“L’esperienza più interessante è quella inglese: con il contratto firmato nel 2005, farmacie e Nhs (il servizio sanitario pubblico) hanno concordato lo sviluppo di tre differenti livelli di servizi, remunerati in base a modelli diretti a incentivare il farmacista. A ciascuno dei tre livelli – Essential, Advanced ed Enhanced – corrispondono pacchetti di servizi che le farmacie erogano anche in base ai bisogni specifici delle comunità locali e secondo una scala di complessità crescente: farmacovigilanza, programmi di gestione della compliance, monitoraggio dei pazienti in Terapia anticoagulante, assistenza domiciliare e altro ancora. Superata una fase di rodaggio, i risultati raggiunti grazie ai nuovi servizi hanno attirato l’attenzione degli esperti: grazie alle farmacie è stato possibile raggiungere e identificare fette di popolazione che abitualmente non frequentano gli studi dei medici di famiglia; inoltre è migliorato l’accesso ai servizi sanitari del Nhs, rispetto ai quali i servizi erogati dalle farmacie rappresentano un complemento o una più efficiente alternativa. Ma il dato piu’ importante arriva da un report della Commissione per le politiche sanitarie del Bow group, il ‘think tank’ dei tories britannici, secondo il quale dal rafforzamento dei servizi in farmacia potrebbero arrivare risparmi per oltre un miliardo di euro: tra questi, circa 250 milioni all’anno soltanto grazie al monitoraggio sull’aderenza alle terapie da parte dei pazienti (dal quale meno ricoveri e sprechi di farmaci)”. Leggendo questa attenta riflessione riportata dalle agenzie di stampa, pensavamo di essere di fronte all’analisi di un tecnico, invece le parole appartengono alla dottoressa Annarosa Racca, presidente di Federfarma. Il modello inglese spiegato da Racca con tanta capacità non è l’unico preso in esame dalla “presidentissima” di Federfarma: “La Francia ha varato nel 2009 una legge che apre alle farmacie nuovi spazi nella cornice dell’assistenza territoriale: presa in carico della cronicità, prevenzione, orientamento del paziente nell’accesso alle cure, personalizzazione delle posologie eccetera. Anche qui come al di là della Manica, occorrerà tempo perchè i nuovi servizi mettano radici e diano frutti, ma un recente sondaggio – dal quale risulta che il 60% dei francesi attende con impazienza lo sviluppo di tali servizi – dimostra che il bisogno c’è”. Altra analisi attentissima. Ed infine Annarosa Racca, arriva a parlare anche del nostro Paese: “Anche in Italia le farmacie sono una risorsa delle cure territoriali e dei servizi di primo livello, l’impalcatura normativa c’e’ già, perché nel 2009 il d.lgs 153 aveva gettato le basi dell’edificio. La speranza è che con i tagli ai posti letto decisi nei giorni scorsi dal Governo e la deospedalizzazione che ne deriverà, le Regioni – con cui andrebbe trattata la parte contrattuale, come nel 2005 ha fatto il Nhs – aprano gli occhi sulle potenzialità offerte dalla rete delle farmacie nell’ambito di politiche dirette a organizzare il territorio. Noi siamo pronti a un confronto e a proporre progetti che coniughino accessibilità alle prestazioni e sostenibilità del sistema”. Un interessante punto di vista che sposa le dichiarazioni di Mandelli sulla necessità di andare avanti con la farmacia dei servizi, aumentando e migliorando i servizi invece di tagliare e basta. Certo Mandelli non si era diffuso sull’analisi di altri sistemi europei, si era limitato a ricordare che c’è una legislazione da portare avanti. Ma poi la “presidentissima” di Federfarma non resiste e fa rientrare nel discorso la sua creatura più perfetta “la nuova remunerazione”: “Anche il nuovo modello di remunerazione dovrà contribuire a questa nuova fase, garantendo la stabilità economica agli esercizi, permettendo alle farmacie di ampliare il loro ruolo a servizio del cittadino, che non è solo quello della dispensazione del farmaco, come dimostrano già molte esperienze diffuse sul nostro territorio”. Molti sostengono che la nuova remunerazione e la farmacia dei servizi siano davvero strettamente legate, ma non nella maniera intesa da Racca: i nuovi servizi dovranno andare a ricoprire le perdite generate dalla nuova remunerazione. Si lavora di più, si offre di più per cercare disperatamente di guadagnare il solito. Ma probabilmente sono solo malignità.