ho seguito con attenzione le comunicazioni da parte di federfarma nazionale, di federfarma lazio, di federfarma treviso e, infine, di federfarma piemonte e relative risposte, quando ci sono state. Devo dire che qualcosa finalmente si muove. Era ora.
Non voglio assolutamente rinvangare le decine di sconfitte subite dal 2000 ad oggi senza che si elevassero azioni sindacali degne di nota (per favore non parlatemi di finti scioperi a luci soffuse o a serrande mezze accostate o di mini raduni più folcloristici e sessantottini che di dura protesta) ma corre l’obbligo di dire a tutti che tutto quello che ci sta accadendo era ampiamente predetto e prescritto da molto tempo.
Praticamente da quando lo stato ha iniziato a prendere le distanze dalla società per motivi falsamente economici in quanto: se avessero fatto pagare le tasse a tutti quelli che non hanno avuto la possibilità di eludere e di evadere, se avessero legiferato equamente per promuovere le attività economiche di ogni grado e natura, se avessero cancellato il clientelismo imperante nel nostro paese da più di 60 anni, e se avessero, soprattutto, onestamente operato come dipendenti pubblici, come dirigenti e funzionari, come politici e magistrati, senza mirare alla tutela del proprio posto, del proprio stipendio, delle proprie pensioni e dei propri benefit, oggi lo stato sociale funzionerebbe alla grande perchè le entrate fiscali sarebbero del tutto sufficienti a garantire una qualità pari se non superiore a quella dei paesi nordici.
Lo stato italiano nel suo complesso ha abbandonato il rispetto per le professioni e le attività che hanno fatto rinascere l’italia nel dopoguerra e hanno pensato bene di spremerle fino all’osso piuttosto che colpire i grandi evasori e i corrotti e corruttori. Se è vero che 12 miliardi di euro recuperati dalla GdF sono una bazzecola rispetto alle centinaia di centinaia dell’evasione annua, ai centinaia di centinaia di miliardi rubati agli italiani in più di 60 anni di governi clientelari e di politici egoisti corrotti e corruttori, è altrettanto vero che da sempre i governi politici hanno cercato di garantire un bilancio statale aumentando le tasse, le trattenute, passando a pagamento quello che doveva essere fornito gratuitamente utilizzando i denari dei contribuenti, per poter liberamente riempirsi pancia e tasche e anche altro.
Le farmacie (e quindi i farmacisti) sono da sempre nell’occhio del ciclone ma dal 2000 in poi sono diventati il rubinetto utile ai governi per reperire fondi all’ultimo momento, essendo sicuri che, a parte qualche debole brontolio, non sarebbe successo nulla.
Ora siamo arrivati alla fine di una storia perchè lo stato dopo aver approvato la distribuzione dei medicinali (esclusivi delle farmacie) anche attraverso gli ospedali, le asl, le regioni, dopo aver concesso ad attività commerciali e non sanitarie di poter distribuire parte dei farmaci, dopo averci costretto (obtorto collo) ad accettare la Distribuzione in nome e per Conto, dopo averci ridotto i margini su sanitari ed alimenti concedibili a determinate categorie di ammalati, dopo averci portato via tutti i farmaci a costo elevato, ora vuole imporci anche una distribuzione a margine zero o quasi, sapendo che seguirà qualche brontolio ma nulla più.
Ora, leggi i colleghi più o meno inviperiti, leggo i proclami sindacali, ma leggo ancora la debolezza di una categoria che ha PAURA. Paura di perdere la gallina dalle uova ex d’oro, di perdere l’affluenza della clientela, di perdere la concessione e magari di perdere anche la proprietà, come fossimo in uno stato bolscevico. Ma in realtà siamo in uno stato peggiore: quello liberal marxista, nel quale gli utili sono capitalizzati dai dirigenti di ogni ordine e grado e le perdite si massificano.
Caprino, Mana-Platter, Muschietti, ve la prendete con la Presidente di turno, ve la prendete con la gestione disastrosa di questa dirigenza sindacale, ma vi ricordo che tutto iniziò nel 1994, quando si dimise molto onestamente Ambreck segretario Misasi, e precipitò nel 2000 quando la 405 legittimò la distribuzione dei farmaci da parte degli enti pubblici, presidente Siri e segretario Caprino e Tesoriere Muschietti, e continuò a peggiorare negli anni successivi con la presidenza Racca.
Questo non per rinfacciare qualcosa di specifico a qualcuno ma per evidenziare che il problema NON E’ LA PRESIDENZA NE’ IL CONSIGLIO, il problema è la CATEGORIA, e il SINDACATO che essa esprime: perchè i titolari non sono direttamente coinvolti nelle elezioni, nelle discussioni, nei progetti, nelle delibere; perchè il sindacato è rimasto di stampo feudale con una oligarchia che si autoelegge, discute senza chiedere il parere agli iscritti, decide impegnandosi, senza avere l’appoggio dei titolari.
IL CORAGGIO DI CAMBIARE avete scritto. Certo il coraggio di cambiare la FORMA SINDACALE, la scelta dei DIRIGENTI SINDACALI, dei METODI SINDACALI, il coraggio di affrontare i problemi di petto, senza sotterfugi o mezze verità, DICHIARANDO PUBBLICAMENTE IL RUOLO DELLE FARMACIE E DI CHI CI LAVORA, IL VALORE DI QUELLO CHE FANNO I FARMACISTI PER IL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE PER LA SALUTE PUBBLICA, il coraggio di preparare un piano che non sia la solita aria fritta della FARMACIA DEI SERVIZI ma che sia una vera PROPOSTA DI FARMACIA VOLTA A UNA SERIE DI SERVIZI (primo fra tutti l’esclusiva della dispensazione di tutti i farmaci) E DI COLLABORAZIONE CON LO STATO per migliorare la qualità, per fornire dati, per suggerire correttivi anche economici, per dare all’Italia una forma di assistenza migliorativa.
MA TUTTO A PAGAMENTO ! TUTTO VALORIZZATO, OGNI SINGOLO ATTO VALUTATO ECONOMICAMENTE ! passare da un sistema a percentuale a uno a remunerazione fissa mantenendo lo stesso livello economico o peggiorandolo NON E’ ATTO SINDACALE, E’ PAURA ! Possibile che i medici per fornire i dati delle ricette (che noi diamo da anni) hanno ottenuto 2400 di rimborso fisso all’anno ? Possibile che i medic hanno 4000 euro di rimborso per l’informatizzazione ? Possibile che i medici cui viene imposto per legge le h24 abbiano risposto di si ma mettiamoci d’accordo sul quantum altrimenti non se ne fa nulla ?
Possibile che i medici quando hanno protestato in altri anni sono passati all’indiretta con ricetta bianca e noi non possiamo? RICORDATEVI CHE NON SIAMO DIPENDENTI PUBBLICI E NON SIAMO ESERCIZIO PUBBLICO ma esercizio di interesse pubblico per cui non può scattare la sanzione di interruzione di pubblico esercizio, al massimo la precettazione della quale i tassisti si sono fatti un baffo.
Insomma per finirla qui IL SINDACATO HA UN GRANDE RUOLO SE E’ UN GRANDE SINDACATO ALTRIMENTI NON SERVE A NULLA. DEVE PRETENDERE IL RISPETTO, DEVE PRETENDERE DI AVERE UN PROPRIO ORGOGLIO, DEVE PRETENDERE DI OTTENERE MIGLIORAMENTI ECONOMICI ANNO DOPO ANNO ANCHE IN ANNI DIFFICILI ANCHE IN MOMENTI DRAMMATICI. IL CORAGGIO DI DIRE CHE SIAMO INDISPENSABILI E CHE SIAMO PRONTI A COLLABORARE MA SOLO SE LO STATO CI RISPETTA E CI ASCOLTA NELLE GIUSTE RICHIESTE ECONOMICO SINDACALI.