In difesa dei colleghi della Sandoz


Gentile dott. Lupinacci,

Le scrivo da persona che conosce alcuni dei colleghi coinvolti nella vicenda sandoz.

Essendo, in una simile vicenda, poco significativa la posizione personale, che mi vedrebbe schierato/a dalla parte dei colleghi , voglio tuttavia rimarcare alcuni aspetti essenziali .
Dai documenti pubblicati si evince come le notizie siano relative ad una indagine in corso, tanto che i colleghi risultano, ad oggi, solo indagati.Nel nostro ordinamento giuridico esiste il diritto alla presunzione di innocenza fino a prova contraria.
Quindi non conoscendosi ne’ le persone, ne’ i fatti, non essendo ciascuno di noi un giudice, correrebbe l’obbligo di riconoscere in questa fase (ma addirittura anche se fossimo in fasi successive) almeno un ragionevole dubbio sull’ innocenza o meno dei colleghi indagati.
In nome quindi di questo ragionevole dubbio non è accettabile che passino titoli del tipo di quelli riportati da indymedia e successivamente da altre testate che suggeriscono già una colpevolezza accertata con, in bella mostra, i nomi delle persone coinvolte.

Il pubblicare il nome dei colleghi, delle strutture e dei documenti che li riguardano, giunti “rocambolescamente” e pubblicati dall’anonimo mr. bean, a sua detta, reperiti in un computer dell’azienda – come? (e quindi non stilati ufficialmente da organi preposti, quali azienda, polizia o magistratura, a garanzia dei contenuti), rappresenta un danno irreparabile all’immagine dell’azienda e di persone che potrebbero in seguito anche risultare del tutto estranee ai fatti ascrittigli.

Come si fa a riportare con tanta sicurezza delle notizie delle quali, ribadisco, non si ha garanzia della veridicità (chi è mr bean? Perché merita tanta irriducibile fiducia? Uno che pubblica documenti non certo rilasciati dalla Sandoz potrebbe anche essere in errore… non avere tutti i dati completi… Si può essere certi sui contenuti del dossier? Siamo tutti certi dell’esattezza di tutto ciò che vi è riportato? L’indagine esiste, ma c’è qualcuno che ne sa più dei diretti interessati ??? Forse questo qualcuno, allora, dovrebbe presentarsi al giudice e relazionare in merito, se fosse così a diretta personale conoscenza di fatti significativi !!!

Quindi sarebbe opportuno non svolgere processi sommari.
I colleghi non sono personaggi pubblici e non hanno certamente la possibilità di attivare un ufficio stampa o una unità di crisi, a difesa postuma della loro immagine.
Chiederei pertanto di rispettare il diritto dei colleghi coinvolti alla riservatezza e magari, se per diritto di cronaca, si vogliano/debbano riportare le notizie comparse nella rete, senza garanzia di veridicità sui contenuti, perlomeno si abbia il riguardo di sottolineare che di questa vicenda ancora non si conosce nulla di certo e che i documenti pubblicati hanno origine e contenuti incerti.
Vorrei per ultimo anche ricordare che non sarebbe la prima volta che roboanti situazioni di tal genere risultano poi, a verifica dei fatti da parte degli organi preposti, molto meno eclatanti.

Grazie
Catherine (nome di fantasia),

Pubblicato su autorizzazione dell’Autrice che preferisce rimanere anonima e tratto da Informatori.it


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