Un po’ di storia per amor di verità.
Alle critiche che si sollevano sul percorso della “nuova remunerazione”, le risposte sono tutte contenute lì, nei verbali e nelle informative di Federfarma: una sola verità, nessun pensiero nascosto, nessun obiettivo parallelo.
La verità è tanto chiara e semplice che la si può descrivere in 4 punti:
1. redditività per le vendite SSN in caduta libera e ormai giunta ad un margine medio a confezione di poco superiore a 2 euro;
2. recrudescenza con cadenza annuale della scontistica a favore del SSN,;
3. Diretta e DPC in piena crescita con il tentativo di allargare quest’ultima a tutto ciò che le ASL possono acquistare direttamente;
4. Consapevolezza della criticità da parte di Federfarma, con crescente manifestazione del disagio interno, fino alla richiesta dell’Assemblea alla Presidenza di una risposta a scadenza, “la nuova remunerazione entro la fine del 2012”.
Bisogna dire che non tutti hanno sposato da subito l’idea di cambiare, alcuni lo hanno fatto già nel 2009, altri vi si sono aggregati via, via nel tempo, gli ultimi lo hanno fatto solo a seguito dell’ormai formato comune pensiero, ma preferirebbero aspettare ancora l’arrivo di “tempi migliori”….
Descrivendo metaforicamente come il movimento di adesione sia pian piano cresciuto, si può dire che lo ha fatto sotto l’influenza del livello di carburante presente nel serbatoio; chi ne aveva ancora per molti altri chilometri si è convinto solo quando ha visto scendere pericolosamente l’indicatore di livello al settore della riserva, mentre altri, già da un pezzo, si sono dovuti fermare per strada con il serbatoio “a secco”.
Un progetto realistico e la condivisione
Ancora oggi sento dichiarazioni di colleghi che giudicano non dignitosa una proposta di remunerazione che contempli una quota fissa di 2 euro, a giustificazione dei dichiarati aspetti professionali inerenti l’atto della dispensazione del farmaco. Come non dar loro ragione. Purtroppo, però, era inimmaginabile sperare che con questa riforma si potesse arrivare ad un balzo in avanti dei nostri compensi, né per logica deduzione dei fatti quotidiani che assillano tutta l’Italia, né per fondamento normativo. Il concetto di “invarianza dei saldi di finanza pubblica” presente nella legge 135/2012 è già un’insperata garanzia per salvaguardare nel tempo quella remunerazione che si sta sciogliendo come neve al sole e che ormai in molte regione è già ben inferiore a 2 euro a confezione (tutto compreso).
Ho introdotto quasi in modo inconsapevole un secondo concetto, quello della solidarietà. La proposta, nel momento in cui prevede una quota fissa, s’incardina in un sistema che si posiziona alla media delle remunerazioni, addolcendo i picchi e colmando i baratri. Attenzione però, l’obiettivo vero non è quello di portare via ai ricchi per aiutare i poveri (che già sarebbe di per sé lodevole) ma di tutelare l’intero sistema, perché, se nella rete si aprissero delle maglie, a livello di regioni o di certe tipologie di farmacie, il sistema diventerebbe economicamente aggredibile da soggetti forti e, in prospettiva, pericoloso per tutti; anche per quelli che oggi si trovano in posizione di maggior privilegio e che, in ogni caso, per via delle condizioni descritte in apertura, continuerebbero a veder ridotto il proprio margine, mese dopo mese.
Ecco perché alla fine si è andati avanti dritti, nel rispetto di un mandato assembleare, discutendo il progetto a diversi livelli e arricchendolo con le proposte che provenivano dai contributi realistici, concreti e coerenti.
Le prospettive
Ora il progetto è realtà.
La legge 135/2012 stabilisce che il nuovo metodo dovrà essere “definito con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previo accordo tra l’AIFA e le associazioni di categoria maggiormente rappresentative..”
L’accordo c’è; è stato siglato da un organo dello Stato (l’AIFA) che il Parlamento a tal fine ha delegato, perché evidentemente individuato come soggetto idoneo a verificare il rispetto dei criteri sanciti con la stessa legge (invarianza di spesa con riferimento temporale al 30 giugno 2012), in un settore che sta assicurando un servizio di interesse pubblico nel campo della salute, quello dell’assistenza farmaceutica.
Ben venga l’ulteriore livello di confronto con i Ministeri e con le regioni, ma quell’accordo, nero su bianco, non si potrà ignorare; altro che fallimento!
Conclusioni
E qui chiudo con una considerazione e una speranza.
La considerazione. Facciamo pure tutti i conti possibili, ma non limitiamoci a paragonare la nuova remunerazione con l’ultima DCR disponibile. Il processo che ho descritto in premessa continuerà inesorabilmente e così, senza cambiare, prima o poi tutti resteremo “ a secco”.
La speranza. L’accordo vale legalmente ma avrà tanto più valore quanto più sarà sostenuto unitariamente dalla categoria. Pertanto, questo è uno di quei momenti in cui occorre avere il coraggio di mettere da parte le logiche interne, di qualsiasi natura, e giocare tutti la stessa partita, dalla stessa parte del campo.
11 novembre 2012 Gianni Petrosillo
Quello che lei dice, caro signore, è corretto e, persino, giusto.
Quello che molti colleghi non condividono, invece, è il metodo con cui si sono condotte le trattative e i risultati ottenuti sono sotto gli occhi di tutti.
Serve poco saper fare bene, come li sa far lei, i conti, se poi non si riesce a portar a casa il risultato prefissato.
Un’altra occasione persa da Federfarma. Peccato che fosse l’ultima.
Mi permetta, infine, un appunto sulle norme di buona educazione: postare, senza lasciar diritto di replica, non è modo di comportarsi per chi non ha nulla da temere.
Marcello Milani, primo farmacista autonomo della provincia di Trieste
Non voglio entrare nel merito dei conti, mi suona strano che non siano stati tenuti in considerazione quelli effettuati dal Prof. Guerriero, ma nella gestione totale di un Omicidio, quello della farmacia, che ha radici tempo questo è solo la macellezione dei cadaveri. Il sindacato dei farmacisti titolari è stato TOTALMENTE ASSENTE e non ha avuto nessuna reazione nei confronti di chi ha predisposto questo OMICIDIO premeditato. Se si vanno a leggere tutti i provvedimenti susseguitisi nel tempo, dal 2006 ad oggi,ma ANCHE DA PRIMA, forse ci si rende conto di come questo OMICIDIO sia stato trasformato in SUICIDIO DI MASSA.
iL SINDACATO NON HA mai POSTO IN ESSERE nessuna contomisura o forma di protesta per fermare questo OMICIDIO, diventando così complice.
Ciò di cui Noi stiamo discutendo, haimé, è la MACELLAZIONE dei cadaveri.
Mi spiace Dr. Petrosillo, ma non posso condividere NULLA di quanto Lei scrive, in quanto parziale e manipolatore con il solo fine di far passare come buono un accordo assurdo con dati campati in aria.
Ciò detto, rimango disponibile ad ogni confronto, purchè serio e costruttivo augurando alla categoria dei farmacisti che che tutti coloro i quali fanno parte dei vari consigli, provinciali, regionali e nazionali,del sindacato, abbiano la dignità di DIMETTERSI consapevoli di avere provocato un DANNO alla categoria di proporzioni indescrivibili.
Al fine di rendere più chiara la situazione, è utile ricordare a tutti i lettori che il Dr. Gianni Petrosillo è un farmacista, Amministratore Delegato di PROMOFARMA, la società di servizi di proprietà di Federfarma, non che autore del “Progetto Zenith” Già abbondantemente discusso e che ha avuto la totale BOCCIATURA da parte della maggioranza dei TITOLARI di farmacia. Senza nulla togliere alla sua formazione professionale di Farmacista, di cui sono certo della sua elevata professionalità.