tolta la fustella la consegnano ai “clienti”, e le Farmacie a “negozi” commerciali che vogliono solo fare utili, negando una intera professione e un ruolo primario nel SSN e nella tutela della salute.
Se poi passa l’ulteriore diminuzione di remunerazione proposta da AIFA non riesco a capire come i Consigli delle Associazioni Provinciali e delle Unioni Regionali possano ancora chinare il capo (quelli non direttamente coinvolti negli alti gradi del sindacato) di fronte a un comportamento antisindacale e anti professionale del sindacato nazionale.Come minimo dovrebbero chiedere le immediate dimissioni di tutto il vertice e la costituzione di un comitato di crisi formato da Titolari con cognizione di causa che sanciscano la decadenza della Convenzione, organizzino il passaggio alla libera professione, senza orpelli burocratici di nessun genere, e si rendano disponibili ad una vera trattativa MIGLIORATIVA della Farmacia italiana e, indirettamente dei Farmacisti Titolari e collaboratori, salvaguardando innanzitutto la onorabilità e il rispetto di una professionalità che nessuno dei governativi (anche se professori) può vantare.
SOLO CANCELLANDO LA DIREZIONE NAZIONALE E PRESENTANDO NUOVE FACCE CON NUOVE IDEE E NUOVE PROPOSTE SI PUO’ AVERE IL CORAGGIO DI MANIFESTARE CONTRO UN GOVERNO INGIUSTO E CAPARBIAMENTE RIVOLTO A COLPIRE LA FARMACIA ITALIANA NONOSTANTE GLI SPRECHI SIANO TUTTI NELL’88,5% DELLA SPESA SANITARIA CHE NON CI COMPETE.
Mi appello a Caprino, Mana, e a tutti quelli che possono ribaltare una situazione che ha oltrepassato ogni limite di sopportazione, non per insediarsi al posto degli attuali dirigenti ma per chiamare colleghi di base a costituire un Comitato di Difesa e Tutela della Farmacia, dei Farmacisti e della Salute di cittadini messa in pericolo da manovre speculative di un Governo allo sbando.
Finalmente sento un collega titolare di farmacia parlare SENSATAMENTE ed a tutela della professione più bella del mondo.Anche io auspico un’apertura alla libera professione,che peraltro potrebbe venir sancita già dal governo entro il 31 dicembra di quest’anno in base all’entrata in vigore della riforma delle libere professioni dell’ultimo mese di agosto.Confidando che i colleghi titolari di farmacia abbiano a cuore più la loro professione che un vile involgarimento merceologico(peraltro già in atto da qualche anno..)esorto tutti i protagonisti di questa nostra professione a dar man forte all’iniziativa del collega che ha scritto sopra.
caro maurizio,dobbiamo essere uniti .Vogliamo salvare la professione?andiamo tutti a votare RENZI,scioperiamo contro l’accordo che ci vuole propinare l’aifa,creiamo un nuovo sindacato.Ma ora quello che urge subito,lo ripeto colleghi,è MANDARE A CASA BERSANI.SCIOPERARE PER LA NUOVA REMUNERAZIONE PER UNA SETTIMANA.Questi sono i 2 nodi cruciali
…approvo e quoto…
organizziamoci!
“per me è incomprensibile come gli oltre 16 mila Titolari di Farmacia, possano ancora restare quieti e tranquilli dopo le batoste…”
Lo scollamento tra titolari di farmacia e rappresentanti di categoria provinciali è nei fatti e nei rumors.
Non esistono soluzioni possibili se non la nota lista di proscrizione, ovvero elenco analitico con nomi e cognomi dei rappresentanti provinciali che hanno e votano a favore, redatta da qualche volenteroso partecipante,si consentirebbe di conoscere ed individuare “analiticamente” coloro che insistono a votare a favore dell’establishment; fatta la lista dei favorevoli e contrari e comunicata nei siti, urbi et orbi, ci penseranno solerti iscritti alle singole associazioni provinciali a segnalarli o “segnarli” per il consequenziale processo di defenestrazione alla prima occasione, con relativa sostituzione.
Non vedo alternative.