I Prof nuocciono alle farmacie l’editoriale di Vittorio Feltri

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Se il governo perseguita i farmacisti – I Prof nuocciono alle farmacie. E pure alla salute.

SALTA L’ACCORDO Se il governo perseguita i farmacisti IL CASO I Prof nuocciono alle farmacie. E pure alla salute di Vittorio Feltri Farmacisti in subbuglio, di nuovo nel mirino del governo che prima ha proposto loro un accordo circa il compenso fisso sulla vendita al pubblico di prodotti, come si dice, passati dalla mutua, e, quando tale accordo è stato firmato, a due giorni dall’entrata in vigore, ne ha modificato i termini in senso peggiorativo per la controparte. Una iattura per questi professionisti, i cui introiti si sono di molto assottigliati negli ultimi anni, al punto da minacciare la sopravvivenza delle loro aziende. Evitiamo di addentrarci nei particolari tecnici, non volendo rischiare abbiano un effetto anestetico sui lettori: ci limitiamo a registrare che il patto saltato prevedeva due euro di margine su ogni farmaco smerciato, il minimo indispensabile a coprire i costi di gestione. Dopo il ripensamento in questione, il governo intende abbassare ulteriormente quell’importo, e ciò allarma la categoria. Il timore della quale è che si punti al suo annientamento.Perché è antipatica, brutta e cattiva? Nossignori, il disegno è quello di fare l’ interesse della grande distribuzione (supermercati, per capirci) che aspira da tempo a vendere farmaci, affidando la responsabilità a un direttore laureato aiutato non più da colleghi iscritti all’ordine, ma da semplici commessi (con retribuzioni modeste e privi di conoscenze scientifiche). In sostanza, se il piano sciagurato dovesse andare in porto, il servizio per i clienti sarebbe di qualità nettamente inferiore a oggi, dato che le farmacie tradizionali si avvalgono solo di professionisti dotati di preparazione specifica, quindi in grado di consigliare e soprattutto di non commettere marchiani errori in un campo tanto delicato. Occorre inoltre segnalare che si afferma sempre più la tendenza, economicamente suicida, a far sì che certi prodotti farmaceutici, per malattie gravi (tumori, peresempio) siano consegnati direttamente ai pazienti dal Servizio sanitario nazionale (anche ospedali), ciò che comporta non solo disagi per chi abita lontano da strutture ospedaliereeaffini, ma anche spese distributive superiori del 20 percento rispetto alla filiera delle farmacie. Soldipubblici buttativia inspiegabilmente. Poi ci si lamenta perché la sanità pesa troppo sul bilancio dello Stato. Mache razza dispendingreviewèinatto? Si risparmia l’acqua del rubinetto e si spreca quella della fontana. Da notare infine: se l’ente pubblico riconosce meno di due euro per ogni prestazione fornita dal farmacista (che consegna farmaci in base alla famosa ricetta rossa della mutua) significa che considera questo professionistaun intermediario da eliminare e non un operatore chegarantisce efficienza e soprattutto competenza. Sono sempre più numerosi gli indizi che il governo in carica (e anche i precedenti) sia fortemente deciso a sbarazzarsi di una delle poche «istituzioni» che ha sempre funzionato bene ealla quale i cittadini si rivolgono fiduciosi «al minimo accenno di raffreddore» (per riutilizzare un vecchio slogan della Rinoleina): già, la farmacia.

16 COMMENTS

  1. In questo articolo è riportato in modo chiaro tutto quello che in effetti sta succedendo e che potrebbe succedere ad una istituzione” Farmacia” ritenuta la più efficiente d’Europa. Non solo la grande distribuzione vuole appropriarsi del mercato del farmaco ma debellare anche la professione del Farmacista eccezion fatta per quelli dei piccoli centri, perchè, lì, non vi sono interessi commerciali( nessuna parafarmacia è stata aperta in centri con popolazione minore, perchè???)
    Dott. Feltri per dirne una ho ritirato nel mese di marzo u.s. presso una farmacia ospedaliera 2 confezioni di compresse per tumore alla vescica per mio zio. Lui, allettato, avrebbe dovuto fare 35 Km per poter ritirare il farmaco. Un signore, non farmacista, per farmi il favore mi ha consegnato 2 scatole di compresse per evitare il disagio mensile, e coprire la terapia per due mesi, costo totate circa 7000,00 euro (settemila). Mio zio dopo 4 giorni è deceduto, una scatola di compresse era iniziata, l’altra non è stata mai ritirata dalla farmacia dell’ospedale perchè mancava sempre la direttrice è l’addetto non sapeva cosa fare.
    A dimenticavo, dopo il decesso, fino al mese di Agosto una ditta ha continuato a consegnare a casa, da parte dell’asl pacchi di pannoloni e striscie per il diabete.
    Grazie ma sono veramente indignato.

  2. Feltri è un uomo da talk show ed è il meno adatto a scrivere articoli sulla sanità, se solo fosse a conoscenza del vero problema italiano che attanaglia la professione del farmacista non si esprimerebbe in questi termini. Ma è vero lui fa parte di una casta, quella casta dell’informazione pro-amici e rispettabili politici che continuano a dissanguare il nostro, ormai poco bello, paese.

    Un farmacista titolare di parafarmacia.

  3. Ma secondo voi di fronte avete gli allocchi al posto del popolo italiano?
    Qualcuno di buon senso potrebbe mai credere che dietro la decisione del governo di puntare i piedi sulla remunerazione ci sia la GDO????
    Verissimo che la GDO( se potesse) venderebbe i farmaci senza la presenza del farmacista, ma che cosa c’entra con il braccio di ferro sulla remunerazione tra i titolari ed il governo?…un bel nulla.
    Siamo ormai davvero alle comiche e questo tipo di giornalismo puo’ fare solo male non solo ai titolari di farmacia, ma alla categoria tutta.
    La strategia e’ tutta sbagliata.

  4. L’errore e’ stato anche quello di cambiare la remunerazione. Se il valore della ricetta non soddisfa piu’ le esigenze e le aspettative del farmacista che gestisce il farmaco SSN, perche’ slegare il giusto ricavo dal prezzo del farmaco? A quello si poteva pensare di aggiungere il costo dell’atto professionale o del rischio d’impresa o qualunque cosa legata anche al valore aggiunto dell’atto professionale proprio del farmacista( che si differenzia da quello di un semplice commerciante). Anziche’ slegarsi dal valore della ricetta e diventare praticamente stipendiati statali (quindi legati agli umori ed alle vicissitudini dei governi e dell’economia)il valore aggiunto di questa nobile professione avrebbe compensato i minori ricavi della vendita.

  5. L’articolo di Feltri a favore delle Farmacie sicuramente NON piace ai Colleghi che operano in Parafarmacia, tuttavia, fotografa una buona parte della realtà poichè gli interessi economici che ruotano attorno al Sistema Farmacia fanno gola certamente NON SOLO alla GDO.E’ altrettanto evidente che vi è un certo accanimento politico su una Categoria professionale, ritenuta ancora Privilegiata nell’immaginario collettivo animato da spirito anche di rivalsa, che riscuote il massimo gradimento dalla popolazione sia come servizio che come professionalità e che necessita di un sostentamento economico decente per continuare a svolgere decentemente sia il Servizio che la Professione.
    Se è vero come è vero che oggi anche le Farmacie chiedono la Cassa Integrazione per motivi squisitamente economici, anche a causa dell’utilizzo estensivo/eccessivo della Legge 405/2001, mi pare politicamente conseguente considerare la remunerazione in modo tale da garantire il sostentamento economico del Sistema Farmacia, sempre che tale Sistema continui a fare parte del Sistema Sanitario Nazionale.

  6. Egregio Alberto, qua non si tratta di piacere o non piacere ma di dire le cose come stanno senza ”servilismi”.
    Che Feltri tratti male la GDO paventando macchinazioni contro la Farmacia a me non fa ne caldo ne freddo, tranne per il fatto che si sfregia la verita’. Io come titolare di parafarmacia non ho un corner della GDO nel mio negozio e se devo essere grato a Bersani per averci fatto toccare con mano un po’ di liberta’ nell’essere farmacisti, cio’ non vuol dire che lo devo essere verso GDO che non provvede al mio sostentamento.
    Allora cerchiamo di capirci: di quale GDO parla Feltri?
    Nella GDO non ci sono solo le COOP ci sono anche altri soggetti che probabilmente sono anche di colore opposto(ammesso che la politica si possa vedere a colori). Quale strategia ci puo’ essere da parte di forze oscure che volendo appropriarsi del giocattolo…cercano in tutti i modi di romperlo????? E’ solo una emerita…e l’unica cosa vera sta in cio’ che, lei Alberto, sapientemente ha scritto:”…gli interessi economici che ruotano attorno al sistema Farmacia fanno gola certamente…” io aggiungerei”…al grande capitale.” La GDO non la vedo in cima a questa lista di speculatori, avendo un obiettivo piu’ immediato: la fascia ”C”.
    In ogni caso tutto questo non ha proprio nulla a che vedere col tavolo della remunerazione e chi scrive certe cose ha seri problemi sia di ”libertà” che di ”indipendenza” nel proprio spirito…anche scrivendo tali parole a caratteri cubitali.

  7. Il farmacista proviene da un percorso di studi universitari di stampo chimico/biologico. Nel corso degli anni, però, gli sono stati “scippati” una serie di sbocchi lavorativi legati a questo di tipo di preparazione: il farmacista non può firmare analisi chimico/biologiche, non può nemmeno insegnare.
    Se si pensa che lo sbocco dei migliaia di laureati in farmacia dei prossimi anni sia solo vendere farmaci, penso che lo stato dovrà assicurare una remunerazione artificiale per mantenere aperte tutte le migliaia di farmacie e/o dovrà concedere alle parafarmacie tutte le “fasce”, dalla a alla z.
    Come al solito l’Italia appartiene geograficamente all’Europa, ma poi si comporta in modo completamente diverso dal resto del continente: la remunerazione fissa per pezzo è in Europa una realtà ormai consolidata; d’altra parte non esiste in Europa una parafarmacia come quella italiana, con l’obbligo della presenza di un farmacista, laureato e abilitato.
    Da noi sono sempre esistiti gli acchiappavoti: perché non rendiamo obbligatoria la presenza di un laureato in lettere per vendere libri e giornali? Daremmo occupazione a tanti disoccupati, e…poi si potrebbe dire che “le parole feriscono più della spada”; sarebbe la logica conseguenza della presenza obbligatoria di un laureato a presidiare la vendita delle supposte di glicerina.

    • Meno male che a presidiare le parafarmacie ed i corner ci sono invece i farmacisti laureati perche’ la mentalita’ del ”farmastore” ci porterebbe dritti a quello che e’ stato il cavallo di battaglia dei titolari di farmacia fino a qualche tempo fa:i farmaci in libera vendita anche nelle tabaccherie senza farmacista…ovvero l’863 in senato.
      Strano (o forse no)constatare che coloro che ammantano di sacra missione per conto di Dio e per la salute pubblica altrui, la propria attivita’ commerciale( la farmacia)come una ”istituzione”(?),dove si vendono supposte in quantita’, siano poi esattamente gli stessi che sarebbero disposti a vedere i medicinali OTC in liberissima vendita nei farmastore e tabaccherie senza il farmacista pur di conservare il proprio fatturato.(e come direbbe Cetto Laqualunque ”ntò…la salute pubblica).
      Meno male che sono nate le parafarmacie che rappresentano comunque un punto di rottura del feudalesimo visto finora ed una speranza per chi non vuol fare il dipendente morto di fame o il disoccupato a vita.
      Senza l’intuizione Bersaniana non staremmo nemmeno qui a parlare di certe cose…staremmo solo a guardare con la bocca aperta e lo sguardo perso nel vuoto l’ennesimo espletamento di concorso(da farsa) ventennale. Forse non ci sarebbero nemmeno queste testate che ci danno la possibilita’ di esprimere finalmente con un po di liberta’ le nostre opinioni.
      Comunque giusto per dare una notizia in piu’, pare che anche parafarmacie e corner siano apprezzate dagli italiani. D’altronde il doppio canale in Italia c’è sin dal 2006(notizia a beneficio di coloro che danno giudizi su esercizi dove non hanno mai messo piede e di cui non sanno nulla)

  8. Le parafarmacie non sarebbero proprio dovute esistere,questo é il punto!
    Quando un sistema funziona,é molto gradito al pubblico e porta un’alta efficienza non può essere stravolto come sta accadendo…tanto meno affiancandogli un altro sistema (parafarmacie) che va semplicemente a replicare in maniera limitatissima quello che già funziona.
    La farmacia é un’istituzione; la parafarmacia,corner e via dicendo é solo commercio tanto é vero che sono spinti non certo da studiosi o professionisti del settore ma da chi di mestiere fa il commerciante,cioè compra e vende per lucrarci senza altri fini.

    Per quanto riguarda la remunerazione il grave errore é stato trattarla prima di aver trattato la nuova convenzione e soprattutto affidare agli attuali vertici di federfarma il nostro futuro.
    Ci hanno massacrato nell’ultimo anno e mezzo e invece di invertire questa rotta i nostri rappresentanti stanno peggiorando ancor di più la situazione come se devessero difendere chissà quali privilegi…che ormai non esistono più da tempo!

  9. Straordinario Feltri, secondo il quale dietro alla nuova remunerazione ci sarebbe la GDO che vuole appropriarsi del business del farmaco. Pecatto che:
    – Se il governo avesse voluto davvero liberalizzare la vendite dei farmaci a canali alternativi alla farmacia, avrebbe fatto un de-listing della Classe C vero
    – La GDO non ha certo mostrato grande entusiasmo al business del farmaco, perchà la resa al metro quadro sarebbe inferiore al business tradizionale
    Il margine della farmacia è già in diminuzione con la remunerazione attuale e sarebbe probabilmente sceso ben sotto i 2 euro al pezzo. In un settore dove tutti (giustamente) vedono ridimensionati i propri introiti per contenere la spesa sanitaria, anche i farmacisti dovranno pagare qualcosa

  10. Allora, facciamo due conti: l’Europa ha 500 milioni di abitanti, gli USA 300 milioni. Facendo la somma e sottraendo i 60 milioni dell’Italia, sono almeno 740 milioni di persone che hanno un doppio canale di vendita dei farmaci diverso dall’Italia: in un canale c’è il farmacista, nell’altro non c’è.
    Evidentemente, le spiegazioni possibili sono due:
    1. I 15000 titolari di farmacia italiani sono così potenti che hanno condizionato le scelte di 740 milioni di persone;
    2. In Italia abbiamo una persona capace di grandi intuizioni: peccato però che 740 milioni di persone nel resto del mondo non se ne sono accorte.

  11. Infatti l’unica intuizione giusta del farmacista(non necessariamente quello che possiede una farmacia) e’ che il farmaco venduto senza la presenza ed il consiglio del farmacista nuoce gravemente alla salute.Spero che su questo 72000 farmacisti italiani siano d’accordo e compatti. Un cardine fondamentale per tutto ( il famoso binomio farmaco-farmacista). E’ questo che ancora salva la professione ed i cittadini italiani da: distribuzione attraverso sacconiani distributori automaci, distribuzione attraverso esercizi tipo tabaccherie,mercerie e drugstore col sashimi(o sushi fa lo stesso), franchising e networks o anche le portinerie dei condomini( che sono anche piu’ diffuse sul territorio). Ci salva anche da essere tutti dipendenti di Admenta o statali stipendiati e salva anche la facolta’ di farmacia dall’accorpamento con quella di economia e commercio.
    L’ultimo baluardo che puo’ rendere indigesto il piatto al grande capitale e’ lo stipendio che deve erogare al farmacista dipendente.
    C’è solo una scelta da fare per salvarci come professionisti, ormai che la doppia distribuzione e’ un dato di fatto e l’unica speranza per tutti e’ non scindere mai il legame farmaco-farmacista:
    Ed e’ quella di liberare(non liberalizzare) la fascia ”C” incanalandola nel terzo soggetto distributivo: la farmacia non convenzionata. Di esclusiva proprieta’ di un farmacista,ma che non sia gia’ titolare di farmacia.
    Tutte le altre alternative sono solo la fine della professione.. La libera vendita dei medicinali senza il farmacista un attentato alla salute(e chi meglio del farmacista puo’ saperlo?).

  12. Il terzo soggetto distributivo? E lei pensa che l’uomo delle grandi intuizioni, se andrà al governo, impedirà ai corner nelle coop la vendita della fascia c?
    Purtroppo questa è una pia illusione: se ci saremo ancora, ne riparleremo tra meno di sei mesi e vedremo chi avrà ragione.
    Cari saluti.

    • No, no. Su questo siamo d’accordo. La farmacia non convenzionata si doveva fare prima. Sono anni che ne parliamo.C’erano diverse opzioni, anche questa del concorsone miseramente fallita(secondo il mio parere)e quella dei ricorsi al TAR che ahime’, arriveranno a soluzione in ritardo. Adesso il tempo mi sembra agli sgoccioli e la ”liberalizzazione” della fascia ”C” non prevede tre canali. E d’altronde Bersani neanche potrebbe proporla come alternativa(neanche volendo). Un saluto.

  13. Solo un ignorante prezzolato può scrivere simili menzogne dimostrando di non capire nulla del settore ma soprattutto dimostrando la faziositá del suo stesso personaggio.Ma che vada a lavorare veramente anzicchè farsi pagare per scrivere falsitá.

  14. Fin troppi fanno finta di confondere il cranio con il cervello, la struttura farmacia(l’istituzione) con il FARMACISTA. Questa è la storiella del finto sordo, … quello che non vuole sentire.

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